Occasione per bancarelle e dibattiti sull'agricoltura, sui semi di inizio 900
e sulla grande distribuzione che strozza i coltivatori


 La pre-sagra, debutta giovedì 9 settembre nel teatro parrocchiale del borgo. Questa volta il Circolo Culturale Orenese presenta una conferenza gemellata col nuovo ente Parco della Cavallera, nato, poveretto, in un periodo di crisi epocale dell'economia e quindi con a disposizione scarsissime risorse per ottemperare al difficilissimo compito di preservare i terreni agricoli superstiti.

Nella sala ci sono maggiori presenze dello scorso anno, forse un segnale di crescente attenzione verso le problematiche del territorio, ma anche per via delle tematiche dibattute. Questa volta è stato invitato Massimo Angelini, presidente del Consorzio della Quarantina, un progetto nato nel 2000 su iniziativa di 20 produttori agricoli del Genovesato, per la tutela della Quarantina bianca Genovese e delle patate tradizionali della Montagna genovese.

 

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La sorella montanara è venuta in pianura a dare consigli, ad aiutare la patata di Oreno a sopravvivere anche alla mutazione post-industriale, ben peggiore e devastante della precedente rivoluzione. “La patata non è il fine.” Dice schiettamente Massimo Angelini. “Peraltro a me non piace. È uno strumento per salvare la nostra montagna dall'impoverimento e dall'abbandono. Con la patata siamo riusciti a riattivare una rete di economia locale, in grado di sostenere in parte la nostra comunità e farla rimanere a vivere sulla montagna.”

 La Quarantina non lesina nel regalare consigli e saperi. L'insidioso problema dei semi, la rete di distribuzione, la tipologia di cultura e la ricerca dei saperi sono snocciolati con cura da Angelini e trasmessi all'attento pubblico.

 

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I semi sono stati oggetto di studio e di ricerca del Consorzio. Dovendo liberarsi dalla dipendenza delle sementi moderne, non riproducibili, alterate e monopolizzate dai produttori per costringere i coltivatori all'acquisto periodico, sono stati riscoperti semi risalenti a inizio '900, quando ancora i laboratori industriali non erano entrati in azione. Una speculazione in meno rende il prodotto più genuino e meno costoso.

 “Non commercializzate le patate nelle reti dei supermarket. Noi abbiamo capito che alla lunga ci danneggia: prima di tutto la grande distribuzione è una delle cause dell'impoverimento della montagna, facendo chiudere i negozi e le botteghe, poi, una volta immesso il prodotto in rete, tiranneggia sul prezzo e strozza i coltivatori”. Ancora una volta senza mezzi termini Angelini si prodiga nel parlare fraterno, forse perché venuto a conoscenza del progetto, vivamente caldeggiato dall'amministrazione provinciale di MB, di inserire punti vendita della patata nei centri commerciali Iper di Monza e Busnago.

 

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Ma il vero problema della patata è la mancanza di spazi e di coltivatori: solo due sono le aziende produttrici e gli spazi agricoli adatti si limitano a piccoli lembi di terreno a sud del Parco della Cavallera, nella cascina Foppa e a nord di Velasca, dove è previsto il tracciato dell'autostrada Pedemontana, al posto delle patate. Nella sala sono presenti gli agronomi di Scret, autori del progetto reciproco a sostegno della patata, i promotori di Gusto di Brianza Est, agricoltori e la rete Gas della Brianza.

Domenica, alla cerimonia ufficiale d'inizio sagra, non è mancato un elemento curioso, al tavolo degli oratori erano presenti due Paolo Brambilla, nelle persone del presidente della sagra e del sindaco di Vimercate, più un altro Brambilla, Enrico, sindaco precedente, attualmente consigliere regionale. È molto evidente il forte interesse dell'amministrazione comunale per l'importanza della sagra, un retaggio culturale identitario divenuto un bene prezioso, specie in un periodo di trasformazione galoppante del sistema produttivo, con ricadute complicate nelle relazioni della comunità vimercatese.  Non sono solo bancarelle.

 

Il sito: La Sagra della Patata

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

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