Miriam Balconi, da Cinisello all'Africa passando per Monza.
Anno di Mondiali, e di calcio si continua a parlare. Ben oltre maggio. Una tortura per chi non ama il football, un'occasione gradita per chi ama perdersi nelle discussioni pallonare, tra un rigore non dato e un fuorigioco di troppo. Ma c'è anche chi il calcio sceglie di praticarlo, e di trasformarlo in qualcosa di utile. Non parliamo di professionisti alla Cristiano Ronaldo, che guadagnano cifre a sei zeri, ma di una ragazza che da Cinisello ha pensato di sfruttare la sfera per realizzare il suo sogno: andare in Africa. Miriam Balconi ha giocato nella Fiammamonza, compagine cittadina in cui è transitata persino l'ex moglie di Ronaldo, e nel Milan, prima che un'infortunio ne stroncasse la carriera da numero dieci. Come Zinedine Zidane, il suo idolo, che col pallone ha incantato il mondo prima di uscire di scena nel 2006 con la famosa testata a Materazzi. Ma dopo le lezioni universitarie - studia mediazione linguistica - collabora con Amani for Africa, organizzazione che si occupa di cooperazione internazionale e che promuove progetti in Kenya. Il sogno di Miriam? Andare a dare una mano lì, dove ce n'è più bisogno. E rendersi conto di persona della realtà in cui vivono le persone che finora ha conosciuto solo dalle fotografie e dai racconti di chi è partito. Ma andare in Africa, anche come volontari, costa caro, e l'associazione le ha suggerito di darsi da fare per raccogliere almeno una parte della cifra necessaria.
Detto fatto. Miriam, che ha vent'anni, tanta intraprendenza, ma non ha un lavoro, si ricorda di avere un talento insolito per una ragazza: quello per il calcio. Il resto è, a suo modo, storia, seppur piccola e brianzola.
Armata del cartello che vedete riprodotto qui sopra e di buona volontà, viene al Parco di Monza e decide di appostarsi all'incrocio tra viale Cavriga. La scommessa: ti sfido a fare più palleggi di me, se vinco io però mi fai un'offerta (libera) per finanziare il mio sogno. E capita spesso che vinca lei. Perchè Miriam col pallone ci sa fare veramente, e anche se non gioca più a livello professionistico, non ha perso il tocco e il gusto per i giochetti che incantano i passanti.
Ma quanti hanno accettato la sfida? “Non molti - risponde - Forse hanno creduto che se proponevo una cosa del genere dovessi essere brava davvero. Sono di più quelli che si sono fermati a fare quattro chiacchiere”. Qualcuno ha fatto un'offerta preventiva per non rischiare figure problematiche dal punto di vista dell'orgoglio maschile. Ma va bene lo stesso. Lei, con i soldi raccolti, inizia a prepararsi per il viaggio che a partire dal primo agosto la porterà a Kivuli: durerà un mese e sarà indimenticabile. A settembre, il ritorno a casa, in tempo per presentarsi alle lezioni in università e per iniziare a delineare il futuro. Un futuro che forse la porterà ancora in Africa, in vesti magari più “ufficiali”, ma sicuramente non meno sincere e cariche di passione.
INFO
Per chi volesse sfidare Miriam, farsi raccontare la situazione dei bambini di strada di Kivuli o solo semplicemente fare due tiri a pallone con una "che se ne intende", potrà trovarla nei pressi di viale Cavriga nella giornata di oggi e di domenica 18. Chi vuole conoscere Amani, invece, può visitare il sito dell'associazione al link www.amaniforafrica.org .