Più preferenze per Formigoni, boom Lega, male il Pd. Buon exploit di Grillo
e, tra i consiglieri, molti giovani e qualche ‘trombato’ eccellente.
Il Celeste Roberto Formigoni non lascia il vertice della Regione e si prepara a governare per altri cinque anni, aumentando i consensi dal 53,85 al 56,10%. Ma queste sono state le Regionali della Lega. Il Partito di Bossi infatti non è riuscito nel sorpasso al Pdl (è finita 31,78 a 26,20%) ma se si fosse votato come nel 2005, con Forza Italia e An divise, probabilmente oggi le camice verdi sarebbero il primo partito della Regione, testa a testa con quello del premier. È stata proprio la Lega assieme a Di Pietro a registrare la migliore performance in questa tornata elettorale, guadagnando più di 10 punti (dal 15,81% del 2005 al 26,2 di oggi).
Questo significa essenzialmente due cose: la prima, che nella squadra di Formigoni gli assessori leghisti dovranno trovare quello spazio che i numeri avevano negato loro cinque anni fa. La seconda, che nel 2015 si fa reale la possibilità di un candidato padano al Pirellone. Con o senza il Pdl. La forza elettorale scaturita da queste regionali apre una serie di interessanti prospettive : una campagna e dai toni moderati ha reso infatti il partito di Bossi una forza di governo più che di contestazione.
Male il Partito democratico, che passa da 27,06% del 2005 (ma allora c’era anche la Margherita) a un 22,89, anche se la sconfitta di Penati era ampiamente prevista. Tutto lascia pensare che l’ex sindaco di Sesto San Giovanni , convinto a candidarsi dopo la bocciatura alle provinciali 2009 con “la promessa di 77 vergini ” - dicono i ben informati – sarà dimenticato in fretta. A rosicare voti sono stati Grillo (un 3% secco che sommato agli altri risultati regionali li colloca come un soggetto politico da considerare) e in parte l’Udc, che guadagna quasi un punto passando dal 3,80% al 4,68%. Correre da solo ha permesso a Casini di aumentare i voti, ma non in maniera determinante; aumentano comunque i seggi, che passano da due a tre.
Scompare la sinistra, che passa dall’8,10 % (rifondazione e comunisti italiani) al 2,36% della coalizione Federazione delle sinistre. Il calo più significativo è quello del partito di Bertinotti che nel2005 aveva il 5,67%. La nascita di Sinistra e Libertà (1,38%) spiega solo in parte l’emorragia di voti che sembrano migrati perlopiù verso Grillo e di Pietro.
Largo ai giovani in città.
A Monza per il centrosinistra passano Pippo Civati, che stacca di 3.500 preferenze il secondo, il compagno di partito ed ex sindaco di Vimercate Enrico Brambilla. Non eletta Laura Barzaghi. Per il centrodestra, un posto in consiglio è per Massimo Ponzoni (assessore uscente all’Ambiente ), che se lo guadagna con 11.069 preferenze, mentre l’altro va a Stefano Carugo (assessore ai Servizi Sociali del Comune di Monza) con 9.850. Restano a casa la capolista Pdl Lucia Arizzi e Antonio Romeo. È proprio Carugo, uomo vicino al Cl, la sorpresa di queste consultazioni: il cardiologo ha dimostrato di godere di un sostegno ampio quasi quanto quello del più blasonato (e più giovane ) collega pur senza averne avuto la visibilità durnate i cinque anni della precedente giunta regionale.
Passa anche l’assessore alla Sicurezza del capoluogo Massimiliano Romeo, che stacca di 2.000 preferenze il secondo classificato, l’assessore uscente alla Cultura, identità e Territorio del Pirellone Massimo Zanello, che invece resta a casa. Un risultato che rafforza l’impressione che in città ci sia voglia di rinnovamento.