“Milioni di persone al mondo subiscono ingiuste e drammatiche sofferenze, costrette come sono a migrare a causa delle difficili – se non proibitive – condizioni di vita nei Paesi d’origine". La legge anti clandestini e il Cardinale Tettamanzi
All’approvazione del nuovo pacchetto sicurezza reso legge in questi giorni dal governo qualcuno ha commentato: “dietro la difesa dei diritti si nascondono visioni di chiusura”. Non un leader di sinistra – non sia mai – che pure dovrebbe occuparsi di dire anche queste cose. E’ stato il Cardinale Dionigi Tettamanzi, che più di una volta ha avuto il coraggio per sfidare struttura e poteri in nome di idee e ideali. Quanto respiro, che manca altrove. Nella sua omelia di ieri, sabato 4 luglio, in Duomo ha tenuto a sottolineare con grande chiarezza che: “una fraternità universale che non può più essere solo enunciata in modo vago o solo sussurrata in contesti lontani da quelli in cui si decidono le sorti dei popoli e il loro sviluppo e si progettano i passi del riconoscimento di una vera dignità di tutti e di ciascuno. I diritti dei deboli non sono diritti deboli! Sono diritti che vanno proclamati, riconosciuti, difesi e promossi! Con tutte le nostre forze! Ciò vale per i singoli e ciò vale per i popoli, vale per l’unica grande famiglia umana”. Oppure: “Milioni di persone al mondo subiscono ingiuste e drammatiche sofferenze, costrette come sono a migrare a causa delle difficili – se non proibitive – condizioni di vita nei Paesi d’origine. Molte di queste sofferenze sono provocate ai migranti talvolta da discutibili provvedimenti messi in atto da quei Paesi più ricchi che dovrebbero maggiormente impegnarsi in percorsi di accoglienza e integrazione seri, ragionati e rigorosi. Sono sofferenze che devono essere risparmiate ai migranti e alle popolazioni dei Paesi poveri realizzando con lungimiranza e coraggio gli interventi specificati dall’Agenda della speranza. Potrà avvenire così la desiderabile giusta regolazione del fenomeno migratorio e dei problemi che genera”.
Non mi interessa la fede o il ruolo o che altro, mi interessa l’uomo e mi interessa e mi rincuora sentire chiare parole nei confronti di questa vicenda, che dimostra ancora una volta l’impoverimento “umano” di un paese o magari solo la sua confusione, chissà.
Dal Blog di Alfio Sironi