Le opportunità dell'Expo, il rilancio di Parco e Villa Reale, attenzione all'ambiente: la candidata de La Destra e dei Pensionati
Per molti, la mobilità è il problema centrale per la provincia di MB. Come vede il futuro dei trasporti pubblici? E' pensabile anche per la Brianza una "cura del ferro" nel senso di potenziamento del trasporto su rotaia, tram e treni?
Per quanto ci riguarda, riteniamo davvero che la mobilità e le infrastrutture relative costituiscano uno dei problemi più grandi che coinvolgono la nostra provincia. Prima di tutto, va data particolare attenzione al fatto che si tratta di una zona molto inquinata e con una forte densità abitativa. Sappiamo tutti quanto sia difficile attraversare la Brianza in poco tempo. A chi diventerà presidente della provincia noi chiediamo, dunque, di potenziare l'impegno per migliorare i trasporti pubblici, sia quelli su ferro, sia quelli su gomma. Per i primi, sappiamo che la rete ferroviaria esistente è già abbastanza forte. Vi sono molte linee suburbane che partono da Milano e attraversano la Brianza, purtroppo però sono male organizzate: la nostra richiesta è che queste linee siano disciplinate in modo diverso. Un'altra questione che poniamo sulle ferrovie riguarda la linea Seregno - Saronno, che potrebbe finalmente collegare direttamente Monza a Malpensa, senza dover per forza prima arrivare a Milano su gomma. Tutto questo sperando che il nostro aeroporto non subisca davvero quello che noi temiamo. Il ferro, in sostanza, potrebbe essere davvero la soluzione dei trasporti pubblici. Noi comunque teniamo conto pure delle autolinee, che sono abbastanza numerose. Anche questa rete, però, è malgestita, a livello di confluenze e di orari. Il fatto che treni e autolinee siano mal coordinati disincentiva la gente ad usare il trasporto pubblico. Per noi quindi è fondamentale l'integrazione funzionale e oraria delle autolinee e dei treni. Naturalmente vorremmo una frequenza di trenta minuti di ogni treno su ogni linea. Così facendo si potrebbe creare quella metropolitana all'aperto che noi vorremmo immediatamente operativa, in attesa che nascano altre linee sotterranee. Su questo punto, riteniamo ridicolo portare la linea metropolitana da Sesto a Bettola: una soluzione che non risolve nulla. Ancora più ridicola la proposta di portarla al Rondò dei Pini, dove c'è quello scempio di centro commerciale voluto sia dalla destra che dalla sinistra. Anche questa soluzione non risolverebbe nulla, perchè fra poco ci sarà il tunnel che collegherà Bettola con il Rondò dei Pini, e per percorrerlo ci vorranno due minuti in auto: chi farebbe il percorso in metro, se non chi si dovesse fermare al centro commerciale? Noi vogliamo sì una linea metropolitana, ma che si allunghi dentro tutto il territorio, che colleghi Monza a Milano ma anche Monza e tutta la Brianza.
La quale, per l'appunto, è uno dei territori più urbanizzati d'Europa. Che indirizzo intende dare al suo mandato, ulteriore consumo di suolo o salvaguardia delle aree libere?
La risposta è obbligata. Certamente vanno rispettati tutti i suoli liberi in Brianza, nei limiti del possibile. Se si deve edificare, bisogna fare riferimento alle aree su cui si è già costruito, da ristrutturare, oppure dismesse. Edificare sul verde oggi sarebbe impensabile, in una Brianza che lo ha già sacrificato molto.
Quali azioni intende favorire per lo sviluppo sostenibile della provincia, il passaggio alle energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni di CO2 e la raccolta dei rifiuti?
Mi risulta che siamo la provincia che ha maggior cura della raccolta differenziata, ma questa può essere ulteriormente potenziata. Mi è stato detto da chi è più esperto di me che l'umido potrebbe essere utilizzato per produrre energia, quindi ci si deve impegnare su questo fronte. A tutti i livelli bisogna fare ricorso alle energie alternative, e oltretutto ritengo che un trasporto pubblico ben organizzato possa ridurre sensibilmente le emissioni.
L'autonomia di MB potrebbe contribuire a rilanciare l'attrattività del territorio, ad esempio facendo finalmente della Villa l'attrazione turistica che merita di essere? Quali sono le sue proposte in merito all'Autodromo?
In primo luogo, mi richiamo a quello che ho sentito ieri (martedì 26 maggio, ndr) alla Confindustria di Monza. Si parlava delle imprese che ci sono in Brianza, e si rilevava che il numero di ristoratori e albergatori è molto basso rispetto a quanto potrebbe essere. Tutto questo metteva in luce il fatto che il turismo in fondo in Brianza non esiste. Qui noi dovremmo sviluppare al massimo un turismo di tipo culturale. Visto che siamo in un momento di crisi, visto che si continua a parlare dell'imprenditore brianzolo che davvero rischia la propria impresa, chi è chiamato a governare ha il dovere di curare il turismo, soprattutto perché il turismo fa parte delle competenze della provincia. In Brianza l'unica strada è ristrutturare e valorizzare tutte le belle ville e i parchi, in primis la Villa Reale, un nodo che non viene mai sciolto. Il progetto che c'è attualmente sulla Brianza, con le Beauty Farm, non ci piace. Quando si vorrà davvero valorizzare il territorio, si dovrà innanzitutto mettere in primo piano il suo aspetto culturale, storico e architettonico. La Villa Reale, ad ogni modo, è governata dalla città di Monza insieme alla Regione Lombardia. Il Parco, invece, è amministrato dalla città di Milano. Noi chiediamo che il Parco sia gestito nella maniera migliore possibile. Il Parco ha un valore storico che deve venire prima di tutto. Che al suo interno, poi, ci siano già e debbano rimanere delle strutture sportive come l'Autodromo, visto che per Monza sono molto importanti, questo non deve farci dimenticare che sono ospiti del Parco. Noi chiediamo che, se l'Autodromo vuole davvero sopravvivere all'interno di un luogo come questo, vengano trovate alcune soluzioni: innanzitutto, l'uscita di Vedano dovrebbe diventare esclusivamente un passaggio di emergenza, mentre la vera uscita dovrebbe essere quella di Santa Maria delle Selve, in modo che il Parco eviti direttamente parecchio traffico, e allo stesso tempo anche l'Autodromo possa essere facilmente collegato alla strada provinciale. Sarebbe un vantaggio per tutti. Altro problema sono le sopraelevate. Ogni volta che si parla di abbatterle, tutti gli amanti dell'Autodromo si scatenano credendo di avere a che fare con persone che lo odiano. Per me il discorso non si pone, perché mio marito ha fatto nascere l'Associazione Amici dell'Autodromo Non posso però dimenticare il valore del Parco. Queste sopraelevate che non hanno nessun valore sportivo, in quanto nate già "sbagliate", tant'è che non è stato possibile usarle, e non hanno nemmeno alcun valore storico perché nessuna vera corsa degna di memoria vi ha mai avuto luogo.
La crisi rischia di accentuare il divario sociale in un paese dalle differenze già molto nette come l'Italia. Come pensa di intervenire per sostenere i ceti più deboli e favorire l'inclusione?
Come si sa, la crisi è mondiale e riguarda tutti i mercati. Credendo di poter risolvere i propri problemi economici, molti in Brianza dopo aver perso il posto di lavoro hanno messo su nuove imprese. Purtroppo non siamo più negli anni in cui ciò poteva davvero funzionare. La provincia deve intervenire in favore delle classi più povere e dei disoccupati, ma soprattutto deve agire nella formazione, con un occhio particolare ai diversamente abili, agli anziani e a quei lavoratori di circa quarant'anni, un'età nella quale ormai nel mondo del lavoro si è già considerati vecchi. Oltre ai corsi di formazione veri e propri, deve esserci automaticamente anche una Consulta provinciale che indirizzi queste persone verso la soluzione dei propri problemi. Un altro problema delle imprese brianzole è l'accesso al credito. Qui la provincia potrebbe intervenire per facilitare le cose. I finanziamenti, poi, sia provinciali che europei, vanno usati molto meglio: troppe volte sono stati sprecati, quando non rubati, perchè non usati davvero per la formazione dei giovani. Questo non deve più avvenire in una terra di persone oneste e lavoratici come la Brianza. Se verrà dato modo agli imprenditori di accedere in modo veloce al credito e ai finanziamenti, i frutti arriveranno presto.
In quanto provincia economicamente sviluppata, Monza vede una presenza consistente di immigrati. Qual è la sua posizione riguardo la loro integrazione?
Sappiamo ormai che nel nostro territorio l'immigrato è presente anche pesantemente. Ma non sempre nel ruolo che i più ritengono, cioè di lavoratore manuale. In Brianza continuano a sorgere imprese rette da immigrati, ognuna di tipo diverso a seconda della nazionalità. Devono avere il loro spazio, dato che vivendo e lavorando qui sono cittadini italiani, ma chiaramente devono sottostare alle nostre leggi come tutti gli altri imprenditori e cittadini.
La quota di lavoratrici in Brianza è tra le più alte d'Italia, ma conciliare lavoro e famiglia è sempre più difficile. Che politiche pensa di intraprendere in favore delle neomamme?
In questa campagna elettorale io non rappresento solo La Destra, ma anche un'altra lista, che è quella dei Pensionati. La quale, a dispetto del nome, intende proteggere gli interessi di tutte le categorie sociali più deboli. Le madri lavoratrici hanno bisogno del supporto di chi governa, per poter svolgere il proprio lavoro. A livello di servizi sociali, noi abbiamo una particolare attenzione verso gli asili nido. La donna però, oltre a doversi occupare dei figli, spesso si trova anche a doversi prendere cura dei vecchi genitori. La vita della donna, dai vent'anni in su, da quando si sposa, è sempre dedicata a curare qualcuno. Giustamente, perchè la donna non vuole rinunciare a questo suo ruolo. Bisogna però che non ne sia penalizzata dal punto di vista lavorativo. Asili nido per i bambini, supporti, magari anche a domicilio, per poter curare gli anziani: questi sono i servizi sociali che permetterebbero alla donna giovane di lavorare.
MB è caratterizzata da un'offerta culturale che negli ultimi anni è cresciuta, ma rimane sottodimensionata rispetto alle potenzialità del territorio, oltre che poco conosciuta dai cittadini. Come intende adoperarsi in questo senso? Esiste un progetto riguardante l'introduzione di nuove facoltà sul territorio?
Noi crediamo che sia indispensabile la nascita in Brianza di un polo universitario di tipo tecnico e scientifico in grado di porsi da supporto all'impresa che è tipica del nostro territorio. Biotecnologia, ingegneria, architettura: sono queste le facoltà a cui penso. Anche le lingue dovrebbero essere molto importanti.
In che modo la nuova provincia di Monza si relazionerà all'Expo2015?
L'Expo è una bella speranza per molti. Si parla di migliaia di posti di lavoro, di opportunità per il nostro territorio. Certamente costringerà a dar vita alle strutture che mancano. Bisognerà vedere come sarà gestito, innanzitutto. Monza sarà di certo coinvolta, si parla della Villa Reale come di una delle sedi di gestione dell'evento. Noi siamo favorevoli all'Expo per tutto quel che riguarda la ricchezza, non lo saremmo nel caso che ciò voglia dire edificazioni folli sul nostro territorio. Ma non crediamo che accadrà.
Cosa potrà fare la nuova provincia riguardo all'attività della mafia e della criminalità organizzata sul nostro territorio?
La provincia in verità sembra poter fare poco, perchè la Polizia Provinciale si occupa essenzialmente di crimini inerenti all'ambiente. Noi però crediamo che la provincia, proprio per il suo ruolo istituzionale, possa coordinare le varie polizie locali e le attività di controllo del territorio. D'altra parte, un problema così grande non si può certo risolvere all'interno di un'area così piccola. Di certo, però, già la stessa prevenzione dei reati ambientali potrebbe dare dei buoni risultati.