Dopo le polemiche e la raccolta di firme,
l’Assessorato al commercio ha aperto un tavolo con gli esercenti.
Nel mese di giugno 2009, un ordinanza della giunta Mariani imponeva al Turnè, locale di via Bergamo, di chiudere tutti i giorni alle 24, nonostante il regolamento comunale consenta, almeno nei week-end, di restare aperti fino alle 2. Il motivo, ovviamente era rispondere, non importa come, alle lamentele dei residenti, stanchi di non poter dormire fino alle 3.30 del mattino e di svegliarsi ogni mattina con la strada sporcata dagli incivili di turno.
Una petizione di 1200 giovani frequentatori del locale è stata presentata a Settembre al Sindaco di Monza, per contestare tale scelta chiedendo la revoca di tale ordinanza.
Non è tardata nemmeno la sollevazione degli abitanti del quartiere, che rivolgendosi alla Circoscrizione, hanno ripetutamente lamentato schiamazzi, sporcizia e reiterati comportamenti incivili da parte dei giovani frequentatori
L’episodio ripropone l’annoso problema, del come riuscire a coniugare due interessi ugualmente giusti: i giovani e la possibilità di frequentare locali e spazi a loro dedicati per il loro divertimento serale – i residenti, nella loro giusta necessità di quiete notturna.
Un problema questo, certamente di non facile soluzione ma che l’Amministrazione Comunale ha pensato bene di complicare ulteriormente, facendo una ordinanza di riduzione degli orari “ad personam” e mettendo nel mirino un solo locale, il Turnè.
Un esercizio e dei gestori che tra l’altro nei mesi precedenti, si era dimostrato tra i gestori più sensibili e attivi nell’affrontare il problema: manifesti, servizio d’ordine, pulizia.
Una ordinanza quindi che aveva il sapore di una vera e propria discriminazione, rispetto ad altri locali che stanno creando lo stesso problema in città..
Il problema, non poteva che arrivare nelle aule del Consiglio Comunale, nel quale se ne è fatto carico uno stesso consigliere di maggioranza (Riga F.I) e nella Circoscrizione Uno attraverso il giovane consigliere del PD Nicolò Raico.
Nicolò Raico, con il gruppo del PD, si è fatto portatore di una proposta organica, che si pone l’obiettivo il cercare di conciliare i diversi interessi in gioco e che qui riassumiamo.
Per la pulizia della strada circostante, i gestori dei locali sono chiamati a garantireil più possibile che non si sporchi durante le serate, utilizzando il servizio di vigilanza, che già molti hanno deciso di assumere, sia al provvedere ad una veloce pulizia dopo la chiusura. Anche il Comune deve fare la sua parte, ad esempio installando nelle vicinanze del locale cestini ben visibili e segnalati, magari con la raccolta differenziata.
Per gli assembramenti dovuti ai gruppi di giovani ma anche alle macchine mal parcheggiate: anche qui, da parte dei gestori, si deve chiedere l’impegno del servizio di vigilanza a far rispettare il codice della strada, ma è però necessario che pattuglie e controlli della polizia municipale e delle forze dell’ordine facciano la loro parte, aumentando la loro presenza serale e notturna nel territorio..
In questo modo inoltre, si darebbe un senso anche alle famose ordinanze estive sulla vendita degli alcolici, perché se no emetterle se poi non si controlla che vengano rispettate? Non guasterebbe il posizionamento di indicazioni sui parcheggi pubblici più vicini e l’aumento dei controlli invoglierebbe anche i più “sfaticati” ad utilizzarli, liberando strade, marciapiedi e incroci.
Per il rumore (il problema principale): gli orari sono da concordare e definirsi tra Amministrazione Comunale e gestori, in maniera eguale per tutti i gestori.
Gestori che si dovrebbero impegnare, che le bevande vengano servite e utilizzate solo all’interno dei locali (utilizzando bicchieri di vetro), ed invece esigendo la completa cessazione delle attività dopo gli orari di chiusura.
Da parte del Comune però, non si può pretendere che la città si fermi, danneggiando le sue attività commerciali e causando l’emigrazione dei suoi giovani a Milano o in Brianza e nel contempo è giusto che si faccia carico del diritto alla quiete pubblica dei cittadini.
Un primo risultato di queste sollecitazioni c’è stato: recentemente l’Assessorato al commercio ha aperto un tavolo con gli esercenti. Incontri, ai quali sarebbe utile che possano partecipare anche le Circoscrizioni e i rappresentanti dei cittadini residenti.
Solo una cooperazione concertata tra amministrazione pubblica, gestori e cittadini coinvolti potrà dare una prospettiva solutiva ad un problema sentito nella nostra città. Fondamentale è che ogni soggetto metta sul “tavolo” assunzione di responsabilità, azioni precise e volontà di realizzazione.
Una strada non facile, ma che vale la pena di percorrere e sperimentare, nell’interesse di giovani e cittadini monzesi.