Morbido l'assessore, ringhioso il vicesindaco.
Resoconto del primo round.
Togliere il Gp a Monza? "Un tentato scippo gravissimo da parte di Roma ai danni della città di Monza". Sul Gran Premio Allevi non le ha mandate a dire. " La corsa resta qui. Alemanno fa il suo gioco, noi il nostro. E ci opporremo fermamente perchè resti la Formula 1 in Brianza". Musica per le orecchie dei rappresentanti della Camera di Commercio riuniti in piazza Cambiaghi per "Brianza on the move", gli Stati generali della mobilità in provincia. Che infatti applaudono a scena aperta. "Adesso tocca ai ministri e al presidente della Regione convincere Alemanno a canbiare mire se vogliono evitare lo scontro". Leggi: la matassa, adesso, la sbroglino Berlusconi e compagnia cantante. Noi badiamo al sodo.
Sta tutta qui la partita delle elezioni. Il bauscia contro il professorino, l'uomo che fa sognare contro il politico da segreteria, il maggiolone cabrio contro il pullman proletario. Altrove, nella rossa Emilia forse, sarebbe una sfida aperta. Ma qui in Brianza, tra gente che si dà da fare e sogna di ripercorrere le orme di Silvio, il mito del berlusconismo funziona ancora benissimo. E nel giorno in cui gioca in casa, il candidato del centrodestra dà il titolo ai giornali e finisce in pagina, mentre al povero Ponti non restano che le briciole.
Un confronto che, ad oggi, vede il candidato del centrosinistra in netto svantaggio, almeno in termini di mordente. Troppa prudenza da parte di Ponti, che dalla sua ci mette la buona volontà, ma sembra impastato dall' altra volontà, umana ma onestamente fuori luogo, di ricordare sempre il suo percorso durante gli anni da assessore all'Attuazione della nuova Provincia.E' un problema di comunicazione politica, più che di sostanza del programma. Quella del vicesindaco è più incisiva e carismatica. Allevi è veloce e diretto, Ponti pensa molto e usa toni più morbidi. Tanto uno è breve e schietto, tanto l'altro è lungo e periglioso nell'eloquio.
Si può dire che il vantaggio di visibilità dovuto all'assessorato si sia esaurito. Non c'è più. Dissolto come neve al sole in una giornata caldissima di maggio. Allevi non ha complessi, sa che il tessuto imprenditoriale ed economico della città è dalla sua e che i numeri delle comunali di due anni fa sono una base consistente da cui partire. Può permettersi di giocare all'attacco. Non ha un ruolo politico passato a fare da zavorra, e come vicesindaco la sua amministrazione ha recentemente incassato successi suoi (come il prolungamento fino a Rondò dei Pini della linea MM1) e altrui (la piazza Trento e Trieste recentemente inaugurata, ma cominciata da Faglia e osteggiata per anni).
La cronaca del confronto di oggi, al di là del già noto, registra un solo episiodio da segnalare. Pochi minuti dopo essersi dichiarato sicuro di vincere le elezioni, Allevi interrompe l'avversario vezzeggiato fino a pochi minuti prima e gli urla di botto "Speriamo che la delega al lavoro tu non la dia a qualcuno dei comunisti di Nichi Vendola!" Apriti cielo. La platea risponde d'istinto applaudendo e rumoreggiando. Colpito, Ponti non si riprenderà più. Disorientato, rimane lucido e non raccoglie. Ma è visibilmente imbarazzato. E quando la moderatrice, qualche istante dopo, riprende le redini del dibattito è ormai tardi.
La partita, dicevamo, è tutta qui. Non si sa se e quanti voti possano spostare i comizi. Ma se Ponti ritiene di avere già perso, come ha dato l'impressione di fare oggi, e non imparerà a riprendersi dai fendenti che un politico navigato come lui dovrebbe aspettarsi negli scontri diretti, a giugno non ci sarà storia. Non si vince in difesa contro Berlusconi, in Brianza in particolare. Ammesso che i giochi non siano fatti, è questo il momento di cambiare passo. Non si può sperare di vincere le elezioni solo contando sulla crisi economica e la necessità di sussidi alle famiglie. E' un consiglio. Ne sappia tenere conto, assessore Ponti, se vuole diventare Presidente.