Il ministro alla Pubblica Istruzione accolto anche nel futuro capoluogo brianzolo da un largo numero di contestatori. Binario 7 blindato dalle forze dell'ordine
Monza si è svegliata. La grande addormentata si è mossa. Se l'amministrazione e il governo pensavano di far intervenire uno dei ministri più contestati in una città "amica", devono aver avuto una sorpresa. Maria Stella Gelmini è arrivata ieri sera all'Urban Center di via Turati per una conferenza in un clima inconsueto per una città di solito tranquilla. Ad accoglierla, infatti, c'era una folla di manifestanti, raccolti davanti ad un Binario 7 circondato da un imponente spiegamento di forze dell'ordine. Tantissimi i giovani, tra studenti delle scuole superiori e universitari, ma a contestare il ministro c'erano anche molti lavoratori del mondo della scuola, insegnanti e non. Presenti anche i ragazzi dell'ex centro sociale Boccaccio, che hanno sottolineato la natura spontanea della manifestazione: «Siamo qui per supportare la protesta – ha spiegato uno di loro – ma non abbiamo organizzato niente: è la città stessa che si è mossa».
Il collettivo ha messo a disposizione della folla un impianto con microfono per far sì che chiunque potesse prendere la parola. La maggior parte degli interventi chiamava il ministro ad un confronto con la cittadinanza, confronto che ovviamente non c'è stato, nonostante più volte i manifestanti abbiano chiesto alle forze dell'ordine di poter far salire all'Urban Center una delegazione per incontrare la rappresentante del governo. Per una volta, insomma, la piazza di Monza ha parlato. Ed è rilevante il fatto che la protesta abbia unito due intere generazioni: i genitori erano in strada con i propri figli, gli insegnanti con i propri alunni. Forse proprio questo ha reso quella di ieri una delle manifestazioni monzesi più importanti degli ultimi anni.