Una lunga storia di assassini e stupri. Tutta italiana.
T
utto comincia con quello che sembra un episodio di violenza giovanile. Il 23 gennaio 2004, a Golasecca (provincia di Varese), Mariangela Pezzotta viene uccisa dal suo ex fidanzato Andrea Volpe e dall’attuale compagna di lui, Elisabetta Ballarin. Il delitto è efferato, ma all’inizio si crede semplicemente che si tratti di una classica storia di droga e disagio giovanile. Il caso assume una dimensione ben più ampia quando il 28 maggio a Somma Lombardo (sempre provincia di Varese) vengono ritrovati, su indicazione dello stesso Volpe, i corpi di due giovani di cui si erano perse le tracce nel 1998: Chiara Marino e Fabio Tollis, frequentatori dello stesso giro di amicizie dei due arrestati. Il quadro si fa più nitido. Si comincia a parlare di riti esoterici e satanici, musica heavy metal e di una vera e propria congrega, che presto verrà battezzata “Bestie di Satana”. Parrebbe che anche i due ragazzi uccisi nel 1998 fossero all’interno della cerchia dedita a questi rituali.
Silvio Pezzotta, capogruppo di Forza Italia in consiglio provinciale a Varese, ha visto per l'ultima volta la figlia Mariangela venerdì sera: «Ha ricevuto una telefonata, è uscita di corsa». Dodici ore più tardi il cadavere di Mariangela è stato trovato maldestramente sepolto nel giardino di una villetta di Golasecca, a pochi chilometri dalla sua casa. Nessuno ha avuto il coraggio di farla rivedere al padre: aveva il volto sfigurato da un colpo di pistola sparato dall'ex fidanzato, che l'aveva convinta a un appuntamento notturno e che poi l'ha uccisa con la complicità della nuova fidanzatina diciottenne. I due responsabili del delitto, Andrea Volpe ed Elisabetta Ballarin, figlia di Alberto, noto giornalista e presidente del Club del Giovedì degli amici di Gianni Brera, sono stati fermati ieri mattina dai carabinieri: erano in stato confusionale per l'effetto di un mix di eroina e cocaina. […]
Del Frate Claudio - Uccisa dall'ex fidanzato e sepolta in giardino
(25 gennaio 2004) - Corriere della Sera - Pagina 48
Il commento di Richard Benson sulle Bestie di Satana. Richard Philip Henry John Benson (Woking, 10 marzo 1955) è un chitarrista e personaggio televisivo italiano di origini britanniche. Personaggio controverso del panorama musicale e televisivo italiano, nella sua carriera ha condotto diverse trasmissioni radiofoniche a sfondo musicale; in televisione, è saltuariamente ospite di programmi varietà. Durante i concerti, inoltre, è spesso oggetto di insulti e lanci di oggetti sul palco. (da Wikipedia)
«Eravamo in auto, subito dopo il delitto. Nicola mise una musicassetta a tutto volume: era la Nona di Beethoven, l'inno alla gioia. La sentiva sempre, anche 10 volte al giorno, proprio come le musiche del rock satanico. Ma quella era una notte speciale: avevamo appena ucciso Fabio e Chiara. Dopo aver spezzato il pugnale a furia di colpire, Nicola si era anche acceso una sigaretta e l'aveva spenta inzuppandola nel loro sangue. Poi aveva urinato sulla fossa. Droghe? No, eravamo lucidissimi». Una stanza che si affaccia su un lago, molto lontano dal solito carcere, pochi giorni fa. Andrea Volpe, il «pentito», sta seduto con la testa fra le mani. Parla per ore. Davanti, ha gli uomini cui nella primavera scorsa ha già confessato in parte i delitti delle «Bestie di Satana», la sua setta. Ma ora è diverso: per la prima volta, Volpe ammette che Fabio Tollis e Chiara Marino li ha uccisi anche lui, con gli altri. Il suo racconto combacia con quello già fatto agli inquirenti - e a due compagni di cella - da Mario M., detto «Ferocity», minorenne all'epoca dei fatti, quello che «durante le messe nere sbavava e parlava con la voce roca del diavolo». L'altro ieri, parlando con l'avvocato Salvatore Granata, uno dei sui difensori, «Ferocity» ha corretto la rotta: «di quella notte non ricordo nulla, eravamo drogati»; ma a confermare ciò che ora dice Volpe, ci sono anche altre dichiarazioni, e intercettazioni. Così per Antonio Pizzi e Tiziano Masini, il procuratore capo e il pm che hanno svelato una delle tragedie più buie del dopoguerra, quasi tutti i tasselli sembrano ormai al loro posto. L'Andrea Volpe che torna a parlare, dirà qualcuno, sembra un altro uomo: «uno che riemerge da un abisso». La sua può essere una strategia difensiva: scaricabarile sulle spalle di Nicola Sapone, il solo che non abbia parlato. Comunque, Volpe si auto-accusa. E racconta. Nel 1998, le «Bestie di Satana» hanno 10-14 adepti. E riti precisi. Al centro di tutto il pentacolo, la stella a 5 punte. «Noi la tracciavamo per terra orientandoci con una bussola. Alle punte della stella stavano i capi, in mezzo gli altri. Fuori dal pentacolo, i membri esterni. Al centro, mettevamo una foto della persona odiata, una ciocca dei suoi capelli o un'unghia, e invocavamo il diavolo perché la colpisse». Folklore, malocchio ciarlatano? Certo. Ma una sera, il rito riguarda Stefano Longone, un giovane che fa il piercing con Volpe e che da tempo sembra turbato; qualcuno provvede a informarlo della maledizione lanciata; 5 giorni dopo, il 19 maggio 1998, il ragazzo finisce con il motorino sotto un Tir. Incidente, «nessuna responsabilità del camionista». Nel 1998, Chiara è già nella setta: «Le ragazze - dirà Mario M. - servivano solo come oggetto di desiderio e chi della setta si innamorava di una ragazza era un debole, doveva essere eliminato». La povera Chiara viene sottoposta a «innumerevoli atti sessuali», deve perfino intrattenersi contemporaneamente con Sapone e con «Ozzy», cioè Paolo Leoni (così sta scritto nell'ordinanza di arresto che due giorni fa ha portato in carcere «Ozzy», Eros Monterosso e Marco Zampollo: ieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere). Ma Chiara, a lungo, è stata anche la «fidanzata» di «Ozzy», il capo carismatico del gruppo, ed ora frequenta di più il sedicenne Fabio. Non solo: «impersonava la Madonna - dice un altro adepto, Pietro Guerrieri - perciò doveva morire». Fabio poi «si allarga, parla con la voce del diavolo come Mario, dà ordini». Si decide di uccidere i due: «il motivo per cui ciò dovesse accadere - scrivono oggi i magistrati - non è, ancora adesso, chiaro». Ma accade, infine. «E'venuta l'ora che partano», dicono gli assassini davanti alla fossa già scavata. Ancora Volpe: «mentre pugnalavo Fabio, che si era rannicchiato, Mario lo colpì con il mazzuolo sulle ginocchia. Poi sulla testa, sulle orbite degli occhi. Tante volte». Quando tutto finisce anche Mario si accende una sigaretta, una delle sue Diana blu. Dal racconto di Pietro Guerrieri: «Nicola poi ci disse: rigiravo il pugnale, e mi piaceva sentire lo sbrindellamento della carne».
Offeddu Luigi - «Li ho uccisi, poi ho ascoltato l'Inno alla gioia»
(30 luglio 2004) - Corriere della Sera – Pagina 16
Nel corso delle indagini i media si interesseranno molto allo sfondo culturale di tutta la vicenda: programmi televisivi di inchiesta e informazione cercheranno di tracciare delle ragioni sociali ai comportamenti degli imputati, e si sottolinea spesso la passione di tutti gli implicati nella vicenda, vittime e carnefici, verso la musica death metal. Fox Crime manda in onda un incontro in carcere tra Andrea Volpe e Michele Tollis, padre di Fabio. Il satanista pentito che chiede perdono al genitore di una sua vittima fa decisamente notizia.
«Sono precipitato in fiamme dalle nuvole» . È il verso di una canzone? « No, è l'esatta descrizione del mio stato d'animo quando ho saputo di tutta 'sta storia ». Impossibile, ieri in aula, non notare il ragazzo magro con i capelli lunghi e la barba mefistofelica. In mezzo a tanti satanisti che si sono dati una ripulita nell'aspetto, viene da pensare che sia lui l'unico rimasto «fedele alla linea» . «Ma no, niente satanismo - risponde - sono uno che suona heavy metal e che ha conosciuto di persona sia le vittime che gli imputati del processo. Sono qui per cercare di capire» . Si chiama Marco Zambruni, ma nell'ambiente milanese dei concerti lo conoscono tutti come «Zigo» . Per lui, la giornata di ieri è stata un tuffo nel passato: « Sono stato compagno di scuola di Maccione e di Magni con i quali ho suonato a lungo; ho conosciuto Fabio Tollis: anzi, ho preso il suo posto quando lui lasciò il gruppo dei "Ferocity". Andrea Volpe? L'ho incontrato solo una sera, quando si esibì col mio gruppo » . È proprio il concerto che la povera Mariangela Pezzotta filmò con la videocamera; la restituzione di quella cassetta la sera del 24 gennaio 2004 servì come scusa per attirarla nella trappola mortale. «Quando l'ho saputo per poco non mi ha preso un colpo: temevo potessero sospettare anche di me » , dice Marco. Nessun sospetto, anche se « Zigo » venne ascoltato dai carabinieri come testimone: era tra i frequentatori del Midnight pub, il locale dove le Bestie di Satana erano di casa. Ma Marco non è mai stato sfiorato da ombre. Oggi fa un ritratto dei suoi amici, vittime e carnefici, velato dimalinconia: «Quando a 16 17 anni sai suonare due o tre strumenti e in più canti, hai il mondo in mano, almeno nell'ambiente dell'heavy metal. Maccione, Tollis, Magni me li ricordo così: musicisti in gamba e con tanta passione. Fossero stati meglio organizzati, avessero avuto qualcuno a seguirli, forse oggi saremmo ancora a suonare insieme» . Il simbolismo satanico può aver pesato sui delitti della setta? «Zigo» scuote la testa: «Tutti nel nostro ambiente sanno che i teschi, le croci e tutto l'armamentario sono solo simboli, spesso operazioni studiate a tavolino per fare spettacolo».
Del Frate Claudio - «Suonavo con loro. Non li riconosco»
(22 giugno 2005) - Corriere della Sera - Pagina 53
Lo guarda fisso negli occhi, poi comincia a parlare. Andrea Volpe, il «pentito» delle «Bestie di Satana», incontra Michele Tollis. Per la prima volta si trova faccia a faccia con il padre di Fabio, una delle sue vittime. E chiede perdono. «Mi dispiace tantissimo per quello che ho fatto. Ma spero che un giorno lei potrà perdonarmi. Io non mi perdonerò mai per le atrocità che ho commesso. Però spero che in futuro lei potrà farlo». Carcere di Novara, sala colloqui. Davanti alle telecamere vittima e carnefice si trovano uno di fronte all’altro. E si parlano. Si chiama «Ultimo Incontro» la trasmissione curata da Simona Ercolani e Fabrizio Rondolino che andrà in onda domani alle 22.50 su Fox Crime.
La ricostruzione dei delitti della setta resta sullo sfondo, i protagonisti adesso sono loro. Perché non era mai accaduto che potessero confrontarsi fuori dall’aula del processo. Non era mai successo che uno potesse interrogare l’altro. Michele Tollis lo fa. Vuole sapere per quale motivo è stato scelto suo figlio, vuole capire se il pentimento di Volpe è davvero sincero. Ma soprattutto vuole scoprire se altri adepti siano sfuggiti agli arresti. È stato lui, con le sue indagini private durate sei anni, con la sua disperazione che a tratti si è trasformata in ossessione, a consegnare ai magistrati le prove per inchiodare le «Bestie». «Mio figlio — rinfaccia ora a Volpe — è uscito una sera per andare a mangiare una pizza con gli amici e me lo sono ritrovato a pezzi sei anni dopo. Lui era diverso da voi. Lui si è difeso perché non voleva morire. Voi non gli avete dato scampo. Per questo ti dico che lo spettro di Fabio vi perseguiterà in eterno». La «Bestia» lo osserva, poi abbassa lo sguardo. Annuisce con il capo. «Capisco, ha ragione», ripete come un automa. Non sembra ci sia posto per il perdono nel cuore di Tollis, anche se a tratti la sua voce si incrina. «Come uomo retto e di giustizia — dice — prendo atto di quello che hai detto e forse un domani, certamente molto lontano, è possibile che ripensi a questa richiesta e ti assicuro che ti risponderò. Ma come Michele Tollis, come padre di Fabio, devo dirti che il mio perdono non ci sarà mai. Io disprezzo le vostre azioni e sono qui per portarti il messaggio di quattro mamme che hanno consumato i marciapiedi per andare nei cimiteri a trovare i propri figli. Non vi perdoneranno mai». […]
«Quando sei lì — ricorda adesso Volpe — vedi tutto nero, vedi solo quello che devi fare. Io non sentivo le voci dei miei compagni. Sentivo solo le urla e quello che avevo in mente di fare. Sono stato una furia, come tutti gli altri. Una volta che parti non ti fermi più. Però posso dire che eravamo lucidi, quando lo abbiamo fatto eravamo lucidi». Tollis ascolta, poi quasi grida: «Spero che per parecchi anni non sarete in circolazione perché siete persone, e vi considero ancora persone, pericolose. Se ho la certezza che tutti siete sotto chiave finché campo, morirò soddisfatto perché avrò raggiunto lo scopo della mia vita». Dopo venti minuti Tollis si alza. «Ti auguro in bocca al lupo, ma non ti do la mano, perché non potrei mai stringere la mano che ha massacrato mio figlio». Volpe abbassa lo sguardo. «Capisco — sussurra — ma continuo a sperare che un giorno possa succedere e che lui potrà finalmente perdonarmi».
Fiorenza Sarzanini - Bestie di Satana, incontro in carcere «Ho ucciso suo figlio. Perdono»
Da www.corriere.it - 02 giugno 2006
Volpe, considerato uno degli esponenti di punta della setta, viene accusato di tutti tre i delitti, nei quali sembrerebbe essere coinvolto anche Nicola Sapone, un altro membro di spicco. Ma non sono gli unici ad essere arrestati. Quella stessa estate vengono messi dietro le sbarre per essere processati in relazione al delitto Tollis-Marino Pietro “Wedra” Guerrieri, Mario Maccione, Eros Monterosso, Paolo “Ozzy” Leoni, e Marco Zampollo. Questi ultimi tre, in particolare, vengono accusati di essere i mandanti del delitto, mentre per Guerrieri, che ha scavato la fossa in cui furono gettati i corpi, si parla di favoreggiamento.
Sarebbero i tre mandanti del duplice omicidio di Fabio Tollis e Chiara Marino, uccisi il 17 gennaio 1998 a Somma Lombardo durante un rito satanico. Per l'accusa «hanno pensato, ideato e organizzato il duplice omicidio». Non erano presenti, ma sapevano delle tragedia avvenuta nei boschi in provincia di Varese. Non solo. In un'altra occasione tentarono di uccidere Chiara e Fabio, ma andò male. In tre sono finiti in manette ieri all'alba. Un quarto, minorenne all'epoca dei fatti, risulta indagato. Ragazzi normali, con un lavoro normale. «Con gli arresti di oggi è stata smantellata la setta "Bestie di Satana"» spiegano il procuratore capo di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, e il suo sostituto Tiziano Masini. Per il gip «la presente vicenda processuale ha caratteristiche che costituiscono un unicum nel panorama giudiziario italiano. Hanno agito con disumana brutalità». Ad incastrare i tre ragazzi - Paolo Leoni, detto Ozzy, il leader del gruppo, Eros Monterosso, entrambi di 27 anni, e Marco Zampollo di 26 - sono state le intercettazioni, le dichiarazioni di alcuni dei giovani arrestati il 4 giugno ma anche le parole di un minorenne, ora indagato, che dice di essersi allontanato dalla setta per paura. E così sono emersi particolari agghiaccianti. […]
Marrone Cristina - «Satanisti, preso il capo Così ordinò due omicidi»
(29 luglio 2004) - Corriere della Sera - Pagina 15
I fatti che via via si scoprono portano gli investigatori a riesaminare sotto una luce diversa anche altri fatti di sangue, in particolare suicidi, avvenuti tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del terzo millennio. Un nome per tutti che rimbalza tra i media è quello di Andrea Bontade, morto in un incidente stradale nel 1999. Le morti imputabili alle Bestie di Satana, tra suicidi istigati e veri e propri omicidi, ammontano a otto.
[…] Fra le morti addebitate alle 'Bestie'anche quella del vent'enne Andrea Bontade: Volpe confessò che quest'ultimo sarebbe stato ucciso simulando il suicidio perché era un traditore in quanto, dopo aver aiutato Volpe e Sapone a scavare la fossa di Somma Lombardo, non si presentò la notte del duplice omicidio. Proprio per questo Sapone avrebbe dato ordine a Volpe di organizzare il 'suicidio'.
Sempre secondo i racconti di Volpe agli inquirenti, una sera Sapone avrebbe messo una consistente dose di Lsd nel caffè di Bontade: «Dopo quella volta - disse a verbale Volpe - non si riprese più. Rimase immobile per 24 ore in preda a terribili allucinazioni mentre Sapone si divertiva ad umiliarlo». La sera del 21 settembre '99 Sapone sarebbe salito in macchina con Bontade e, dopo avergli messo in mano una banconota da 10mila lire gli avrebbe detto: «O lo fai tu o ci pensiamo noi». Qualche ora dopo in piena notte Bontade si schiantò a 180 chilometri orari lungo una strada che da Somma Lombardo porta a Gallarate.
Volpe raccontò anche di un'altra vicenda riguardante Andrea Ballarin (nessuna parentela con Elisabetta), trovato appeso ad un albero. Volpe raccontò che la sua morte fu decretata dopo un litigio con Sapone in un bar di Somma Lombardo ad inizio '99: Ballarin rinfacciava a Sapone di diffamarlo raccontando in giro che non solo si drogava ma che spacciava anche. Sarebbe stato proprio Sapone a decretarne la morte aiutato da Leoni. «Lo aspettammo nel cortile della nostra ex scuola all'una di notte - raccontò ai magistrati Volpe -. Sapone lo minacciò con un macete e lo narcotizzò con uno straccio imbevuto di etere. Poi lo portammo all'esterno della scuola e lo impiccammo ad un albero». Andrea Ballarin, che soffriva di depressione, era stato compagno di scuola alle medie di Andrea Volpe, quest'ultimo già considerato all'epoca personaggio ben poco raccomandabile.
Tutte condannate le Bestie di Satana
Da www.corriere.it - 01 febbraio 2006
I rapporti degli interrogatori riportano eventi truci e impressionanti vissuti con una naturalezza agghiacciante. L'effetto di allucinazione dovuto alle droghe spiega troppo debolmente comportamenti che sembrano invece denotare una lucidità preoccupante. Certo, non mancano gli elementi deliranti, soprattutto riguardo alle motivazioni per cui Chiara Marino e Fabio Tollis dovessero essere uccisi. La prima, infatti, che pure aveva partecipato ad alcuni rituali orgiastici con la setta, era ritenuta un'incarnazione della Madonna, e come tale doveva essere eliminata. Tollis, invece, era considerato pericoloso perchè affezionatosi a Chiara voleva impedire che l'intento della congrega si compiesse. Molto più "pragmatico" il movente per l'uccisione di Mariangela Pezzotta: la ragazza sapeva tutto dei misfatti compiuti da Volpe, e questi temeva che prima o poi ne avrebbe parlato a qualcuno.
[…] Lei, [Chiara, ndr] la ragazza che in casa non voleva più vedere immagini della Madonna, secondo uno degli arrestati impersonificava proprio la Madre di Dio, figura odiata dalla setta: da qui la spiegazione di orge e violenze sessuali; e la «sentenza», la morte «con crudeltà», come dice l'ordinanza di custodia. Anche Fabio Tollis, 16 anni, cominciava a «impersonare» qualcuno, e questo non piaceva ai seguaci della setta. «Aveva iniziato a fare versi strani durante le messe nere - racconta "Wedra" - come se avesse dentro un demonio e il demonio potesse spodestare i capi». Così Fabio morì in gennaio, con Chiara, proprio come morì in gennaio Mariangela, 6 anni dopo, e sempre verso la mezzanotte: «C'entrano i cicli della luna», spiega ora uno degli arrestati. E parla anche di un «pentacolo», o gerarchia a 5 posti, in cui si entrava proprio uccidendo. «Morti senza perché», dunque, come dicono i magistrati: ma anche secondo regole non improvvisate. C'erano altre regole: «chi entrava nella setta poteva uscirne solo con i piedi di fuori, orizzontale», raccontano più voci. […]
Offeddu Luigi - «Per noi era la Madonna così l'abbiamo uccisa»
(6 giugno 2004) - Corriere della Sera - Pagina 10
La vicenda giudiziaria, che passa attraverso tutti e tre i gradi di giudizio, dura quasi quattro anni, concludendosi con due ergastoli a Nicola Sapone, un ergastolo a Paolo Leoni, 30 anni ridotti a 20 a Volpe perché “pentito”, 27 anni e 3 mesi a Eros Monterosso, 29 e 2 mesi a Marco Zampollo, 19 anni e mezzo a Mario Maccione e 23 anni a Elisabetta Ballarin. Le sentenze definitive della Cassazione, infatti, arrivano il 25 ottobre del 2007 (tranne che per la sentenza di Mario Maccione, emessa il 9 novembre 2007 dalla Corte d'Assise e d'Appello di Brescia), confermando quelle che erano state le pene inflitte dalla corte d'appello.
Anche l’interesse antropologico per i protagonisti di questa storia si fa sempre più forte man mano che si avvicendano i gradi processuali. Riportiamo alcuni articoli del Corriere, uno su Andrea Volpe con la sua conversione al cristianesimo, un altro su Maccione e la sua capacità di “spegnere e accendere luce e tv con la forza del pensiero” e un altro ancora su Nicola Sapone, diventato collaboratore di una rivista online.
Il crocefisso disegnato a testa in giù è solo un ricordo. Scomparsi sono anche la testa di caprone, il «666» e altri simboli dell'Anticristo che per anni Andrea Volpe ha portato in giro con lugubre ostentazione. L'ex killer e poi «pentito» delle Bestie di Satana sta scontando una condanna a 20 anni nel carcere di Ferrara e in quella cella è maturata la svolta esistenziale di Volpe. «Ha ritrovato i valori della spiritualità e s'incontra settimanalmente con un pastore evangelico»: la conferma di una «conversione» religiosa di Andrea arriva da uno dei suoi difensori, l'avvocato torinese Fulvio Violo che lo ha incontrato anche di recente in vista dei nuovi interrogatori messi in calendario dalla procura di Monza. «È un incontro nato in carcere — prosegue il legale — tra Volpe e alcuni operatori dell'istituto. Il ragazzo mi dice che questa persona lo ha aiutato molto e ha intrapreso un cammino verso quei valori spirituali che aveva rifiutato per una lunga parte della sua vita».
Non si tratta di un cappellano cattolico — aggiunge il legale — ma di un pastore di una chiesa evangelica, protestante». L'ex componente delle Bestie di Satana da demone ad angelo? L'immagine al momento viene considerata assai azzardata ma è innegabile la «inversione a U» che l'incontro con il religioso nel carcere ferrarese ha rappresentato per Volpe. «Fa parte del cammino di recupero della persona — conclude l'avvocato —, che il mio assistito ha intrapreso da tempo». L'ex satanista è stato condannato per le raccapriccianti uccisioni di Chiara Marino, Fabio Tollis e Mariangela Pezzotta oltre che per l'induzione al suicidio di Andrea Bontade; nonostante questo, deve scontare solo 20 anni perché i giudici gli hanno riconosciuto il ruolo fondamentale nel fermare i delitti della setta: sono state proprio le confessioni di Volpe a far finire in carcere tutti gli altri componenti del gruppo. Da quel pentimento è cominciato un cammino irto di difficoltà.
C. Del. - L'ex leader della setta diventa evangelico
Da www.corriere.it - 04 aprile 2008
Da protagonista delle cronache sul satanismo, a seguace del Vangelo. Nel corso dei secoli, l'umanità ci ha regalato diverse storie di improvvise conversioni. Ma nell'era di Internet, i travagli spirituali trapelano online: è il caso del trentunenne Nicola Sapone, ex capo della setta delle «Bestie di Satana » che da un paio di mesi collabora con il quotidiano online La voce d'Italia, raccontando su quelle colonne la sua vita in carcere. Condannato a un doppio ergastolo per l'omicidio di Chiara Marino e Fabio Tollis e per quello di Mariangela Pezzotta, l'idraulico di Busto Arsizio ha sempre negato di aver partecipato ai delitti della setta, attiva in provincia di Varese dagli anni Novanta, stroncata dagli arresti e dalle condanne, diventata definitive nell'ottobre dello scorso anno.
[…] Nel primo articolo pubblicato sul quotidiano online, intitolato «Messa», Sapone scrive: «La vita frenetica del mondo di oggi purtroppo non dà tempo per riflettere su semplici e importanti temi come la fede, e molti come me hanno scoperto la messa "solo" grazie al carcere». In un altro passo dello stesso articolo, il riavvicinamento alla religione appare più esplicito: «Io personalmente non andavo più a messa da quando ero bambino, non posso dire che sono un credente, ma mi piace ascoltare, durante la messa, le parabole del Vangelo, se pur così antiche, il senso del suo insegnamento è più che mai attuale». Infine, conclude: «Quando ritornerò ad essere un uomo libero cercherò quella sensazione di pace e armonia che tutte le settimane riscopro durante la santa messa». […]
E un accenno al suo passato giudiziario compare forse nell'articolo intitolato «Il tradimento», in cui Sapone attacca «i cosiddetti pentiti»: dovrebbero essere castigati, dice, come nell'antica Roma, dove «chiunque calunniava una persona o tradiva l'impero era punito con la morte». […]
Una parte dei lettori sembra non credere ai travagli spirituali del killer delle Bestie di Satana. Nei commenti in calce ai suoi articoli, c'è chi usa toni civili: «Egregio signor Sapone, qualunque sia il suo crimine ritengo che lei debba scontare la sua condanna fino in fondo, senza sconti, indulti e premi vari». Altri, invece, vanno giù pesante: «La corda la mettiamo noi. Il servizio è completo. Per certi animali: viva la pena di morte! ». […]
Luigi Offeddu, Francesco Tortora - Il capo delle Bestie di Satana cronista online: seguo il Vangelo
Da www.corriere.it - 10 ottobre 2008
Un servizio di Retequattro con una preziosa testimonianza di Renato "Betulla" Farina
Come va, Mario? «Benissimo: riesco sempre a spegnere la luce o la televisione con la forza del pensiero», dice lui a chi ha modo di incontrarlo. A giugno saranno passati quattro anni dal giorno dell'arresto di Maccione, ma nella cella del carcere di Bollate dove il ragazzo sta scontando una pena a 19 anni, è come se il tempo si fosse fermato. Mario è sempre lì, rapito dalle sue fantasie soprannaturali, convinto come negli anni ruggenti delle Bestie di Satana, di poter dialogare con gli spiriti dei morti e di trasfigurarsi durante le messe nere. E così, mentre Andrea Volpe, suo ex sodale, dopo gli anni votati a Satana ha riscoperto il cristianesimo e ogni settimana incontra un pastore battista, Maccione continua a occuparsi di occultismo. Addirittura, resta sempre convinto di avere come spirito guida lo scrittore Allan Kardec, un francese che aveva fantasticato di demoni e inferi. «Maccione in carcere continua a leggere molto - conferma il difensore Salvatore Granata - ma le sue preferenze vanno sempre a libri sullo spiritismo e il soprannaturale». All'interno delle Bestie di Satana, Maccione era colui che «officiava» i riti, più testimoni hanno raccontato di aver visto il suo volto trasfigurarsi e gonfiarsi mentre venivano pronunciate formule oscure. Satanismo d'accatto o effettivi poteri medianici? Finora gli inquirenti hanno sposato la prima ipotesi. «Ma perché non ipotizzare che le cose stiano diversamente?», butta lì il difensore. Magari dando una dimostrazione in diretta dei suoi poteri.
Del Frate Claudio - Maccione: «Spengo luce e televisore con la forza del pensiero»
(10 aprile 2008) - Corriere della Sera – Pagina 13
Dei colpevoli riconosciuti con delle prove schiaccianti e assicurati alla giustizia, e un iter processuale tutto sommato abbastanza veloce, per gli standard italiani: nonostante questi elementi da lieto fine, non è possibile dire che la vicenda sia tuttora conclusa, a causa degli strascichi di ambito civile sociale e culturale che ci lascia, oltre al fatto che nulla riporterà in vita le vittime della follia satanista. Una follia che cerca appigli e vie fuga persino nelle maglie dello stato democratico, se, quasi un anno dopo la condanna, il cosidetto "capo carismatico" delle Bestie di Satana Paolo Leoni ritiene conveniente appellarsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per rivalersi contro l'Italia "dell'ingiusto trattamento" a lui riservato nel corso del processo. Al di là di questo singolo fatto, che potrà far storcere il naso ai più, sembra ancora lungo il lavoro da fare per estirpare le vere radici di questa devianza sociale.
La storia infinita delle Bestie di Satana approda alla Corte Europea dei diritti dell'uomo: Paolo «Ozzy» Leoni, condannato all'ergastolo in quanto ritenuto il leader della setta e responsabile di due omicidi, chiede che lo Stato italiano gli versi un «equo risarcimento» per una serie di violazioni del diritto di difesa patite durante i processi. Di pari passo è stata presentata in Cassazione una richiesta nella quale si sollecita la correzione di alcuni «errori di fatto» che potrebbero rimettere in gioco le responsabilità di «Ozzy». In pratica la revisione del processo. I due ricorsi a Strasburgo e a Roma sono stati presentati dai difensori di Leoni, gli avvocati Ettore Traini e Luca D'Auria e benché abbiano obiettivi differenti, partono da un punto comune: ci sono delle intercettazioni ambientali a carico di Andrea Volpe e Mario Maccione - due componenti delle Bestie di Satana, le cui confessioni sono state determinanti per smascherare la scia di delitti - che non sono state tenute nella dovuta considerazione e avrebbero potuto mettere in forte dubbio la responsabilità di Leoni nelle uccisioni di Fabio Tollis e Chiara Marino, due vittime della setta. In particolare, una conversazione di Maccione, spiata in carcere, potrebbe secondo i difensori far traballare le accuse: «Ozzy... non so che idea aveva della buca - racconta Maccione - gli altri secondo me sì». […]
La strategia è chiara: rimettere in discussione il verdetto definitivo che ha condannato Leoni e gli altri componenti della banda a pene pesantissime. Potrebbe però in astratto accadere anche che Strasburgo condanni l'Italia a risarcire Leoni, nonostante stia già scontando l'ergastolo. Intanto ieri mattina in Tribunale a Busto Arsizio, ennesimo capitolo giudiziario della vicenda. Il giudice ha chiesto che vengano nuovamente interrogati Volpe e Nicola Sapone (altro capo della setta) in merito alla misteriosa morte di Danilo Molla, un giovane deceduto nel 2000; un caso che la procura aveva già deciso di archiviare come suicidio.
Del Frate Claudio - Il capo delle Bestie di Satana «Lo Stato mi deve risarcire»
(25 novembre 2008) - Corriere della Sera - Pagina 12
Su YouTube è disponibile, in 5 parti, uno speciale di Italia1 Live:
http://www.youtube.com/watch?v=hINhGx-uF-0&hl=it
http://www.youtube.com/watch?v=y7tO_G1aLI8&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=eTOAbIp4DCw&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=8X6AvokHxBQ&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=OtIO68B4XFg&feature=related