Monguzzi e Civati 'convocano' via web un movimento che proponga progetti concreti per un PD dei 'giovani'. In oltre 500 hanno risposto all'appello sabato scorso a Milano.
Milano, sabato 10 aprile: complice una calda giornata di sole, il salone liberty del Centro Arci di via Bellezza è stracolmo. Dalle porte a vetri aperte la gente si accalca sui gradini e fin sui marciapiedi: commenterà poi la Repubblica che sono almeno 500 persone. Il motivo di tanto richiamo? Carlo Monguzzi e Pippo Civati hanno chiamato a raccolta i “giovani” del PD – in senso più spirituale che anagrafico.
Un ‘caucus’, come lo definisce Civati, in modo molto americano e molto ‘democrat’, per coinvolgere la base con idee e proposte nel progetto “Andiamo Oltre”. Che, come spiega il manifesto del movimento, “non è una corrente, né una componente, né una mozione”, ma un vero e proprio ‘contratto a progetto’ della durata di tre mesi. Un progetto che non ha a cuore le ‘fondazioni’, spiegano i promotori (non senza un accenno polemico alle ‘Fondazioni’ politiche che ultimamente spuntano come funghi…), ma le fondamenta da cui ripartire per rilanciare il PD. Nella filosofia c’è anche l’impegno a non prendere in considerazione le vicende interne al partito (per le quali, spiegano, il partito ha già prosciugato tutte le sue energie nel 2009) ma a prendere in considerazione esclusivamente i progetti e le proposte da fare al Paese. A cui dedicare invece, il più possibile, il 2010. “Ogni forma di subordinazione a logiche correntizie o a cordate a tempo indeterminato è bandita ed esclusa”, recita il manifesto fondativo.
Come si traduce in pratica questa filosofia? Se l’Italia è “un paese troppo lungo”, come dice qualcuno, l’idea è di “farlo a fette” – come peraltro hanno già fatto gli elettori – cercando di costruire dei percorsi politici nelle sue parti e cercando di arrivare al 150.mo dell’unità d’Italia con qualche idea, appunto, unitaria che ne rispetti articolazioni, esigenze e aspettative. Senza preoccuparsi che qualcuno copi le idee o proposte perché “la felicità è reale solo se è condivisa”: il metodo di lavoro, infatti, è copyleft.
“Abbiamo bisogno di fare qualcosa che sia immediatamente condiviso – ha commentato Civati –. Ci hanno criticato perché usiamo Internet: 24 milioni di italiani sono sul web tutti i giorni, solo il 5% dice che Internet non serve a niente: si vede che sono tutti i dirigenti del PD… Noi dobbiamo fare un partito di giovani, non nel senso di candidare per forza governatori quarantenni, come fa il centrodestra, ma nel senso di dare rappresentanza sia alle persone sotto i 30 anni sia a tutti quelli che sono ‘giovani’ nelle idee: in tutto il mondo si parla di ambiente, di diritti, di innovazione: perché in Italia il dibattito su questi temi non c’è?”
Tre mesi, tre ambiti, tre progetti
Per il tema del Nord, grande attenzione agli esiti del voto e alle motivazioni dei voti alla Lega, specie quelli ‘drenati’ al centrosinistra come quelli dei lavoratori. Qui il movimento vuole lavorare alla costruzione del consenso a cominciare dai temi più difficili (fisco, sicurezza, piccola impresa, stranieri, rom) in cui il centrosinistra gioca ‘in trasferta’, per estendere il dibattito politico a temi invece ingiustamente dimenticati (lealtà contributiva e lavorativa, rispetto della legge e della Costituzione, casa, lavoro).
Quanto ai giovani, il PD immaginato da Andiamo Oltre mira a essere il loro partito. Perché non è rappresentato da nessuno non solo chi ha meno di quarant’anni, ma anche gli anziani-e-però-giovanissimi. E perché sono ancora in alto mare i dibattiti su temi che interessano direttamente i giovani di tutte le età, come quello sul precariato, sull’innovazione e sui diritti civili.
Ripartire dall’Aquila, invece, per riscoprire il Sud che negli ultimi anni è stato gradualmente ma inesorabilmente espulso dal dibattito politico. La “abolizione del Mezzogiorno” è in corso da anni: dove sono finiti i rifiuti di Napoli (e quelli di Palermo)? Dove sono finiti i soldi pubblici per le opere, grandi (mostruose) e piccole (invisibili)? Queste e altre le domande a cui Andiamo Oltre vorrebbe rispondere, ripartendo dall’Aquila e andando verso Sud, per una volta senza rotolare.
E i luoghi e le modalità di un progetto del genere non potevano che essere online. È pronto un sito wiki e sono stati creati un gruppo su Facebook, che ha giù più di 1.600 membri, e un portale per le iniziative e le proposte, Ibandalarga. Gli obiettivi? Tre pubblicazioni dedicate ai progetti e ai tre mesi di lavoro, oltre a strumenti e campagne di comunicazione. Da festeggiare in un “gran finale” a fine luglio. Una festa democratica magari a Montecchio Emilia, dove un tempo si teneva la festa di Cuore, per non prendersi neanche troppo sul serio.
Foto tratte dalla pagina Facebook della manifestazione