Segnala la mancanza di trasparenza. Boccia le scelte energetiche e ambientali. Critica le politiche sociali e del welfare: il candidato del centrosinistra a tutto campo contro l'amministrazione uscente.
P
er sfidare la ‘corazzata Formigoni’, il candidato del centrosinistra Filippo Penati – già presidente della Provincia di Milano e, prima ancora, sindaco di Sesto San Giovanni – punta su lavoro e welfare. Ma anche sull’ambiente e sul rilancio di Expo 2015, dopo il ridimensionamento imposto dal governo nazionale per la crisi economica.
La risposta al nucleare è un netto ‘no grazie’, mentre in tema di traffico e inquinamento Penati dice basta ai provvedimenti fai-da-te dei singoli Comuni e ritiene che debba tornare a farsene carico la Regione, con provvedimenti di area vasta. Gli altri temi? Di seguito, nelle sue risposte al nostro 'questionario' per tutti i candidati.
Individui le cinque criticità, a suo giudizio, più urgenti in Lombardia.
La crisi occupazionale, lo sfascio del sistema ferroviario, l’emergenza ambientale, la debolezza del welfare, la mancanza di trasparenza amministrativa.
La questione lavoro. Quale ricetta può mettere in campo la Regione per uscire dalla crisi?
Bisogna avviare una sperimentazione regionale del reddito minimo d’inserimento, già diffuso in quasi tutti i paesi europei ed estendere, anche con incentivi alle imprese, il lavoro a tempo indeterminato. Allo stesso tempo, è necessario lavorare per un programma di contrasto del lavoro nero che avrebbe effetti positivi anche sul sistema previdenziale. Ma soprattutto per promuovere nuove opportunità di lavoro è necessario innovare con coraggio le regole del mercato e trovare un nuovo equilibrio tra flessibilità e sicurezza. In Lombardia non si può vivere con 700 euro al mese. E' necessario costruire un modello sperimentale per cui chi perde il posto abbia una retribuzione pari al 90% del salario e possa trovare un'altra occupazione entro un anno. Il nuovo modello prevede un accordo tra le parti, risorse aggiuntive delle imprese e investimenti da parte della Regione per la formazione e la rapida ricollocazione dei lavoratori.
I tassi di inquinamento sono i più alti in Italia. Quale politica seguirà per migliorare la qualità dell’aria? Cosa ne pensa della proposta di penalizzare le produzioni non riciclabili e/o pericolosamente inquinanti’? Qual è la sua proposta per limitare il consumo di suolo, considerato che la legge 12/2005 è cambiata sette volte negli ultimi cinque anni?
Per migliorare la qualità dell’aria è necessario prima di tutto ridurre il traffico e per farlo sono necessari provvedimenti di area vasta. La Regione deve tornare a svolgere il ruolo di coordinamento dei Comuni dal quale ha da tempo abdicato. Occorre inoltre investire sul risparmio, l’efficienza energetica e l’utilizzo delle energie rinnovabili. Farlo comporta anche penalizzare le produzioni pericolosamente inquinanti. Il suolo va tutelato con una pianificazione strategica regionale. Dato che si tratta di una risorsa limitata occorre che la priorità diventi il riuso e la riqualificazione delle parti di territorio già edificato.
Sarebbe favorevole a una centrale nucleare per la produzione di energia nucleare in Lombardia?
Assolutamente no. Il nucleare non è economicamente conveniente e soprattutto non è sicuro. Ad oggi non esiste un sito al mondo in grado di stoccare definitivamente le scorie.
Esiste un problema sicurezza in Lombardia? Se sì, in che modo affrontarlo?
La sicurezza è un diritto primario dei cittadini e come tale va garantita. Non si può tollerare continuino a esistere fortini dell’illegalità quali via Padova. Su questo tema ha prevalso la propaganda, individuando gli immigrati come gli unici responsabili della diffusa illegalità. Sul piano della legalità, i partiti del centrodestra hanno sottovalutato l’espansione della malavita organizzata: non solo nell’ambito del controllo del mercato della droga e della prostituzione, ma anche nell’ambiente dell’usura, degli appalti pubblici e di quei settori economici in cui camorra, ‘ndrangheta e mafia riciclano i proventi derivanti dalle attività criminali.
Per la sicurezza vera dei cittadini, la Regione ha brillato per assenza di iniziative, in particolare nel contrasto dell’odioso reato della violenza contro le donne. Non esiste ancora una legge regionale, mentre il numero delle vittime è in crescita. Noi vogliamo voltare pagina. Le forze dell’ordine devono essere messe nella condizione di garantire la sicurezza. Per questo sono necessarie risorse umane e materiali ad oggi mancanti.
Quanto esiste se esiste il problema mafia in Lombardia?
Non si può, come fa il Centro destra, negare la presenza di infiltrazioni mafiose in Lombardia. La criminalità organizzata esiste e inquina, ormai anche con metodi violenti, il tessuto economico della Regione. Va combattuta con tutte le forze anche in vista di Expo 2015.
Verso una nuova identità. In una società di segno sempre più multiculturale, come assorbire il cambiamento? A che tipo di integrazione pensa? È favorevole al diritto di voto per gli stranieri nelle amministrative?
L’immigrazione irregolare va contrastata in maniera netta. Non si può tollerare continuino ad esistere fortini dell’illegalità quali via Padova. Per farlo è necessario impiegare forze dell’ordine nei quartieri a rischio e iniziare a far rispettare la legge. Per combattere l’immigrazione irregolare, inoltre, è necessario combattere il lavoro nero in tutte le sue forme. Altrettanto netto deve essere l’impegno per i diritti e l’integrazione di chi lavora regolarmente. Per questo sostengo l'istituzione di un fondo per l'integrazione degli immigrati per finanziare azioni positive per il loro inserimento nella società : corsi di italiano, formazione, sostegno nelle scuole agli alunni stranieri e interventi per la casa. Sono favorevole al diritto di voto agli immigrati dopo cinque anni di residenza.
Cosa pensa del federalismo fiscale? Cosa intende fare su questa strada?
Il federalismo fiscale da quando Berlusconi è salito a Palazzo Chigi è rimasto lettera morta. Va riavviato un percorso di attuazione. In tema di fisco è necessario stringere un nuovo patto con i cittadini. Se sarò eletto ridurrò l’Irpef regionale tagliandola a misura di famiglia anche in funzione del numero dei figli e degli anziani a carico. Mio obiettivo è anche un alleggerimento mirato dell’Irap.
È favorevole alla riduzione del numero dei consiglieri regionali?
Sono per l’abolizione del listino e perché siano rappresentate in Consiglio tutte le province. Questo si può fare anche con la riduzione del numero di consiglieri.
Il prossimo mandato scadrà nel 2015, l’anno dell’expo? Quali sono le sue aspettative? Cosa significa per la Regione? E in che modo pensa di condurvela?
L’Expo 2015 è stato notevolmente ridimensionato nelle sue ambizioni, per i tagli voluti dal Governo di centrodestra. Il trasferimento della realizzazione delle opere infrastrutturali sotto l'egida della Regione, inoltre, non sta portando i risultati sperati. Sono partite solo le opere finanziate dal Governo Prodi, come la Pedemontana e i primi lotti delle metropolitane milanesi 4 e 5. Nonostante la campagna di comunicazione, in cui Formigoni dissipa ingenti risorse pubbliche, il ruolo di stimolo e di guida della Regione è debole e non riesce a convincere il mercato a investire sull’Expo. Il progetto, pertanto, non decolla e difficilmente potrà corrispondere alle attese di rilancio economico dei milanesi e dei lombardi. Se sarò eletto mi adopererò per fare dell’Expo quello che potenzialmente è, la più grande opportunità di sviluppo degli ultimi 30 anni. Un’occasione di rilancio dei territori e delle imprese lombarde. Una delle mie proposte è destinare alle piccole imprese una quota delle grandi opere infrastrutturali connesse come già accade in altri paesi europei.
Chi è Filippo Penati
È di nascita monzese (1952) Filippo Penati. Anche se è Sesto San Giovanni, la città dove vive da sempre, che ha fatto la sua fortuna politica: prima come assessore dal 1985 al 1993 e poi come primo sindaco eletto a suffragio universale, dal 1994 al 2001, alla guida di una coalizione di centrosinistra. Sposato, due figlie, Penati è stato anche europarlamentare per i Ds, dal 1999 al 2004, per poi diventare presidente della provincia di Milano, dal 2004 al 2009. È durante la sua amministrazione che il Parlamento approva la legge istitutiva della provincia di Monza e Brianza, e la sua giunta avvia il ‘Progetto Monza e Brianza’, coordinato da Gigi Ponti, che porterà all’effettiva nascita del nuovo ente con le elezioni amministrative dello scorso anno.