Si prepara per il 1° marzo il primo sciopero dei lavoratori extracomunitari nella storia italiana. All'insegna dei diritti civili e della parità negata.
“Vogliamo che finisca, qui e ora, la politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell’agire delle persone”, è quanto afferma a grandi lettere il manifesto per “Primo Marzo 2010, una giornata senza di noi”, un collettivo non violento che riunisce persone di ogni provenienza, genere, fede e orientamento politico e che ha presentato l’iniziativa e le modalità di protesta in programma per la giornata di sciopero dei migranti prevista per il 1° marzo 2010.
Motivo della manifestazione: stimolare una riflessione seria su “cosa davvero accadrebbe se i milioni di immigrati che vivono e lavorano in Europa decidessero di incrociare le braccia o andare via”.
“Stavolta siamo noi che iniziamo a muoverci autonomamente e a scendere in piazza, siamo immigrati, seconde generazioni e italiani accumunati dal disgusto per il clima di razzismo, intolleranza e chiusura ogni giorno sempre più alimentato dai governi”, e ancora: “In questo paese si stanno proponendo leggi e ordinanze, oltre che concrete iniziative, che anni fa sono state condannate dal mondo intero, come i vagoni della metropolitana solo per gli immigrati... a proposito di questo voglio ricordare una storia: negli anni 50 una donna, in America, “una negra del sud”, salì su un bus, si sedette e disse ‘io non mi alzo per far sedere un uomo bianco’ fu arrestata ma così cambiò la storia di un paese”.
Questo il tenore degli interventi alla presentazione: testimonianze ed emozioni, intervallati dalle spiegazioni e della moderazione del comitato organizzatore composto da Daimarely Quintero, Nelly Diop, Stefania Ragusa e Cristina Sebastiani e dal giornalista Ivan Berni.
“Era già da tempo che avevamo intenzione di mobilitarci - afferma Daimarely Quintero, portavoce del comitato promotore - ma ci mancava la modalità, poi sentendo l’idea dei ‘colleghi’ francesi di ‘Journée sans immigrés, 24h sans nous’ e mettendoci in contatto con loro, abbiamo preso spunto ma soprattutto si è deciso che sarebbe stato importante dare una dimensione europea alla protesta. La cosa eccezionale di questa manifestazione è che parte dagli immigrati, questa volta siamo noi che iniziamo a muoverci in modo autonomo per far sentire la nostra voce. Certo, accogliamo chiunque voglia unirsi ma deve rimanere un movimento senza cartelli né sigle, perché si sta parlando di diritti civili”.
In Italia sono 12 i comitati territoriali che si sono per ora formati tra cui Roma, Milano, Genova e Palermo, 40mila gli iscritti al gruppo nato in Facebook. Il tavolo dei relatori è stato inglobato man mano dalla folla di persone giunte ad ascoltare ma soprattutto a dire la propria. A dire “ci sarò” ma anche a raccontare di sé e ribadire il rifiuto a ciò che sta accadendo a Milano, in Italia, nell’intera Europa”.
Francia, Italia, Spagna e Grecia: per adesso sono questi i paesi che si sono mobilitati. “Ogni paese ha la sua realtà ma il rifiuto e l’intolleranza sono problemi comuni a tutto il continente e le leggi del Parlamento Europeo potrebbero veramente cambiare le cose agendo al di sopra delle scelte di ogni singolo governo", afferma Nadia Lamarkbi di ‘24h sans nous’, il collettivo francese da cui è nata l’idea, a settembre, dopo l’ennesima legge razzista proposta dall’Ump, partito di Nicolas Sarkozy.
Tornando al primo marzo - “giornata vicina alla primavera, quando tutto nasce” - come dice Daimarely, sono già oggi numerose le proposte di mobilitazione: concerti e scioperi bianchi, raduni silenziosi davanti alle sedi degli enti pubblici, segni distintivi,fiocchi gialli da appuntarsi al petto, già distribuiti stamani assieme alla cartolina dell’evento.
Ulteriori informazioni sono e saranno reperibili sul sito sito ufficiale , comprese le istruzioni per aderire o formare un comitato o semplicemente per chi vuole seguire l’iniziativa attraverso il blog. E’ possibile iscriversi al gruppo facebook e proporre eventi, contattare gli organizzatori o consultare il manifesto dell’associazione nata da un gruppo di donne immigrate che più di 50 anni dopo ha detto “io oggi non mi alzo”. Il primo marzo immigrati e chiunque sia contro la politica del “noi” e “loro” NON SI ALZA, come la Rosa Parks del bus in Usa , ma scende in piazza e fa sentire la sua voce.