Formigoni: a Rho una nuova fiera dell'industria culturale.
Frattini "La UE tuteli i prodotti Made in Italy"
Si sono conclusi ieri mattina i lavori del Forum Unesco per la Cultura e l’Industria Culturale. Il meeting, che ha visto coinvolti 170 delegati provenienti da 50 paesi, si è chiuso con una cerimonia che ha visto la partecipazione del presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni e del ministro degli Esteri Franco Frattini. Formigoni ha ribadito l’impegno del Pirellone a rendere permanente il Forum nella Villa Reale, lanciando la proposta di ospitare a Monza una sede italiana dell’Unesco dedicandole alcune stanze del complesso. Il governatore ha quindi annunciato la creazione di una nuova Fiera dell’industria culturale che si terrà a partire dall’autunno 2010 nel nuovo polo di Rho- Pero. “Accordi in questo senso - ha affermato Formigoni - sono già stati presi”. A seguire, è intervenuto il ministro degli Esteri Frattini, che ha ribadito l’importanza di fare cultura senza adagiarsi sul patrimonio artistico presente sul territorio. “Il nostro passato è il miglior passaporto nella comunità internazionale. Ma è doveroso aggiungere innovazione a ciò che abbiamo ereditato – ha affermato - La sfida coi nuovi paesi emergenti non si vince sul Pil. I loro numeri sono enormi rispetto ai nostri. Si vince invece sintetizzando cultura, creatività e innovazione”. In una cornice decisamente multiculturale (presenti diversi delegati africani in abiti tipici) Frattini ha parlato anche di immigrazione. “Quella a cui guardiamo è un’immigrazione che si integra, che collabora alla ricchezza del paese che li ospita sul modello dei nostri Nancy Pelosi e Mario Cuomo. Il nostro motto è uniti nella diversità”. Di ritorno dal G20 di Pittsburgh, c’è stato spazio per la riflessione politica. “La crisi ha sancito definitivamente il tramonto delle ideologie, dimostrando che siamo tutti sulla stessa barca. Il G8 risponde a una logica vecchia di 50 anni. Non è più possibile pensare a una elìte ristretta che governi. Oggi ci sono paesi come la Cina e l’India che hanno assunto un ruolo impensabile solo pochi anni fa”. Il titolare della Farnesina si è quindi lanciato in una difesa del made in Italy. “Sarebbe ora – ha affermato - che la Ue prendesse seri provvedimenti a tutela dei nostri prodotti”.