Aeris è una cooperativa che si occupa dei giovani sotto tanti punti di vista (sostegno, aiuto alle situazioni di disagio, animazione sociale, informazione e educativa di strada) tra le provincie di Lecco e Monza e Brianza; oggi, tra collaboratori e dipendenti, riunisce circa trecento persone. Per tentare di capire i giovani del nostro territorio chi meglio di loro che coi giovani lavorano ogni giorno e sotto diversi punti di vista. Abbiamo rivolto qualche domande a Fabio Presti coordinatore del progetto Tatanka, chiedendogli di raccontarci in particolare la sua esperienza di educatore di strada: dal tipo di attività svolte al modo di operare, arrivando a definire poi quali sono le problematiche che affrontano più spesso e perché.
Fabio, che tipo di attività svolgete?
Svolgiamo diverse tipologie di attività il cui comune denominatore sono i giovani: aiuto alle situazioni di disagio, sostegno scolastico, laboratori formativi, animazione sociale, educativa di strada e via dicendo. Lo facciamo con una serie di progetti in collaborazione con le istituzioni pubbliche e altri soggetti privati in una zona che va dalla parte meridionale della Provincia di Lecco alla Provincia di Monza e Brianza. Io, in particolare, sto seguendo il progetto “Tatanka – Giovani alla ribalta”: un progetto di promozione del protagonismo giovanile, prevenzione e informazione su effetti e rischi connessi all’uso di alcool e sostanze stupefacenti sostenuto da diversi comuni del nostro territorio.
Attività educativa di strada: qual è il target e come si svolge?
Il target è soprattutto quello dei ragazzi tra i 16 e i 20 anni. Il lavoro educativo di strada lo abbiamo portato avanti con i progetti Tatanka in provincia di Lecco e Overland nelle zone di Monza e Brianza, sono due progetti simili che hanno come obiettivi quelli di prevenire e ridurre l’uso di sostanze psicotrope e alcol, promuovere stili di vita sani e sensibilizzare gli adulti sull’importanza di lavorare in sinergia condividendo progettualità e azioni comuni. Anni fa, quando nacque, il progetto era un vero e proprio lavoro on the road: eravamo noi ad andare nelle compagnie di ragazzi che individuavamo sul territorio cercando di coinvolgerli in qualche attività o quanto meno tentando di passare loro qualche nozione sulle loro potenziali cattive abitudini. Nel tempo il nostro modo di operare si è evoluto coinvolgendo maggiormente le istituzioni pubbliche ed altri enti privati. Oggi, il progetto si muove tra i centri di aggregazione, le biblioteche, i punti informagiovani, le scuole e parallelamente proseguendo l’attività di strada, soprattutto facendo tappa nei locali che sono punto di ritrovo per i giovani. Questa seconda parte si svolge solitamente nei parcheggi: arriviamo con il nostro camper graffitato, mettiamo musica, proponiamo ai ragazzi di mettere o suonare direttamente la loro, creiamo dei momenti di intrattenimento, mantenendo sullo sfondo la volontà di trasmettere un messaggio. Ovviamente, il tutto avviene nel modo più fresco e leggero possibile, è una questione strategica.
Quali problematiche riscontrate con più frequenza tra i ragazzi?
I problemi sono legati alle dipendenze da alcol e stupefacenti di vario tipo. E’ un problema molto più diffuso di quanto non si sia indotti a pensare dalle apparenze. Certo, in qualche modo, è anche il nostro lavoro e la nostra posizione a portarci spesso verso i ragazzi che, diciamo, ne hanno più bisogno e hanno alle spalle storie “particolari”.
Ci sono problemi diversi a seconda delle aree?
Quando iniziammo, pensavo di trovare differenze sostanziali tra un ambito di azione come quello intorno a Monza, quindi più urbano, e quello del meratese o del casatese; col tempo, mi sono accorto che queste differenze sono molto meno marcate. Il problema del consumo, la mentalità del “consumare” e del “fare esperienza”, fa parte del nostro bagaglio culturale e si manifesta senza grandi differenze geografiche e sociali. Certo, durante i primi anni, in cui eravamo noi a raggiungere le compagnie, spesso trovavamo casi di emarginazione, o ragazzi con gravi problemi familiari. Le cose devono però essere distinte: il problema del consumo di sostanze stupefacenti e alcol non ha barriere, è oggi, più di prima, un fenomeno generalizzato. Al di là della mia esperienza, se si considerano i dati presentati ogni anno dagli organi statistici si vede in modo chiaro che crescono quei casi in cui, anche superata l’adolescenza e quindi la fase “sperimentale”, si prosegue ad avere problemi con dipendenze di varia natura.
Quali progetti state portando avanti in questo momento?
Al di là dei già citati Overland e Tatanka, stiamo allestendo un progetto nuovo: si tratta della nuova Agenzia di promozione del protagonismo giovanile del Comune di Arcore, dal nome “Young”. Young è un servizio promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili con l’obiettivo di valorizzare le idee e i progetti dei ragazzi, che andranno ad arricchire le proposte aggregative e culturali per tutti i giovani della zona. Il progetto si divide in tante sottobranche e cerca di finalizzare le passioni dei ragazzi di modo da trasformarle in progetti concreti e fattibili, che poi saranno i ragazzi stessi a poter realizzare e portare avanti.
Giusto per fare qualche esempio, all’interno di questo spazio saranno sviluppati un laboratorio di Danza Hip-Hop, che sfocerà in uno spettacolo finale proposto e progettato da un gruppo di teenagers. “Demo alla mano” e “Orfani di palco”, due iniziative che coinvolgeranno le band giovanili. “Noise Nightmares Before Xmas”, concerto di fine anno realizzato in collaborazione con il gruppo musicale arcorese “Passion & Depression”. AAA Giovani graffittari cercasi per progettare e realizzare graffiti tematici nel sottopasso della Stazione di Arcore e tante altre proposte ed eventi come mostre artistiche, cineforum, corsi per il tempo libero nonché la possibilità di utilizzo degli spazi per le Associazioni giovanili. Infine, parte integrante del progetto e anche punta di diamante dello stesso, è un’idea in cui noi crediamo molto e in cui vorremmo coinvolgere più ragazzi e più realtà territoriali possibili: Y.Radio, la prima web radio di Arcore, fatta da teenager con la nostra supervisione. Anzi vorrei sfruttare l’occasione per ribadire che lo staff sta cercando molti altri giovani speakers: se un gruppo di ragazzi ha la passione per lo skate e la musica hip-hop, ad esempio, perché non provare a realizzare insieme un programma radio che parli di questo e lo faccia andando oltre le banalità, entrando a fondo nell’argomento?
Questo progetto è reso possibile dall’aiuto tecnico e logistico che abbiamo ricevuto da Radio Snj di Vimercate, emittente che ci fornisce assistenza e una banda di trasmissione gratuita.
Che tipo di risultati ottenete attraverso questi interventi?
I risultati in questo campo sono un problema perché sono difficilmente quantificabili. Insomma, non produciamo cose concrete, o almeno, non nel breve termine. I risultati delle campagne di informazione e sensibilizzazione maturano e si vedono dopo anni.
Di certo, al fine di una maggiore efficacia della nostra azione, sarebbe necessaria una diversa attenzione tanto delle amministrazioni quanto degli altri soggetti coinvolti. Noi siamo una presenza estemporanea, coinvolgiamo i ragazzi in eventi che hanno una durata limitata. Fino a che non ci saranno adeguate strutture di aggregazione (nell’area di Vimercate e Monza si raggiunge un discreto livello, ma nel lecchese c’è una situazione di carenza) e commercianti e gestori di locali non ci daranno una mano, diffondendo il nostro materiale e prendendosi le proprie responsabilità, non si potranno raggiungere risultati migliori o in minor tempo.