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È in Italia da vent'anni, arrivato come pugile sogna di aprire una palestra a Monza

 

Ho conosciuto Emmanuel una sera al circolo “la Locomotiva” di Vimercate, era intento a leggere con attenzione “La Repubblica”, e da subito abbiamo iniziato a parlare di lui e della sua esperienza in Italia.
Emmanuel Akinniyi è nato a Lagos, in Nigeria, il 17 Maggio del 1966 ed è residente in Italia da quasi 20 anni, ora vive a Vimercate. È stato invitato in Italia perché campione di boxe nel suo Paese, da degli agenti napoletani. Emmanuel è figlio di un pastore evangelista, noto nella zona di Lagos, è cristiano praticante, ed ha dieci fratelli naturali, di cui è l’unico ad essere fuori dai confini nigeriani. Il padre è morto circa 15 anni fa, mentre la madre è tutt’ora viva.
Della sua infanzia mi racconta che sia stata un periodo molto felice, lui ha praticato fin da giovane la lotta greco-romana, e poi il wrestling; perciò, essendo il più forte, lui era “a capo del gruppo” e difendeva i suoi amici.
“La Nigeria è la terra della felicità”, racconta; Lagos è una città molto ricca, che esporta petrolio in tutto il mondo, anche se la forbice tra i più abbienti e i meno abbienti è molto forte. Emmanuel ha frequentato gli studi superiori presso il Politecnico di Lagos, ed è specializzato in telecomunicazioni, in particolare nel ramo della telefonia.

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Foto di Chiara Vaccargiu
(Tutte le foto di questo dossier, salvo dove indicato diversamente, non raffigurano gli intervistati)

 

In Italia è stato campione nazionale  di kick-boxing nel 1995. Ora è tesserato per il Coni ed allena i giovani nella palestra Ursus di Milano, anche se è alla ricerca di un posto di lavoro che possa garantirgli un minimo di stabilità economica. “Sono stato sfruttato nel mondo della boxe, a volte mi pagavano per perdere degli incontri; sono stato molto discriminato anche per motivi razziali”.
Nel 1998 si è trasferito a Londra, dove ha studiato come “Door supervisor”, ovvero come guardia giurata. Al ritorno in Italia, nel 1999, ha svolto il lavoro di agente di sicurezza per diverse discoteche, per Giorgio Armani, alle Torri Bianche e per svariati altri locali, tra i quali il Rolling Stone di Milano “Svolgevo bene il mio lavoro, molte volte sono riuscito a sgominare bande di ladri o delinquenti, rischiando anche la vita.”
Emmanuel suona molto bene le percussioni, ed è un appassionato di hip-hop, ma soprattutto di africam-jazz.
“Vimercate è una bella città, ma troppo distante da Milano, “mi muovo con i mezzi, anche se non è semplice”. “Sono stato sposato con una ragazza italiana, ma ora sono separato. Ho imparato l’italiano leggendo i quotidiani, in particolare la Gazzetta dello sport. Sono tifoso interista, come calciatori nigeriani amavo Taribo West, ora mi piacciono Obinna e soprattutto Mikel del Chelsea.”
“Come scrittori amo il mio connazionale Wole Soyinka”, poeta e drammaturgo nigeriano, premio Nobel per la letteratura nel 1986.
“Penso che l’Italia stia diventando un Paese multietnico, ma le politiche di Berlusconi e della Lega non  facilitano tutto ciò. Io mi ritengo di sinistra, mi piaceva molto Bertinotti”. “Il mio sogno è aprire una palestra di boxe a Monza, una grande città, ma priva di questo “servizio”. Mi piacerebbe allenare i ragazzi di strada, sfruttando le loro capacità inespresse.”
Riguardo all’attuale situazione in Iran, Emmanuel sostiene che “dobbiamo guardare al mondo senza la religione. Gli stati devono essere laici, non delle teocrazie.”
Ci salutiamo, gli regalo il mio libro preferito, “il profeta” di Gibran, con versione in italiano e inglese. “Grazie, mi aiuterà ancor di più a migliorare il mio italiano”

Gli autori di Vorrei
Manuele Cattaneo