Dopo l'ennesimo sgombero da via Durini, il collettivo monzese è tornato nella prima sede a ridosso del Lambro: «La presunta riqualificazione dell’area, motivazione che tre anni fa la proprietà (Immobiliare San Gerardo) portò a supporto dello sgombero, non è mai avvenuta. Gli unici interventi effettuati sono stati di natura distruttiva»
Riceviamo e pubblichiamo
Con questo slogan, oltre che a riassumere quanto fatto nei primi giorni di occupazione di via Boccaccio 6, intendiamo lanciare una campagna di ampio respiro sulla città che inchiodi le Istituzioni alle responsabilità dirette e indirette che esse hanno sui continui sgomberi avvenuti in città, simboli di una politica basata sull’uso di manganelli, celerini, ruspe e porte murate. Una politica distruttiva e repressiva, a cui non ci stancheremo mai di opporre la nostra forza creativa, in grado di produrre dal basso e in modo autogestito progetti, idee, riempire e colorare spazi, tessendo relazioni tra i soggetti, creando ambiti di confronto.
In questi giorni successivi allo sgombero di via Durini 19 e all’immediata occupazione di via Boccaccio 6 ne abbiamo sentite un po’ di tutti i colori. Sapevamo che tornare nella nostra vecchia sede avrebbe sollevato un vespaio mediatico e ci siamo inizialmente posti in ascolto. Ora è giunto il momento di prendere parola e porre all’attenzione della cittadinanza alcune considerazioni.
1) Nonostante lo sgombero dello stabile di via Durini, su cui vigileremo in attesa che comincino i fantomatici lavoro di riqualificazione, i progetti sociali attivati dalla F.O.A. Boccaccio in quartiere proseguono. La scuola di italiano per migranti prosegue negli stessi giorni e negli stessi orari presso la CUB di via Piave 9. Il laboratorio creativo per bambini prosegue il mercoledì pomeriggio presso i giardinetti di via Azzone Visconti. Il cineforum che solitamente era ospitato all’interno del cortile lo abbiamo spostato nel piazzale antistante lo stabile, tutti i giovedì sera (http://boccaccio.noblogs.org/post/2011/07/11/cineforum-in-quartiere-di-nuovo-in-via-durini/).
Insomma lo sgombero non depotenzia in alcun modo l’attività sociale e culturale del nostro collettivo, che anzi si diffonde in città e si appropria di nuovi spazi di socialità e di confronto con la cittadinanza. Questo è il nostro modo di “fare politica” in maniera autonoma, sviluppando progetti sul territorio e dando loro continuità.
2) Il ritorno in via Boccaccio pone all’attenzione di tutti un dato di fatto ineludibile: la presunta riqualificazione dell’area, motivazione che tre anni fa la proprietà (Immobiliare San Gerardo) portò a supporto dello sgombero, non è mai avvenuta. Gli unici interventi effettuati sono stati di natura distruttiva, al fine di rendere inagibile lo stabile (distruzione dei tetti e rimozione di ogni infisso) e vanificare i quattro anni di recupero che il collettivo a proprie spese aveva portato avanti tra il 2004 e il 2008. Abbiamo realizzato un video che denuncia questa scandalosa situazione (http://www.vimeo.com/26328383), riaffermando la natura politica di quello sgombero, come di tutti quelli successivamente messi in atto nei nostri confronti (nessuno degli stabili che nel tempo abbiamo occupato ha subito alcun piano di riqualificazione). Ora stiamo a vedere cosa faranno dello stabile di via Durini…
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3) Sulla stampa abbiamo letto alcune affermazioni dei “nostri” amministratori, gli stessi su cui ricade la responsabilità politica degli sgomberi degli ultimi anni: hanno parlato Simone Villa (ass. Sicurezza), Martina Sassoli (ass. Politiche Giovanili), Max Romeo (ex ass. Sicurezza), mentre il Sindaco non si è espresso, intento a gonfiare la pagliacciata dei fantomatici ministeri al Nord. Questi personaggi sono espressione di quella classe politica che ha portato Monza nell’attuale stato di caos (il Consiglio Comunale bloccato da mesi a totale discapito della cittadinanza), una classe politica che ha preso il potere attraverso una propaganda populista e leghista di cui la popolazione non ne può più e a cui nel tempo abbiamo ripetutamente risposto nei fatti. Le loro critiche al nostro operato, generalmente basate sulla falsità, sono del tutto impossibilitate a superare il superficiale obiettivo inerente alla forma e alle pratiche, non scalfiscono in nessun modo i contenuti (antifascismo, antirazzismo, accessibilità dei saperi, lotta alla precarietà,…) che proponiamo nelle nostre attività. Su questi ultimi riscontriamo invece un positivo confronto diretto con la cittadinanza e con il quartiere, che in via Durini abbiamo sentito molto vicino anche nel momento dello sgombero.
Ora non resta che proseguire sulla nostra strada, con al fianco le tante persone che in questi mesi hanno alimentato i percorsi che sono partiti o hanno attraversato i nostri spazi. Settembre è vicino e porterà con sé rinnovati stimoli, rinnovate forze per dare ancor più corpo alle nostre rivendicazioni e a quelle di chi, come noi, si immagina una Monza completamente diversa da quella che stiamo vivendo. Ma l’estate è ancora lunga e la mobilitazione cominciata il 9 aprile non intende andare in vacanza. Tante sono le iniziative in cantiere: seguiteci sul nostro blog boccaccio.noblogs.org
FOA BOCCACCIO 003
Via Boccaccio 6