Davide Boni sarà con tutta probabilità il nuovo vicepresidente della Regione Lombardia. La Lega non ha avuto la presidenza, perché Formigoni ha deciso di rimanere al proprio posto, ma vuole contare di più, incassando immediatamente il proprio dividendo elettorale. E' una mossa tipica del movimento di Bossi, che da anni è il vero partito di lotta e di governo. Anzi, "di lotta quindi di governo". Cavalca la demagogia, il populismo, interpreta quella che Al Gore chiama politica dell'amigdala (pensando alla paura), si pone quale rappresentante dell'anti-politica, opta per un linguaggio lontano dal politichese, e però, nel frattempo, occupa tutte le posizioni di potere che le spettano. E forse anche qualcosa di più. In Lombardia, la Lega può contare sul presidente del Consiglio regionale, sulla Sanità, con Bresciani, sull'Urbanistica, con lo stesso Boni, sulla Cultura, con Zanello. Posizioni eminenti dal punto di vista politico e di grande peso dal punto di vista istituzionale. Così è successo a Roma, con la costituzione del nuovo governo. Così succede in ogni territorio del Nord, dove la Lega è decisiva. Ora è il suo momento. E vuole tutto. E, anche in Brianza, lo avrà. Il candidato presidente della nuova Provincia con tutta probabilità sarà leghista. Forse pensando che Mariani - leghista dissidente riabilitato nel 2007 - non sia ricandidato alla fine del suo mandato. La Lega è lontana dai palazzi del potere e, nello stesso tempo, con grande naturalezza, ne occupa le stanze più prestigiose. Uno dei paradossi della politica italiana, che Berlusconi è riuscito a rendere possibile, anche in occasione delle ultime elezioni. Il successo della Lega - al suo fianco - gli ha dato una forza straordinaria. E la Lega sa di poter contare su Berlusconi, in un rapporto che non è mai stato così stretto e positivo per entrambi. Resta solo da capire se non andrà in fibrillazione, se il federalismo fiscale si riuscirà a fare, se la Lega si riterrà sazia o se preferirà tornare, come spesso è accaduto negli ultimi vent'anni, a rappresentare un'alternativa al sistema. Per occuparlo, il sistema, immediatamente dopo averlo demonizzato. Machiavelli si è rincarnato a Gemonio. Ha toni solo più gutturali, ma la finezza è un marchio di fabbrica, e spesso si accompagna ad una certa ruvidità. Al politicamente scorretto, per capirci. Un altro paradosso che la Sinistra dovrebbe preoccuparsi di interpretare. A meno che non sia già troppo tardi.
NdR Questo articolo aveva un titolo molto più bello, "Machiavelli a Gemonio", ma siccome non usiamo il sottotitolo era necessario essere più diretti. Mannaggia.