Domenico Finiguerra, Caparezza, un Paese da non lasciare.
Riceviamo e pubblichiamo
Da una settimana non faccio che ascoltare Caparezza. E con lui continuo a gridare e condividere nella mente, e non solo, queste sue indignate parole "Non siete STATO voi!“
Riemerge, come un fiume carsico, quella gran voglia di muovermi, in fretta!
Voglia spinta dal sentimento di dovere che provo nei confronti di mio figlio, e dei figli di chiunque altro in questo paese, Voglia di non lasciare nulla di intentato.
Negli ultimi anni della mia vita ho avuto la fortuna di incontrare migliaia di persone e centinaia di realtà sparse in tutto il paese. Migliaia di esperienze, migliaia di zattere tutte alla ricerca di un’altra Italia e di un altro mondo possibili. Tutte accomunate dallo stesso spirito di amore nei confronti del nostro paese, dallo stesso senso di responsabilità nei confronti delle prossime generazioni, dalla stessa voglia di cambiamento. Tutte in viaggio verso la stessa meta, orientate dalla stessa bussola e guidate sulla stessa rotta. Ma tutte destinate a restare voci isolate e inascoltate da chi detiene il comando dei grandi transatlantici della politica .
Al termine di quasi tutti i convegni, dibattiti o riunioni, in cui si erano affrontati temi quali il consumo di territorio e la cementificazione del paese e del paesaggio, i rifiuti e la dannosità degli inceneritori, l’energia nucleare o l’acqua pubblica, l’integrazione e i diritti, la gran maggioranza dei partecipanti, me compreso, tornava a casa con un sentimento strano nel cuore: quello di sentirsi una minoranza rabbiosa. Quello di chi sa, lo sente, di aver ragione, ma essendo una minoranza pensa di non poter mai riuscire a cambiare le cose.
Ma oggi è veramente giunto il momento di provare a cambiare!
È giunto il momento per tutti coloro che amano profondamente l’Italia, di impegnarsi in prima persona per dare una risposta al degrado politico, morale e ambientale ed ai gravi problemi economici e sociali che segnano il nostro tempo.
È giunto il momento, per tutti coloro che non vogliono rassegnarsi a restare ai margini dello scenario, inascoltati, e credono che ci sia bisogno di passare al più presto dalle sale di convegni alle piazze aperte della bella politica di uscire allo scoperto e sporcarsi le mani per togliere, il fango politico che ricopre il nostro paese.
Oggi è giunto il momento in cui tutte le iniziative sparse si ritrovino, si riconoscano, escano definitivamente dai rispettivi recinti e si uniscano.
Oggi è giunto il momento per i cittadini che assistono passivamente e sconsolati sul divano, di alzarsi di scatto, spegnere la TV e cercare di ridestare dal torpore mediatico anche i loro vicini.
È ora di cominciare a camminare. Per andare dove le decisioni concrete possono trasformare le bellissime idee germogliate sulle nostre zattere in tangibili realtà.
È ora di far entrare nel pantano della politica mediatica e autoreferenziale un fiume di acqua pulita.
È ora di unirsi. E’ ora di trasformare le migliaia di piccole minoranze, in un progetto vero e realizzabile, che sappia e voglia davvero cambiare l’Italia.
È ora di mettersi in gioco ed assumersi nuove responsabilità. Io lo farò.
Io non me ne andrò. Non lascio questo Stato a chi lo Stato non è.
Il 21 e 22 maggio sarò al primo appuntamento nazionale di chi vuole dare vita alla nuova aggregazione Ecologista, Civica e Democratica. Per dare una speranza a questa Italia in perenne smottamento, anche verso la crisi istituzionale.
Per costruire il nuovo soggetto politico che sia in grado di portare a livello nazionale quanto dal basso, da anni, movimenti, comitati ed enti locali hanno già concretizzato, dimostrando che un’altra Italia è possibile!
E dobbiamo costruirla, insieme.
Il Tempo è adesso. E ciascuno si deve assumere il suo pezzo, grande o piccolo, di responsabilità.
Non servono salvatori della patria ne eroi. Non bastano sindaci, assessori, presidenti di regione o leader carismatici.
Serve una moltitudine inarrestabile. Quella che si sente addosso il dovere di fare la propria parte. Con senso civico, per l’equità, per la tutela dell’ambiente.
Servono gli Italiani, e tutti quelli che vogliono aiutare questo paese a ritrovare l’anima smarrita. Quell’anima smarrita, addormentata, drogata, rubata, che in molti stanno cercando per restituirla a chi tra qualche anno chiederà conto a tutti noi!
Il tempo è adesso.
Domenico Finiguerra
Sindaco di Cassinetta di Lugagnano