Tra indifferenza (di molti) e tiepidi entusiasmi, c'è anche chi la nuova provincia proprio non la vuole. Valentino Ballabio, ex sindaco di Cologno Monzese, per esempio.
«Il sistema socioeconomico attuale del territorio è metropolitano» spiega l'ex sindaco di Cologno Valentino Ballabio. «A dimostrazione di questo, c'è il fatto che non esistono un mercato del lavoro e un mercato immobiliare monzesi o brianzoli indipendenti da quello metropolitano milanese». Secondo lui si tratta di un sistema che va governato, ma la nuova Provincia non è un ente adatto allo scopo. «Se si vuole meno stato e più mercato - continua Ballabio - se si vogliono gli slogan tipo "padroni a casa propria", allora laProvincia va più che bene. Ma le questioni connesse alla crisi attuale, così come le tematiche ambientali, non si affrontano spezzando le istituzioni». L'estensione dell'area metropolitana milanese, dentro la quale Ballabio inserisce pure Monza, sarebbe ben maggiore di quella dell'attuale provincia di Milano. La costituzione del nuovo ente sarebbe quindi per lui un ulteriore passo indietro, perché impedirebbe ancora di più un'amministrazione territoriale realmente efficace.
Ma cosa cambierà per i cittadini della Brianza? «Per loro le cose cambieranno solo in peggio, le vere decisioni continueranno ad essere prese a Milano. La strategia errata per rispondere alla centralità milanese - spiega ancora Ballabio - è creare qualcosa che la rafforza. Se Monza, la Brianza, e in generale tutto il territorio metropolitano avessero davvero voluto competere con Milano - continua - avrebbero dovuto "coalizzarsi" e "circondarla" per costringerla a trattare ad armi pari. Invece continuando a dividere alcuni pensano di governare meglio». Quindi chi ci guadagna in questa situazione? Milano? «Non ci guadagna nessuno, senza lungimiranza ci perdono tutti. Con questa suddivisione l'area metropolitana milanese perde un sacco di cose: Malpensa, il Gran Premio. Ci guadagna Roma, è il caso di dirlo: con il GP e il vantaggio per Fiumicino».
Un altro problema, per Ballabio, starebbe addirittura a livello democratico: con il nuovo assetto territoriale conseguente all'istituzione della provincia MB, chi vota in alcuni comuni brianzoli non avrà più la possibilità di agire sui grandi problemi che investono tutta l'area metropolitana, mentre viceversa Milano non potrà più neanche tentare di affrontare alcuni problemi periferici. Ballabio, che cita il libro di Giuseppe Boatti "L'Italia dei sistemi urbani", ritiene che l'istituzione della Provincia sia un tentativo di Monza di qualificarsi come sistema urbano. «Il punto è che Monza non lo è, perché ha un tasso giornaliero di ingressi/uscite negativo. Paradossalmente, Lecco, per quanto più piccola, è molto più sistema urbano rispetto a Monza».
Lei andrà a votare? «No, a meno che un candidato non si presenti con un programma di un solo punto: quello di abolire la provincia e di istituire l'area metropolitana».
A quella di Ballabio si aggiunge un'altra voce contro il nuovo ente, quella del Comitato intercomunale per l'interramento delle FNM che, protestando contro i lavori della Pedemontana, invita a non votare alle elezioni provinciali. Secondo il comitato, infatti, il voto andrebbe a premiare i politici di destra e di sinistra che con i lavori di Pedemontana starebbero danneggiando la verde Brianza.
Chissà se le province verranno davvero abolite come in tanti, da destra e da sinistra, ma soprattutto da destra, hanno invocato. Quel che è certo, è che tutte le forze politiche, anche le detrattrici in passato più accanite, parteciperanno a giugno alla gara per accaparrarsi la poltrona di presidente.