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"Open Your Eyes", l'abuso di droga tra gli adolescenti affrontato con una iniziativa rivolta ai genitori di 19 classi brianzole: un confronto e uno spaccio, ma solo di informazioni.

Una tavola rotonda e una brochure informativa da distribuire assieme alle temute pagelle di fine anno: “Open your eyes”, è l'invito lanciato ai genitori di ragazzi adolescenti dal Rotary Club Monza Est che, grazie alla collaborazione di Comune, Provincia, Regione e Ospedale di San Gerardo, ha ideato un progetto per andare incontro al disagio creato dall'abuso di droga da parte dei giovani.

Aprendo l'incontro informativo svoltosi giovedì sera al Teatro Binario 7, il presidente del Rotary Stefano Bianconi ha spiegato che l'idea è nata “Da uno stimolo del territorio, alcune insegnanti ci hanno segnalato le numerose difficoltà anche da parte dei genitori, nell'affrontare il problema: abbiamo così deciso di rivolgerci non direttamente ai ragazzi ma ai genitori e di raggiungerli con una brochure con informazioni, consigli e indirizzi utili che verrà distribuita a giugno in 19 scuole brianzole di cui 16 monzesi, sia medie sia superiori”.

Il monito “non scordiamoci di aprire gli occhi” è rivolto a tutti i genitori degli alunni di 2° e 3° media e del biennio delle superiori, “ragazzi che spesso pensano ' a me non capiterà mai' e sono invece i soggetti più in pericolo perché il primo contatto con la droga, come per l'alcool, è spesso tra amici, con amici più grandi, come rito di iniziazione” come ha spiegato Maurizio Resentini, alla guida il Servizio dipendenze dell'Asl di Monza e della Brianza, intervenendo giovedì 19 maggio all'incontro organizzato dal Rotary al Binario 7.

“la droga è a volte vista come la scorciatoia magica per ogni stress della vita” ha continuato Resentini, e gli effetti, inizialmente sembrano confermarlo: “un aumento delle performances o un senso di relax si rivelano poi ingannevoli e i veri sintomi sono ben altri” ha spiegato Luca Moltrasio che lavora presso nel dipartimento di Salute Mentale e Psichiatria dell'Ospedale San Gerardo.

“Vedo molti casi in Pronto Soccorso in cui il non saper cogliere i sintomi iniziali ha portato ad intervenire solo quando magari i danni sono diventati permanenti, soprattutto perché nell'adolescenza certe sostanze possono alterare un fisico che è in fase di maturazione – ha aggiunto rivolgendosi giovedì ad una platea di genitori interessati – E' quindi importante saper cogliere i segnali”. Per i cannabinoidi si parla di danni al tono di umore e di ritiro sociale mentre la cocaina altera il sonno e il senso di fame; allucinogeni e stimolanti, ce ne sono dei più svariati ormai sul mercato anche on line, hanno spesso effetti immediati e permanenti come la mancanza di percezione dello stimolo, disfunzioni cerebrali e deficit cognitivi “che possono stroncare una carriera scolastica ma soprattutto la vita sociale”, come ha illustrato Moltrasio.

La brochure distribuita sarà sicuramente un buon “bigino” per i genitori ma esistono anche delle porte a cui bussare per evitare di affrontare da soli il problema sentendosi spesso in colpa. X space interviene sui ragazzi ma anche sui genitori mettendo a disposizione un team di psicologi, psicopedagogisti e assistenti sociali oltre ad un numero a cui rivolgersi apertamente. Asl e Cps hanno realizzato diversi progetti di collaborazione con i centri adolescenti anche presso i consultori per adolescenti, per prevenire e intervenire sugli “esordi precoci”.

Ornella Perego, della sezione Prevenzione dipendenze dell'Asl, suggerendo questi indirizzi ha consigliato di cercare il confronto, con gli enti ma anche con altri genitori, “per capire che si tratta di un fenomeno sociale e culturale e non ci sono responsabilità educative o famigliari” ha precisato. Le parole d'ordine, sempre secondo Perego, sono dissenso, contrattazione e comunicazione, “sotto i 16 anni, poi, una punizione può funzionare – ha suggerito - più avanti è meglio gestire diversamente il problema trovando assieme una soluzione senza diventare ossessivi”.

Voce fuori dal coro “medico” , giovedì sera, è stata quella di Silvana Fallisi, attrice e mamma, che ha raccontato aneddoti domestici o direttamente ambientati nel camerino di qualche studio televisivo, lanciando un invito, o forse un augurio: “Chi ha visibilità ed è una figura seguita e magari stimata dagli adolescenti dovrebbe spendersi di più per sensibilizzarli sul problema della droga, senza fare i timidi” e l'ultima battuta, l'ha ammesso lei stessa, era una frecciatina al marito Aldo (di Aldo Giovanni e Giacomo) “padre molto attento e presente ma che potrebbe incontrare di più i giovani affrontando questo tipo di problematiche, soprattutto sfruttando la simpatia che già suscita”.

Lui, e tanti suoi colleghi, potrebbero salire sulla ormai celebre “cadrega”, per ribadire: “Open Your Eyes”.