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Intervista all'assessore allo Sport di Monza “Non stiamo coi finiani. Lo diciamo tranquillamente. Non condividiamo né i tempi né i modi dell'uscita di Fini”.

Andrea Arbizzoni, assessore allo Sport del Comune di Monza, ex caporguppo di An in consiglio comunale, con una storia politica che riporta all'Msi e alla destra sociale.

Assessore, esiste qualche problema nel PDL?

Dopo una vittoria non si possono fare certe affermazioni. Mi sembra che nel partito alcuni siano diventati più finiani dello stesso Fini. Che ci siano delle difficoltà all'interno del Pdl, che non sia ancora strutturato sul territorio e non ci sia troppa democrazia interna, su questo possiamo anche convenire. Ma mi chiedo, chi le dice queste cose? Le dice Gianfranco Fini, cioè una persona che da un giorno all'altro ci ha detto di entrare tutti nel Popolo della libertà, e adesso si è stufato del giocattolo. Ma a questo punto non è lui il più adatto a dare il “controordine compagni!” e farci fare marcia indietro. Adesso Fini critica i modi di Berlusconi. Ma ricordo i tempi in cui era lui a gestire il partito: faceva anche peggio. I congressi non c'erano, e se c'erano erano bulgari, lo dice uno che era della minoranza interna di Rauti. Per non parlare di Fare Futuro e del professor Campi: lui fa il filosofo, il professorino, ma non è mai andato tra la gente a cercarsi i voti e le preferenze. Non vorrei sbagliarmi, ma ci sono solo due-tre amministratori nella provincia di Monza e Brianza che hanno seguito Fini.

Uno solo pare, Marcello Mitrano, assessore ai Grandi Eventi a Cesano Maderno.

La parte centrale di An sta con Berlusconi. Non si capisce bene quanti seguano Fini, anche perché tra di loro ci sono molte contraddizioni. Ci sono anche persone che non appartengono neanche ai tempi di Alleanza Nazionale. A parte Italo Bocchino, Adolfo Urso e Silvano Moffa, non ci sono grandi nomi dell'ex An.

I due gruppi consiliari a Monza e non solo non si sono ancora fusi, e questo in qualche maniera però significa qualcosa.

Penso che sia un finto problema, perché di fatto ormai i due gruppi lavorano in maniera proficua assieme. La mancata fusione si deve al fatto che siamo stati eletti quando i partiti erano ancora separati, e poi manca ancora un coordinamento cittadino del Pdl.

Era stato lei però a spiegarmi la storia di quel braccialetto (un braccialetto tricolore che gli appartenenti all'ex An indossano al polso, ndr).

Il Pdl è un grande partito, ma chi ne fa parte non deve rinnegare la propria storia. Noi ex aennini siamo fortemente orgogliosi della nostra tradizione: come merita rispetto Lupi, che è vicino a Cl, anche chi viene dal Movimento Sociale deve essere rispettato. Secondo me le differenze arricchiscono, se prese nel verso giusto. E anche le correnti. Prendiamo la DC: ha governato per tantissimi anni e non è certo a causa delle correnti che è esplosa, ma per problemi di altro tipo. Le correnti, se non sono di potere, possono anche essere di stimolo, perché in un partito grande esistono tante anime. Sono l'unico modo per tenere vicine le diverse famiglie politiche. Chiamiamole componenti, famiglie di amici...l'importante è che non si trasformino in bande di potere.

Sulle correnti lei e Giuliano Ghezzi (capogruppo di FI verso il Pdl in Comune, ndr) avete idee molto differenti.

Su questo mantengo la mia idea. In un grande partito la corrente ha senso, in uno piccolo no. Forza Italia era un magma, c'erano i socialisti, c'erano i cosidetti “berluscones”, i cattolici. Anche FI era divisa. Io le chiamo correnti perché non ho paura delle parole. Come una pistola: di per sé è un oggetto neutro. Certo, è diverso se sta nella fondina del poliziotto o in quella di un delinquente.

Due domande per chiudere. La prima: l'avete ancora il braccialetto tricolore?

Si. Lo mettiamo non solo perché siamo di An ma anche perché all'interno del Pdl c'è un'anima giustamente patriottica. La Lega mette il fazzoletto verde, noi dovremmo nasconderci o non rivendicare le nostre origini?

Loro però lo mettono per distinguersi dagli altri partiti. La seconda: quali tempi per la fusione dei gruppi consiliari? Ce la farete prima che si voti? Ormai mancano due anni esatti.

Se riusciremo, la fusione si farà anche un po' prima del voto. Altrimenti si andrà alle elezioni col simbolo unico e da lì in avanti ci sarà un solo gruppo.

Ma a quel punto è naturale.

Ne stiamo parlando con due anni di anticipo. Del doman non v'è certezza... Per il momento, siamo consapevoli di stare condividendo una sfida importante. Ci crediamo, ed è possibile vincerla. Se non andrà bene, ci avremo comunque provato. E nonostante le difficoltà, ci stiamo ancora provando.

Gli autori di Vorrei
Antonio Piemontese
Antonio Piemontese