Nori Pesce a Monza ricorda il marito Giovanni e la lotta di Liberazione dal nazifascismo
«È la prima volta che rivedo il documentario dopo la morte di Visone». La commozione nella signora Nori Pesce è molto evidente. Questa anziana signora è la moglie di Giovanni “Visone” Pesce, partigiano dei GAP, medaglia d'oro al valore militare scomparso nel 2007. Il documentario è “Senza tregua”; girato da Marco Pozzi, riporta l'intervista a loro due che ricostruiscono gli anni a ridosso del 25 aprile 1945. «Il documentario è molto chiaro, spiega bene cosa successe. Come entrammo nella Resistenza, come ci conoscemmo, come fui arrestata (nel settembre del '44) e come finii prigioniera proprio qui a Monza, dove in quello che adesso è il Binario7 c'era allora un centro delle SS per la repressione dei partigiani».
La signora Pesce è tornata in questa città mercoledì 22 aprile 2009, a tre giorni dal sessantaquattresimo anniversario della Liberazione dell'Italia dall'oppressione nazifascista. Ospite della Terza Circoscrizione e dell'ANPI locale, ha combattutto con le emozioni che i ricordi di una prigionia brutale evidentemente le suscitano: «Volevano che facessi la spia, che raccontassi dei miei compagni di lotta. Ma riuscii a resistere, a tacere. Quando entrai nei GAP sapevo a cosa andavo incontro. Ma sapevo anche perchè: il mio paese era in mano a persone che uccidevano e torturavano. Non provai mai compassione per loro».
Lottare per il proprio paese è un concetto oggi molto astratto, al massimo viene da associarlo a qualche finale di calcio o a quelle tragicomiche spedizioni per la difesa del petrolio che vanno sotto il nome di missioni di pace in medio oriente. Eppure c'è stato un tempo, neanche tanto lontano, che davvero in Italia si è dovuto lottare e morire per essere persone libere, per poter vivere in un paese democratico, per avere la repubblica e la costituzione: «Quelle le abbiamo avute e, nonostante tutto, non possiamo dire che non ne è valsa la pena».
Sono discorsi così lontani dalla quotidianità di noi italiani presi nella tenaglia della frenesia e della vacuità televisiva, ma se siamo qui a permetterci il “lusso” di preoccuparci di non poter comprare il nuovo iPhone o di dover fare 2 giorni di vacanza in meno, è grazie a persone come Nori e Giovanni Pesce. Sono loro che hanno fatto dell'Italia un paese libero. Libero anche di rovinanrsi con le proprie mani purtroppo, ma l'importante è «non perdere mai la speranza». E poter ascoltare la narrazione di persone così coraggiose è un ottimo esercizio per non perderla.
Il documentario "Senza tregua" di Marco Pozzi