Il proibizionismo all'origine del boom delle mafie nel nord. L'Expo? Più importante il tunnel del Gottardo. E laicità e diritti come risposta alla sfida multietnica. Cappato non smentisce la fama dei Radicali. Peccato che non sarà in gara.
È
un peccato che i Radicali (ufficialmente “Lista Bonino-Pannella”, ma a noi piace chiamarli ancora così) non siano stati ammessi dalla Corte d’Appello di Milano alla competizione elettorale in Lombardia. Un peccato perché in questo Paese i Radicali hanno, storicamente, un merito: quello di essere sempre stati fuori dalla ‘partitocrazia’ (totalmente nella Prima Repubblica, un po’ meno nella Seconda…) e quindi di potersi permettere di dire anche quelle cose sulle quali cala spesso un ‘silenzio bipartisan’ – perché i cadaveri stanno nell’armadio sia del centrodestra, sia del centrosinistra.
E infatti, anche riguardo all’esclusione, il candidato presidente Marco Cappato non le ha mandate a dire, ma ha commentato in puro ‘stile radicale’: non ha ribattuto sulla mancanza di firme sufficienti, che veniva contestata dalla Corte, ma sulla “illegalità della procedura elettorale sul piano della informazione ai cittadini e sulla mancanza degli autenticatori da parte dello Stato”. Secondo i Radicali, insomma, una situazione falsata un po’ per tutti. Ed è difficile dargli torto considerando le vicende lombarde e laziali. È un per questi motivi che noi di Vorrei abbiamo deciso di sentire comunque il parere dei Radicali e di intervistare Marco Cappato “come se”, chiedendogli cosa avrebbe fatto se avesse potuto competere come governatore. E, magari, vincere.
Individui le cinque criticità, a suo giudizio, più urgenti in Lombardia.
Legalità (si ruba persino sulla presentazione delle liste elettorali); salute (fuori i clericali e i partitocrati dagli ospedali); ambiente (stop alla cementificazione); trasporti (basta strade, tutti gli investimenti vanno riservati al trasporto pubblico e su rotaia); economia (più libertà di lavoro e d'impresa, meno assistenzialismo)
La questione lavoro. Quale ricetta può mettere in campo la Regione per uscire dalla crisi?
Puntare sull'economia verde, alleggerendo le tasse dalle persone e dalle imprese per trasferirle alle risorse naturali e collettive; puntare sulle nuove tecnologie, con l'accesso universale gratuito alla banda larga
I tassi di inquinamento sono i più alti in Italia. Quale politica seguirà per migliorare la qualità dell’aria? Cosa ne pensa della proposta di penalizzare le produzioni non riciclabili e/ o particolarmente inquinanti? Qual è la sua proposta per limitare il consumo di suolo, considerato che La legge 12/2005 è cambiata sette volte negli ultimi cinque anni?
Bisogna fermare per legge il consumo di nuovo territorio, come in Germania, e lanciare un grande piano di rottamazione dell'edilizia non di qualità per costruire nuovi quartieri eco-compatibili. È necessario bloccare ogni finanziamento di infrastrutture stradali e autostradali e usare tutti i fondi per spingere il trasporto collettivo, pubblico e su rotaia.
Sarebbe favorevole a una centrale nucleare per la produzione di energia elettrica in Lombardia?
No, ma non solo in Lombardia: il nucleare non conviene e non è sicuro: meglio investire gli stessi soldi nel risparmio energetico e nelle rinnovabili.
Esiste un problema sicurezza in Lombardia? Se sì, in che modo pensa di affrontarlo.
Invece di raccontare la storiella delle ronde e dei militari in città, diamo le risorse necessarie alle forze di polizia. Invece di inseguire chi fuma uno spinello, occupiamoci dei criminali veri.
Quanto esiste, se esiste, il problema-mafia in Lombardia?
Il proibizionismo sulle droghe e sulla prostituzione ha regalato alle mafie profitti immensi, che reinvestono sugli appalti e le attività commerciali. In tempo di crisi poi, con la forza del contante il loro potere aumenta.
Verso una nuova identità. In una società di segno sempre più multiculturale, come assorbire il cambiamento? A che tipo di integrazione pensa? E’ favorevole al diritto di voto per gli stranieri nelle amministrative?
L'immigrazione diventa un problema esplosivo solo quando non lo si sa governare: l'Italia è il Paese europeo che dà meno aiuti allo sviluppo dei Paesi poveri, e poi appaltiamo il controllo delle frontiere a un dittatore sanguinario come Gheddafi. La prima integrazione si fa con le libertà economiche e con la laicità, per il rispetto dei diritti delle donne, contro le mutilazioni genitali femminili, la poligamie, i matrimoni combinati, la violenza domestica. Le comunità immigrate non devono stare in ghetti dove la legge è sospesa. Il voto alle amministrative è utile all'integrazione.
Cosa pensa del federalismo fiscale? Cosa intende fare su questa strada.
Il cosiddetto federalismo fiscale del Governo è solo un modo diverso di ripartire le spese. Il vero federalismo fiscale passa per l'autonomia impositiva di regioni e enti locali. Questa sarebbe la rivoluzione da compiere, sul modello svizzero.
È favorevole a una riduzione del numero dei consiglieri regionali?
Meglio ridurre lo stipendio e abolire il finanziamento pubblico ai partiti. I consiglieri andrebbero eletti collegio per collegio, non dentro le liste dei partiti. Se il collegio elettorale è piccolo, cioè i consiglieri sono tanti, il loro lavoro è controllato meglio da parte degli elettori.
Il nuovo mandato scadrà nel 2015, l’anno dell’Expo. Quali sono le sue aspettative? Cosa significa per la regione? E in che modo pensa di condurvela?
Andrebbero selezionati i progetti fatti per restare dopo, in particolare per l'ambiente. La vera scadenza è il 2017, quando la Svizzera aprirà il traforo del Gottardo convertendo tutto il traffico merci su rotaia. Dobbiamo farci trovare pronti con infrastrutture ferroviarie e logistiche in grado di smistare il traffico. L'Expo andrebbe usato per preparare questa scadenza.
Chi è Marco Cappato
A qualcuno potrà sembrare strano, ma Marco Cappato è un 'bocconiano'. Nato a Milano nel 1971, si è infatti laureato nella prestigiosa università economica della città ma, dopo una breve esperienza in azienda, si è dedicato a tempo pieno alla politica e all'impegno civile. Dopo avere ricoperto varie cariche nei Club Pannella e nel Partito Radicale Transnazionale, dal 1999 al 2004 è stato deputato al Parlamento Europeo, dove è stato anche relatore della Direttiva Europea sulla privacy. Torna di nuovo a Bruxelles nel 2006 subentrando a Emma Bonino, diventata ministro. Fuori dal 'Palazzo', è fondatore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica e Segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di Ricerca scientifica dal 2004. Si è distinto in diverse azioni di disobbedienza civile, in Italia e all'estero, contro la criminalizzazione dell'uso personale di droghe leggere e a sostegno del diritto alla 'morte opportuna' e dei diritti delle persone Lgbt.