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I ragazzi della FOA continuano la loro azione di protesta con un sito alternativo
a quello che la giunta monzese ha dedicato ai giovani

Il Boccaccio e la Pantera rosa

I'm Prisoner. I'm Closed. I'm Precario. Cartelloni arancioni con queste scritte sono comparse vicino all'ex Macello, e di fronte agli sportelli comunali per le politiche giovanili. Sono le risposte dei giovani del Boccaccio agli slogan di www.monzagiovani.it, il sito del Comune dedicato ai giovani monzesi. Anche sulla statua di Vittorio Emanuele in piazza Citterio è stato appeso uno striscione recante la scritta "I'm Prisoner", contestazione della spesa esorbitante affrontata dalla giunta per mantenere un sistema di videosorveglianza che a parere dei ragazzi della FOA non assolve per nulla al suo scopo dichiarato. L'accusa all'amministrazione è quella di aver usato tre grandi temi come la sicurezza il lavoro e gli spazi giovanili come specchietto per allodole, in grado di nascondere le reali mire sugli spazi urbani e sulla vita dei cittadini. Il comunicato si può leggere su www.monzagiovani.org, sito civetta di quello creato dal Comune.

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I ragazzi non lesinano su cifre e dati, tratti da fonti come la regione Lombardia: i posti di lavoro a rischio sono 250.000, e il 76% dei contratti d'assunzione della prima metà del 2008 sono precari. Anche i numeri sulle spese per la videosorveglianza fanno riflettere: in cinque anni, dal 2004 al 2008, sono stati spesi 1 milione e 300.000 euro, con risultati che secondo i contestatori non giustificano un simile esborso. LE amministrazioni del milanese, a loro parere, starebbero semplicemente fomentando un clima di intolleranza e squadrismo per nascondere la propria incapacità a risolvere i problemi veri dei cittadini. Una menzione particolare è infine dediata all'assessore alle Politiche giovanili Martina Sassoli, il cui progetto di riqualificazione dell'ex Macello si risolverà in un nulla di fatto, lasciando probabilmente campo libero alla speculazione edilizia sulle aree in disuso, di cui già i ragazzi si erano occupati in un dossier diffuso a luglio 2008.

L'iniziativa monzese si inserisce nella cosiddetta Pink Panther Strategy, un insieme di azioni che sono culminate con la manifestazione di sabato 28 febbraio a Milano. Rivolta soprattutto contro l'amministrazione milanese Moratti-De Corato e contro l'Expo 2015, la PPS intende difendere gli spazi giovanili autogestiti contro gli sgomberi e la logica del profitto che ne sarebbe il motore.

Per una cronaca della manifestazione, rimandiamo a questa pagina di Corriere.it: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_marzo_1/corteo_centri_sociali_milano_tensioni-1501047129161.shtml

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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