Marco Mariani, classe 1957, è sindaco di Monza dal maggio 2007 dopo esserlo stato per due anni dal 1995 al 1997. Sotto la sua guida, a dicembre è stato approvato il Pgt con una decisione che ha trovato favorevole anche l'opposizione.
Cominciamo dall’attualità. Le “ronde” di cui ha parlato anche alla televisione nazionale. Significa che a Monza c’è un problema sicurezza?
Certo che c’è. I carabinieri l’altro giorno hanno arrestato 61 persone, quasi tutti immigrati, per spaccio di droga. E comunque non chiamiamole ronde. Sono pattuglie di volontari armati di defibrillatore che gireranno operando inizialmente su tre turni, uno diurno e due notturni. I volontari appartengono al gruppo “Monza soccorso” che è attivo dal 1995 e percorreranno tutto il territorio cittadino.
Marco Mariani la sera della sua vittoria alle elezioni comunali di Monza del 2007
Non ci sono soldi per realizzare strade, marciapiedi, asili e per migliorare la città. Per fare cassa dobbiamo vendere due aree, quella della centrale del latte e una in prossimità del Viale della Industrie
Molti sostengono che la sua amministrazione, dopo un anno, non stia facendo nulla se non terminare le opere approvate da Faglia, pur contrastate a suo tempo dai suoi alleati di oggi (ad esempio il parcheggio di piazza Trento e Trieste).
Sono le solite idiozie che si dicono in politica. Rispondo che a dicembre 2007 è stato adottato un Pgt in accordo con l’opposizione. È un risultato di tipo pratico, ma anche politico. Se non l’avessimo fatto sarebbe tornato in vigore il vecchio Piano Piccinato che prevedeva 350.000 abitanti. Ora è allo studio una variante del Pgt. A differenza di Faglia, ci metteremo un anno ad approvare tutto, anche se della rapidità non facciamo la nostra priorità. Con l’opposizione abbiamo trovato un accordo su 490 emendamenti dei 520 totali.
Nel 1997 lei fece adottare il piano regolatore Benevolo. Nel 2007 è riuscito a far approvare il Pgt di Viganò. In che cosa consistono le modifiche che sono in corso? Chi e che cosa riguardano?
Riguardano un po’ tutta la città, e in particolare punti strategici come le Cave Rocca, la Fossati Lamperti e Cascinazza.
Che fine farà Cascinazza?
Cascinazza troverà un suo utilizzo. Ci sono proposte. Ad esempio, c’è bisogno di realizzare degli asili nido. Ma il problema vero per me non è Cascinazza. È il fatto che l’87 per cento delle nostre entrate se ne va da Monza e non torna più indietro. Non ci sono soldi per realizzare strade, marciapiedi, asili e per migliorare la città. Per fare cassa dobbiamo vendere due aree, quella della centrale del latte e una in prossimità del Viale della Industrie… Delle tasse che versiamo non torna nulla ai nostri comuni.
Mariani con l'avvocato Della Valle in Procura per la questione della firma "fantasma" della revoca del Consiglio di Amministrazione dell'Alsi
Dal 1997 al 2002 ho fatto opposizione e non rinnego nulla. L’ipermercato l’ho contestato sin dall’inizio
Non rischia di passare alla storia come il primo che in 40 anni ha fatto costruire su Cascinazza?
No, passerò semmai alla storia come quello che ha risolto il problema. Non è possibile che ci siano voluti 40 anni a sanare questa situazione, per colpa di leggi che non stabiliscono una volta per tutte chi può fare cosa. Trasformeremo il problema in una risorsa per il territorio. Non abbiamo ancora deciso che farne. Quei metri quadri potrebbero rimanere aree verdi, ma avrebbero lo stesso un costo, quello di chi dovrebbe tagliare il prato, e i soldi non ci sono. Forse resteranno agricole.
Come riesce oggi ad andare d’accordo coi partiti (Forza Italia e An) che Lei contrastò durante la Giunta Colombo proprio su questioni urbanistiche come l'Iper al Rondò dei Pini e il Prg Colombo/Tomè?
Dal 1997 al 2002 ho fatto opposizione e non rinnego nulla. L’ipermercato l’ho contestato sin dall’inizio, lo sanno tutti. Ma dato che in democrazia vincono i numeri, e il progetto fu approvato a suo tempo, abbiamo cercato di migliorarlo e di limitare i danni. Sul tetto ci sarà un prato: non so quanti ipermercati al mondo possono vantare una peculiarità del genere. Sino ad ora stiamo facendo delle chiacchierate con imprenditori e privati. Ci sono alcune proposte interessanti e altre che lo sono meno.
Paolo Romani, assessore all'Urbanistica a Monza, sottosegretario alle telecomunicazioni per il Governo Berlusconi
Non conosco i progetti di Romani. Si dovrebbe parlare quando si hanno delle cose da dire. Almeno, io ragiono così.
Senza dubbio. Come definisce ad esempio quelle elaborate dall’assessore Paolo Romani (Il Cittadino del 24 aprile 2008) relative a “una pista di sci al coperto” e a una “monorotaia sul Villoresi”?
Non le definisco. Ma vanno contestualizzate. Chiedetevi quanta gente non ha i soldi per andare a sciare al giorno d’oggi.
Sindaco, prima diceva che mancavano gli asili.
Non sarà il Comune a pagare, questo è certo Se si farà sarà tramite l’intervento di un privato. Ma è ancora da vedere. La monorotaia la trovo invece molto utile. Il vecchio progetto del metrò a fune avrebbe portato in 8 minuti dalla stazione all’ospedale. I nostri bus di oggi nelle ore di punta viaggiano a una media di 3 km all’ora.
Mariani, Roberto Scanagatti e un perplesso Michele Faglia all'ultima Festa dell'Unità, Monza 2007
Sempre nella stessa intervista l’assessore Romani ha detto che quei progetti vanno approvati in fretta perché lui potrebbe lasciare dopo l’estate a causa di impegni istituzionali a Roma. (“Sono di passaggio a Monza. Vorrei portare la variante in consiglio entro l’estate, magari anche con un nuovo assessore”). Chi verrà dopo dovrebbe quindi limitarsi a seguire l’ordinaria amministrazione?
Non so, non conosco i progetti di Romani. Si dovrebbe parlare quando si hanno delle cose da dire. Almeno, io ragiono così. Lasci perdere quell’intervista. Per quanto mi riguarda non conta niente. È stata un’iniziativa individuale dell’assessore. Di definitivo non c’è ancora nulla. Potremo parlarne quando sarà approvata la variante. Se un progetto è valido, personalmente lo appoggio. Spero che Romani rimanga visto che ha seguito tutto dall’inizio ma se lascerà, andremo avanti con chi verrà dopo.
Le maggiori entrate di un’Amministrazione provengono dagli oneri di urbanizzazione. Così spesso bisogna “consumare” il territorio per trovare risorse.
In un’intervista Giorgio Majoli, ex dirigente dell’urbanistica in Comune, sostiene che Monza sta avanzando verso una progressiva cementificazione sul modello di Sesto San Giovanni e Cinisello.
Monza sta andando incontro alla cementificazione da 40 anni. Quando ero piccolo io era tutta un’altra cosa. Il problema è che ai Comuni mancano i soldi. Ne parli con l’assessore al Bilancio, poi mi dica. Le maggiori entrate di un’Amministrazione provengono dagli oneri di urbanizzazione. Così spesso bisogna “consumare” il territorio per trovare risorse. Abbiamo dovuto mettere all’asta due aree, quella della ex centrale del latte e quella di Viale delle Industrie per questo motivo.
Majoli mi meraviglia con queste dichiarazioni. Lui è tra quelli che hanno realizzato il piano del 1997. Dovrebbe esserci grato che non l’abbiamo buttato via.
La cementificazione di Monza dal 1772 al 2008
Foto per gentile concessione di Fabrizio Radaelli