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Il candidato del Partito Comunista dei Lavoratori: no all'autodromo, no all'Expo2015, finanziamenti scolastici solo agli istituti pubblici.


Per molti, la mobilità è il problema centrale per la provincia MB. Come vede il futuro dei trasporti pubblici? E' pensabile anche per la Brianza una "cura del ferro", nel senso di potenziamento del trasporto su rotaia, tram e treni?
È pensabile, sicuramente, anche se al momento la prospettiva non è rosea, perchè tutte le formazioni politiche, di destra o di sinistra, hanno approvato nei vari governi nazionali che si sono succeduti i finanziamenti per uno dei più grandi ecomostri della nostra zona, che è la Pedemontana. La realtà quindi va verso il modello di trasporto vecchio e inutile, che è uno scempio per l'ambiente ed uno spreco di risorse. Bisognerebbe invece avere una politica diversa, alternativa, come la nostra, che punta proprio sul trasporto pubblico e sull'utilizzo delle biciclette, e comunque su un futuro del trasporto non individuale, bensì collettivo.

Come pensa di coniugare la necessità di colmare il gap infrastrutturale con la salvaguardia del territorio? Ad esempio come intende gestire l'impatto della Pedemontana?
Noi intendiamo gestirlo in questo modo: opponendoci in modo concreto, attraverso l'invito a mobilitarsi, cosa che in parte è già avvenuta. Finchè la Pedemontana era solo nell'aria, i cittadini della Brianza se ne disinteressavano. Adesso invece, essendo arrivate le prime richieste di esproprio, tutti ovviamente se ne preoccupano. La questione, quindi, è opporsi alla Pedemontana ed utilizzare il fiume di milioni di euro stanziati per rafforzare il trasporto pubblico e dare uno sviluppo diverso alla Brianza. Fra l'altro, aggiungo che un altro grande ecomostro sta per abbattersi non solo su Milano e sull'hinterland, ma anche per l'appunto sul nostro territorio: l'expo 2015, voluto da centro, destra e sinistra senza distinzioni.

La Brianza è uno dei territori più urbanizzati d'Europa. Che indirizzo intende dare al suo mandato, ulteriore consumo di suolo o salvaguardia delle aree libere?
Parliamo sì di un territorio ormai densamente abitato, ma anche di una delle cinque realtà più inquinate del mondo. Con una densità abitativa altissima, ma anche con una cementificazione ed un'antropizzazione che hanno raggiunto un punto di non ritorno. Occorrono quindi delle politiche davvero alternative sulla questione del trasporto, sul riutilizzo delle aree dismesse, su un diverso sviluppo, che noi pensiamo come socialista e anticapitalista. Vogliamo una società alternativa al profitto e al capitale.

Quali azioni intende favorire per lo sviluppo sostenibile della provincia, il passaggio alle energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni di CO2 e la raccolta dei rifiuti?
Tutte cose stupende, in teoria, che tutti, da destra a sinistra, mettono in programma. Poi però votano nelle giunte di Penati le cose più orribili. Lei ha citato questioni ambientali: ebbene, si va verso il raddoppio dell'inceneritore di Desio, scelta sbagliatissima contro cui noi ci opponiamo. È stata votata nella ex giunta Penati con il piano smaltimento rifiuti, sia da centrodestra che da centrosinistra, e per questo noi siamo alternativi ad entrambi. È chiaro che bisogna puntare al riciclaggio, e ad una società radicalmente diversa. Tutti parlano di riciclaggio, ma poi nessuno si impegna sul serio in termini di risorse su quest'aspetto fondamentale.

L'autonomia di MB potrebbe contribuire a rilanciare l'attrattività del territorio, ad esempio facendo finalmente della Villa l'attrazione turistica che merita di essere? Quali sono le sue proposte in merito all'Autodromo?
Bisogna distinguere fra la propaganda elettorale e la realtà. La Villa Reale, il Parco, il Duomo e in generale la storia e la cultura della città sarebbero beni fondamentali per uno sviluppo turistico, ma in modo intelligente. Tutti a parole possono essere interessati a questo, la realtà va totalmente in altro senso. Basti pensare che addirittura è stata proposta la Villa Reale come sede per l'Expo 2015: un obbrobrio incredibile. Noi pensiamo che la Villa vada sfruttata per il suo valore museale, ristrutturandola con fondi pubblici. Noi siamo l'unico partito, al di là di prese di posizioni di Verdi o altri, a dire in modo chiaro che l'autodromo è incompatibile con il Parco di Monza. È un errore fatto nel triste anno 1922 dal regime fascista, quello di mettere un autodromo all'interno del parco recintato, peraltro privatizzato, più grande d'Europa. Il Parco va ripubblicizzato. Si tratta di un bene fondamentale della collettività e collettivamente va gestito. La sorte dell'autodromo dipenderà dalle scelte che verranno fatte. Noi non ce l'abbiamo con i tifosi di questa industria commerciale. Chi vuole assistere alla Formula Uno lo faccia. Il problema dell'incompatibilità resta, però.

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La crisi rischia di accentuare il divario sociale in un paese dalle differenze già molto nette come l'Italia. Come pensa di intervenire per sostenere i ceti più deboli e favorire l'inclusione?
La crisi capitalistica è feroce. Si parla di prodotto interno lordo in caduta libera, di licenziamenti, di cassa integrazione (solo in Brianza decine di migliaia di persone hano perso il lavoro), di giovani sottopagati con redditi ridicoli, senza certezze per il futuro. Per questo, noi non siamo d'accordo con i "pannicelli caldi", cioè con le piccole misure di sostegno o le iniziative caritatevoli: non è distribuendo il pane a un euro che si risolvono le questioni. Noi siamo per alcune misure drastiche, che prefigurano un modello di società socialista. Tutti criticano questo assetto capitalista, tutti a dire che un'altra società è possibile, ma qual è l'altra società? Noi abbiamo in mente questo modello. Vogliamo che tutti i dipendenti pubblici, che sono tanti, siano assunti a tempo indeterminato, con delle garanzie rispetto ai loro salari contrattuali. Questo significa progettare il futuro per i giovani, esattamente al contrario di quanto sia effettivamente avvenuto, cioè tutte le leggi sulla precarizzazione approvate indistintamente da centro, destra e sinistra. In Brianza stanno chiudendo fabbriche: vanno bloccati i licenziamenti, perchè i lavoratori hanno già pagato la crisi in questi decenni, con il ridimensionamento del salario, con l'aumento del carovita. È giunta l'ora che paghi la crisi chi l'ha provocata, cioè banche, capitalisti, Confindustria, il padronato. Chi ha goduto di decenni di milioni di finanziamenti a fondo perso.

In quanto provincia economicamente sviluppata, Monza vede una presenza consistente di immigrati. Qual è la sua posizione riguardo la loro integrazione?
Noi siamo in controtendenza rispetto a molti altri, e lo rivendichiamo come dato di civiltà. Al momento il nostro paese si sta guadagnando le condanne dell'O.N.U. per i respingimenti dei gommoni carichi di migranti. Vengono portati in Libia e lasciati a se stessi. Si dice che questa pratica si faccia per fermare i trafficanti di uomini, mentre al contrario li si favorisce, perchè una volta giunti in Libia sono rivenduti nuovamente a questi mercanti di schiavi. Anche il pacchetto sicurezza, con l'obbligo di denuncia di immigrati clandestini da parte di medici e presidi, è di un'inciviltà e di un'intolleranza contro cui ci opponiamo. Definire reato l'immigrazione clandestina significa colpire una situazione soggettiva trasformandola in qualcos'altro. Dobbiamo dare battaglia culturale contro xenofobia e razzismo, e costruire sui luoghi di lavoro un rapporto fra lavoratori al di là delle etnie. In sostanza: lavoratori uniti senza distinzioni, uniti nella lotta per il lavoro, per la casa, per i servizi sociali. Non dobbiamo metterci gli uni contro gli altri, come vogliono le destre, ma anche alcuni governi di centrosinistra.

La quota di lavoratrici in Brianza è tra le più alte d'Italia, ma conciliare lavoro e famiglia è sempre più difficile. Che politiche pensa di intraprendere in favore delle neomamme?
Il problema non riguarda solo le neomamme, ma tutte le donne, che nel nostro paese sono discriminate e considerate spesso come oggetti o gingilli, e il presidente del consiglio in questi anni ci ha dato diverse lezioni in tal senso. Vorrei una reazione da parte di tutto il mondo femminile contro questo maschilismo imperante. Per quanto concerne le donne lavoratrici, che sono le prime ad essere licenziate, bisogna varare una politica che trovi finanziamenti per una protezione sociale, in termini di asili nido, in termini di intervento sulla situazione scolastica, in termini di strutture territoriali che consentano alla donna di non essere supersfruttata: sessualmente, nel luogo di lavoro e in casa. La realtà va in un altro senso: chiudono gli asili nido, si tagliano i servizi, e chi ha i soldi si arrangia, mentre chi non ne ha si licenzia per accudire i figli. Cosa che deve essere una scelta, non  un obbligo senza alternativa. Quella sul sistema scolastico è una delle competenze che la provincia può avere. Su questo versante, secondo noi va potenziata la scuola pubblica. Il movimento dell'Onda ha coinvolto anche gli insegnanti, che si sono battuti contro i tagli stratosferici del ministro Gelmini. Da questo punto di vista, la centralità massima, per noi, è sulla scuola statale: la nostra proposta drastica è di eliminare tutti i finanziamenti di vario grado erogati alle scuole private. Basta avere una volontà politica. Temo però che, visto le posizioni degli altri partiti, questo non verrà mai attuato. Su questo noi proporremo iniziative, non ci limiteremo a dirlo in campagna elettorale. Vogliamo dare a tutti un'istruzione pubblica di ogni ordine e grado. Questo riguarda soprattutto le strutture, che in molti casi vanno riqualificate. Molte scuole ancora non sono state bonificate dall'amianto. Sono tutti interventi che si dovrebbero affiancare ad altri sulla qualità didattica. Questo non significa sottrarre alle persone la possibilità di iscrivere i figli alle private. Ma i finanziamenti per quelle scuole non devono provenire dai soldi dei contribuenti.

MB è caratterizzata da un'offerta culturale che negli ultimi anni è cresciuta, ma rimane sottodimensionata rispetto alle potenzialità del territorio, oltre che poco conosciuta dai cittadini. Come intende adoperarsi in questo senso? Esiste un progetto riguardante l'introduzione di nuove facoltà sul territorio?
Noi vorremmo un aumento dell'istruzione universitaria anche sul nostro territorio, in particolare dell'accessibilità a tale istruzione. Sottolineo che deve trattarsi di sistema universitario pubblico. La logica dell'autonomia universitaria sta facendo decadere i servizi e innalzando le rette che gli studenti devono pagare. Gli atenei non devono piegarsi ad interessi di tipo localistico. Monza ha sicuramente possibilità ampie riguardo l'insegnamento universitario. Come polo di attrazione ha già la facoltà di Medicina, che può costituire un punto di partenza per lo sviluppo di questo ambito per la città e per gli studenti.

Riprendiamo il discorso dell'Expo2015: in che modo la nuova provincia di Monza si relazionerà ad esso?
Non ci si relazionerà per nulla. Il progetto è stato catapultato dall'alto dal governo Berlusconi, che ha deciso tutto: consigli di amministrazione e relative prebende gigantesche. Tutto è stato deciso da potentati economici, Impregilo in prima fila, assieme al governo e ai vari enti che a livello locale sono vicini al governo, con le forze di centrosinistra che al massimo hanno detto che l'Expo può essere fatta, ma con alcune piccole migliorie. Quindi la nuova provincia MB, che peraltro, vista l'assenza di una vera sede, esisterà solo sulla carta, non potrà gestire nulla. Al massimo applicherà ciò che altri hanno deciso. La nostra speranza è che l'Expo non si faccia. Auspichiamo che sui territori coinvolti sorgano, e in qualche luogo già sono sorti, comitati di cittadini in lotta contro la distruzione ambientale e la cementificazione del territorio. Speriamo insomma che l'Expo non si faccia perchè il popolo della Brianza e del milanese non l'avrà voluto.


Cosa potrà fare la nuova provincia riguardo all'attività della mafia e della criminalità organizzata sul nostro territorio?
La Brianza da anni è territorio di espansione delle grandi organizzazioni criminali a partire dalla "ndrangheta" come i recenti episodi di sangue, purtroppo, attestano. Non meno grave sono i fenomeni del riciclaggio del denaro sporco e l'usura, a riprova di quanto le grandi criminalità siano diventate una delle principali "industrie" per fatturato del nostro paese. Il Partito Comunista dei Lavoratori avanza le seguenti proposte: a) impiego delle varie polizie (fra cui la Polizia Provinciale) nel contrastare l'emergenza grande criminalità nel settore degli appalti delle opere pubbliche reprimendo la deleteria quotidianità dei sub appalti e sub sub appalti; rigidi controlli finanziari sulla provenienza dei capitali delle società che vincono tali appalti; forti controlli del territorio della Brianza per ciò che riguarda l'attività delle cosìdette "ecomafie"; b) la costituzione di una commissione d'indagine del Consiglio provinciale sul fenomeno mafioso, sicuramente attirato dal grande giro di denari connesso alle grandi opere (pedemontana e expo 2015), per prevenire e stroncare qualsiasi commistione fra potere criminale e livello politico.

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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