Intervista all'assessore alla Sicurezza del comune di Monza, ex capogruppo della Lega tra i banchi del consiglio comunale, fresco di nomina a consigliere regionale.
Innanzitutto complimenti per il risultato alle regionali. Ha battuto Zanello che in questi cinque anni ha avuto molta più visibilità (l'ex assessore, non eletto, è stato poi salvato da Formigoni ricevendo una delega al Cinema, ndr). Che aria tira in questi giorni all'interno del partito a Monza?
Tutto tranquillo, direi. Ma siamo un po' preoccupati per il futuro. Abbiamo preso questi voti per fare le riforme, e se davvero la questione nata all'interno del Pdl dovesse rallentare la volontà di attuarle, mi riferisco soprattutto al federalismo fiscale, per noi sarebbe un vero danno. Se non si ravvisassero le condizioni per proseguire l'attività riformatrice in Parlamento, sarebbe meglio andare alle elezioni. A livello locale, invece, non credo che la situazione crei contraccolpi sugli accordi presi in precedenza. Almeno, questo è il mio auspicio. Si continua a fare ciò che abbiamo fatto in questi anni.
Il casus belli, come sa, è stato il ruolo della Lega nell'alleanza col Pdl. Ci sono ancora a suo giudizio le condizioni per proseguire con l' esperienza di coalizione? Quanto conta per voi il partito di Berlusconi in Brianza?
Penso che quanto accade a Roma non metta a repentaglio le alleanze nei vari comuni del territorio brianzolo. Poi, non è una novità che che ci sia una parte del Pdl che non digerisce la Lega. E' una cosa che si è manifestata notoriamente anche in passato, ma siamo sempre riusciti a contenerla e non ha precluso l'attività amministrativa. In città c'è una parte del Pdl a cui non piacciono le iniziative della Lega, come del resto è ampiamente comprovato in Giunta. Penso agli attacchi nei confronti della Polizia Locale: mettevano in evidenza che una parte del Pdl che non vede di buon occhio la visibilità della Lega sul tema della sicurezza. Ma questo non ci ha impedito di poter amministrare, con buoni risultati direi... Certo si fa un po' di fatica, ma insomma...
Lei è stato eletto al Pirellone. Crede che a livello regionale la divisione possa avere qualche conseguenza sugli equilibri appena trovati da Formigoni?
Credo che quelli che seguono Fini non siano poi così tanti, non solo a livello nazionale ma anche a livello locale, e anche tra gli stessi rappresentanti di An. Può essere che ci sia qualche riflesso dovuto alla crescita di consenso della Lega, ma si tratta di numeri che non mettono minimamente in discussione la vita amministrativa. Secondo me l'uscita di Fini è una partita prettamente nazionale, più rilevante dato che si tratta del presidente della Camera, e quindi di una figura che può mettere in evidenza il suo potere ostativo su alcune cose. Questo potrebbe creare dei problemi su certe tematiche. Se parliamo invece dei problemi del Pdl a livello locale, c'erano dei problemi a prescindere dall'uscita di Fini.
È possibile che il popolo della Lega sia stufo e voglia accelerare sulle riforme, e che quindi la “prudenza” di prima venga abbandonata?
La gente ha votato la Lega per cambiare questo paese. All'interno del Pdl ci sono spinte conservatrici rappresentate da Fini, che finalmente è uscito allo scoperto. Ma la gente dice vi abbiamo dato fiducia, adesso fate queste benedette riforme, così il paese magari va meglio. C'è la crisi economica, il tema del lavoro... la nostra preoccupazione, e quella di chi ci ha votato, è che questi teatrini della politica che ricordano la prima Repubblica possano essere visti come freni alla volontà popolare. Se così davvero fosse, ce ne accorgeremo presto, nelle prossime due - tre settimane. Al momento in Parlamento si sta per votare il codice delle autonomie, che è un po' la “Bibbia” degli enti locali. Di fatto è lì che si capirà se i finiani possono arrecare dei danni alla maggioranza. Se cosituiranno un freno, allora a quel punto ha ragione Bossi a dire che l'alleanza col Pdl ha ragione di finire.