Romano, classe 1965, è il candidato del Popolo delle libertà e della Lega. Mobilità e rilancio della Villa e dell'Autodromo le sue priorità.
Da più parti si è detto che la mobilità è uno dei principali problemi della Brianza. Come vede il futuro dei trasporti pubblici? E' pensabile anche per questo territorio una "cura del ferro"?
La mobilità è certamente una delle priorità in Brianza.Troppo poco è stato fatto negli ultimi anni, direi addirittura decenni, e questo non giova specie a un territorio come il nostro, che è una vera locomotiva economica. I ritmi di vita qui da noi sono ormai altissimi e dobbiamo mettere cittadini e aziende nelle condizioni per soddisfare le proprie esigenze. Le direttrici da seguire in tal senso sono molteplici: collegare la nostra Provincia agli scali aeroportuali, potenziare e razionalizzare il trasporto su gomma e pensare, sì, anche a una "cura del ferro": ci sono alcuni interventi che a fronte di investimenti contenuti darebbero grandi vantaggi alla popolazione. Penso alla linea Milano-Molteno-Lecco che ogni giorno serve gli studenti e i lavoratori di una ampia area e che meriterebbe di essere resa più efficiente ed efficace. Allo stesso tempo ci impegneremo per ottenere l'allungamento della metropolitana milanese (linea 1) fino al rondò dei Pini. Sono fermamente convinto che solo con questo ulteriore prolungamento l'arrivo della metropolitana a Monza porterebbe effetti sensibili e positivi. Se riuscissimo a far diventare il rondò dei Pini un vero nodo tra vie di comunicazione diverse saremmo in grado di spostare l'80% del traffico urbano locale che da Monza si sposta verso Sesto. Infine, stiamo considerando i risultati positivi derivati dall'installazione delle metro-tranvie a Milano. Potrebbe essere un'idea per collegare Monza alla metropoli in modo veloce e leggero.
Come pensa di coniugare questi progetti con la salvaguardia del territorio? Ad esempio come intende gestire l'impatto della Pedemontana?
E' un tema molto delicato poiché ci troviamo a che fare con un territorio intensamente urbanizzato in cui ipotizzare nuove infrastrutture diventa cosa sempre più difficile. Da parte nostra, cercheremo di trovare una adeguata sintesi tra le necessità in campo, coscienti ad un tempo che la Brianza non si può fermare e deve proseguire nel suo modello di costante sviluppo e, d'altra parte, consapevoli che per noi ora l'ambiente è una risorsa fondamentale, che non si può sprecare. Per quanto concerne Pedemontana la Provincia può in concreto dire poco, trattandosi di un progetto di portata europea. Si tratta certo di un progetto di grande livello, che adotta tutti gli accorgimenti possibili per mitigare i suoi impatti. L'arrivo di Pedemontana porterà qualità della vita ed economia anche per le nostre zone. Certamente sarà nostra cura fare tutto il possibile perché il progetto venga realizzato nel migliore dei modi seguendo parametri di sostenibilità.
La Brianza è uno dei territori più urbanizzati d'Europa. Che indirizzo intende dare al suo mandato, ulteriore consumo di suolo o salvaguardia delle aree libere?
Il nostro territorio è molto urbanizzato, ma ci sono Provincie che sono messe peggio. Noi abbiamo la fortuna di aver mantenuto diversi polmoni verdi strategici, penso al Parco di Monza, che sarà nostra responsabilità tutelare e mantenere nel migliore dei modi. Inoltre ci impegneremo per incentivare il riuso e il recupero delle grandi aree produttive dismesse, prima di intaccare qualsiasi suolo libero. Forniremo tali indirizzi attraverso il Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP). Va ricordato però che, in ultima istanza, le singole scelte urbanistiche spetteranno alle amministrazioni comunali tramite i propri strumenti urbanistici. Noi abbiamo in mente una Brianza diversa che sappia svilupparsi tenendo conto dell'ambiente.
Ha parlato di riuso e recupero: quando parliamo di interventi di ripristino e o della costruzione di nuova edificazione divengono centrali i temi del risparmio energetico e dell'utilizzo di fonti di energia rinnovabili per le nuove costruzioni. Quali azioni intende favorire per lo sviluppo sostenibile della provincia?
Sarà basilare tanto premiare questi modelli di sviluppo quanto inserire l'obbligo di utilizzo di energie pulite all'interno delle nuove costruzioni. Come le Provincie di Lecco e Como ci doteremo di un piano energia, provvederemo a garantire degli standard di qualità mediante sistemi di certificazione ambientale e a promuovere campagne di sensibilizzazione per l'uso responsabile dell'energia e per la riduzione degli sprechi.
L'autonomia della nuova Provincia potrebbe essere l'occasione per rilanciare l'attrattività del territorio, ad esempio facendo finalmente della Villa l'attrazione turistica che merita di essere? Quali sono le sue proposte in merito all'Autodromo?
Per due anni sono stato Assessore al turismo per il Comune di Monza. Questo è un argomento che mi sta a cuore e a cui ho dedicato molto tempo. In questi anni abbiamo portato a termine studi assieme a diversi dipartimenti universitari che ci hanno confortato delineando una Brianza dai mille turismi, almeno a livello potenziale. Il turismo da business, il turismo culturale, quello eno-gastronomico, quello legato ad un evento mondiale come il Gran Premio di Formula Uno e così via. Durante il mio mandato presso il Comune di Monza abbiamo aperto un info point in città per l'accoglienza al turista; vorrei inserirne altri in diversi ambiti della nuova Provincia. Inutile dire che i più grandi sforzi verranno profusi per dare adeguata visibilità e fruibilità a due veri monumenti di questa terra: la Villa Reale, il suo parco, e l'Autodromo. Per la valorizzazione della prima siamo del tutto a favore del consorzio che si è creato in questi mesi e che vede coinvolti anche Regione e Ministero dei beni culturali. E' quello l'unico modo per provare a recuperare i 110 milioni di Euro necessari all'attuazione del progetto Carbonara. Pensi a cosa vorrebbe dire il passaggio dalle attuali 15 stanze aperte al pubblico, alle 900 stanze aperte, a progetto ultimato. Potremmo ipotizzare flussi come se avessimo un Gran Premio ogni weekend. L'autodromo è parte della storia, è un simbolo e un appuntamento fondamentale sono i suoi GP. La levata di scudi contro lo spostamento del Gran Premio dimostra l'attaccamento del territorio tutto a questo evento. Noi faremo in ogni modo per tutelare questo immenso patrimonio, Villa, Parco e Autodromo, che deve rimanere un unicum invidiato a scala mondiale.
La crisi rischia di accentuare il divario sociale in un paese dalle differenze già molto nette come l'Italia. Come pensa di intervenire per sostenere i ceti più deboli e favorire l'inclusione?
Nonostante in Brianza si manifestino già segnali di ripresa - il nostro territorio essendo una punta di diamante nel sistema di imprese italiano vive sempre i cambiamenti con un certo anticipo - la crisi è testimoniata dai dati a nostra disposizione. La Provincia dovrà impegnarsi ad aiutare quelle imprese e quei lavoratori che in questo momento stanno soffrendo o temono di chiudere e perdere il posto di lavoro. Le vie sono molte, dovremo lavorare sotto diversi punti di vista: nell'ambito della formazione, in quello dell'orientamento al lavoro, mediante un collocamento mirato delle persone diversamente abili, attraverso un utilizzo accorto degli ammortizzatori sociali. A tal proposito, abbiamo già pensato ad un fondo di garanzia per aiutare le piccole e piccolissime imprese che ora sono in difficoltà. Un piccolo gesto concreto per chi fatica ad andare avanti, uno stimolo per il sistema creditizio. Il sistema bancario è, ovviamente, uno dei settori su cui più bisognerà lavorare per uscire da questa crisi. Troppo spesso negli ultimi tempi le banche hanno fatto finanza facile e hanno chiuso i rubinetti del credito sfavorendo l'economia reale. Con gli strumenti a sua disposizione la Provincia dovrà trovare il modo di incentivare una riapertura di questi rubinetti.
In quanto provincia economicamente sviluppata, Monza vede una presenza consistente di immigrati. Qual è la sua posizione riguardo la loro integrazione?
Per parlare di immigrati è bene partire subito da una linea di demarcazione netta: ci sono immigrati regolari e immigrati clandestini. I primi sono integrati, vivono e lavorano con noi e hanno gli stessi diritti e doveri di qualsiasi altra persona che abiti questo territorio. Sono brianzoli a tutti gli effetti. Per quanto concerne i clandestini, dico chiaramente che non servono alla nostra Provincia. Fortunatamente, con l'ultimo pacchetto sicurezza promosso dal governo, è più facile la lotta alla clandestinità. La nostra Provincia farà di tutto per prevenire il fenomeno.
La quota di lavoratrici in Brianza è tra le più alte d'Italia, ma conciliare lavoro e famiglia è sempre più difficile. Che politiche pensa di intraprendere in favore delle neomamme?
Queste donne piene di iniziativa che riescono a lavorare e portare avanti una famiglia sono uno degli splendori della Brianza. Pensiamo che il business rosa in Brianza è fortissimo e in questo momento segna un + 8.5% rispetto alle cifre dello stesso periodo dell'anno scorso, e questo contro un trend regionale del + 2%. In Provincia dovremo proseguire l'egregio lavoro sulle pari opportunità svolto in questi mesi dall'assessore Sassoli a livello municipale. I piani su cui lavorare sono molti, dagli incentivi, alle facilitazioni, allo studio di orari per gli esercizi commerciali adatti a madri lavoratrici.
Il territorio della nuova Provincia è caratterizzato da un'offerta culturale che negli ultimi anni è cresciuta, ma rimane sottodimensionata rispetto alle sue reali potenzialità, oltre che poco conosciuta dai cittadini. Come intende adoperarsi in questo senso? Esiste un progetto riguardante l'introduzione di nuove facoltà universitarie sul territorio?
Il patrimonio culturale in Brianza è enorme. La Provincia dovrà radunare le associazioni culturali già molto presenti e attive sul territorio e iniziare a fare rete. Molto importante anche la presenza di privati all'interno di queste reti: oggi molti eventi e manifestazioni culturali sono possibili solo grazie ad un intervento economico di origine privata. In ogni caso, mediante queste sinergie territoriali dovremo programmare una ricca offerta: i brianzoli sono affamati di cultura e lo dimostrano partecipando sempre in gran numero alle varie manifestazioni, mostre e spettacoli offerti dal territorio. Allo stesso modo bisognerà proseguire i lavori di messa in rete del sistema museale e di quello bibliotecario, per quest'ultimo, coinvolgendo non solo le biblioteche civiche ma anche quelle ecclesiastiche che conservano patrimoni inestimabili. Auspicabile sarebbe un ritorno di feste storiche ed evocative, come il palio medievale recentemente riproposto a Monza. Per quanto riguarda l'università, la mia idea di Provincia è quella di una Provincia universitaria. Ho già avviato i contatti per rendere Monza una città universitaria prendendo contatti con l'università della Bicocca, la Cattolica, la Bocconi, lo IULM e il Politecnico. L'interesse c'è ed è forte, ma non sempre si concretizza poiché in questi tempi di crisi scarseggiano le risorse nelle mani delle università e pensare a delocalizzazioni e investimenti è più difficoltoso. L'arrivo di distaccamenti delle università nella Provincia lo vedo come un obiettivo realizzabile nel medio periodo. Inutile dire, che sarebbe una grande chance per il nostro territorio, un'occasione per migliorarci.
In che modo la nuova provincia di Monza si relazionerà all'Expo 2015?
Intendiamo fare della Provincia di Monza e Brianza un vero attore protagonista dell'Expo. Stiamo già parlando con il Comune di Milano, che è primo organizzatore della manifestazione, per attirare sul nostro territorio tanto le risorse destinate a nuove infrastrutture quanto l'offerta di eventi che caratterizzerà quel periodo. Per Monza e la Brianza l'Expo rappresenterà una chance unica, il sindaco di Milano Letizia Moratti e Regione Lombardia hanno già manifestato il loro appoggio all'idea di rendere la Villa Reale sede istituzionale dell'evento. Questo garantirebbe un ruolo di primissimo piano di questa Provincia e del suo capoluogo. Una carta da giocare ad ogni costo, se pensiamo ai trenta milioni di visitatori che potenzialmente potrebbero essere attirati dalla manifestazione.