La rivista che vorrei

Le elezioni comunali restituiscono a Monza un volto civile, un profilo ambizioso e serio, rappresentato da Roberto Scanagatti. In poche parole: un sindaco capace di ispirare fiducia per il futuro dei monzesi e dei brianzoli

È finita. Mai più far finta di niente con amici di altre città mentre alla televisione Mariani dà le chiavi della Villa Reale alla Lega Nord, mai più tossicchiare nervosi quando ti chiedono chi è il sindaco di Monza. Adesso un sindaco c'è, ed è Roberto Scanagatti. Il cui primo discorso, a caldo, non appena si è conosciuto l'esito del ballottaggio, ha costituito un importantissimo passo iniziale nella stagione politica che Monza si appresta a vivere. Un discorso vibrante, sentito, ma all'insegna della sobrietà e della consapevolezza, e quindi dell'umiltà, di appartenere a un progetto più grande chiamato Paese (o Nazione, come vi pare): «avremmo dovuto festeggiare, stasera – ha detto davanti alla folla accorsa in Piazza Roma per celebrare con lui la vittoria – ma ciò che accade in altri luoghi d'Italia deve spingerci a trasformare la nostra gioia in solidarietà verso chi, anche lontano da Monza, come a Brindisi e nell'Emilia, soffre e fa fatica».

Proprio sul "fare fatica" e sulla conseguente necessità di un tessuto sociale più solidale si è concentrato il discorso del neoeletto, anche quando la focalizzazione è passata alla situazione monzese. Solidarietà, ma anche apertura al confronto e al dialogo con la diversità. «Gli sconfitti sono coloro che credevano di poter basare il consenso sulla paura – ha dichiarato – Monza invece ha dimostrato che si può fare il contrario, che si può amministrare guardando al futuro e all'esterno, non solo chiudendosi ognuno nel proprio recinto». Sugli sconfitti, un passaggio dal sapore cavalleresco, sottolineando la correttezza della campagna elettorale. Senza però trascurare di dire che «il centrosinistra a Monza non ha vinto per la delusione e per l'astensionismo, ma perché c'è un progetto di amministrazione seria. Le elezioni si perdono quando si governa male, ed è quello che è successo alla precedente giunta nella nostra città».

La parte più bella, più coinvolgente, e soprattutto di grande valore politico, perlomeno per chi scrive, è stata però quella in cui Scanagatti ha ricordato che la sua è stata la vittoria della cittadinanza attiva e consapevole, sollecitando i cittadini «a controllarci, a marcarci stretto, a seguirci nel nostro mandato». Proprio il tema etico è stato il punto di maggiore orgoglio esibito dal nuovo sindaco monzese, che ha elogiato la serietà di tutti i candidati alle primarie del centrosinistra nel contribuire alla definizione del programma e rimarcato l'impegno fondamentale che la sua amministrazione si assumerà: «rimettere al centro le persone», cioè occuparsi davvero dei problemi di una città e non soltanto fare costante campagna a favore di un discutibile (ex)governo nazionale.

Nella sostanza, Scanagatti inaugura la propria avventura da sindaco di Monza con un discorso di sinistra, bello come non se ne sentivano da tempo. Solidarietà, centralità della persona, politica al servizio dei cittadini e non investita per cinque anni di un potere assoluto e impunito; orgoglio di chi pensa che esista un'alternativa alla deriva destrorsa o grillina per affrontare i problemi non solo cittadini, ma anche nazionali, e nessuna saccenza, ma continua disponibilità al confronto, continuo e costante.

Sì, da oggi Monza ha un sindaco. Uno di quelli veri, non di quelli manovrati a distanza, di cui magari spesso, nel corso di cinque anni, rischi di vergognarti guardandolo insultare giornalisti o facendosi zerbino della direzione nazionale del proprio partito. Ma non ci si deve accontentare: il bello (e il difficile) comincia adesso.

Gli autori di Vorrei
Simone Camassa
Simone Camassa

Nato a Brindisi il 7 maggio del 1985. Insegnante di Italiano, Storia e Geografia nella scuola pubblica, si è laureato in Lettere, in Culture e Linguaggi per la Comunicazione e in Lettere Moderne, sempre all'Università degli studi di Milano. Suona la chitarra elettrica (ha militato in due gruppi rock, LUST WAVE e BLACK MAMBA) e scrive poesie.

Appassionato di sport, ha praticato il nuoto a livello agonistico fino ai diciotto anni, per un anno ha anche giocato a pallacanestro. Di recente, è tornato al cloro.
È innamorato della letteratura in tutti i suoi aspetti, dalla poesia fino al fumetto supereroistico statunitense. Sogna di realizzare un supercolossal hollywoodiano della Divina Commedia, ovviamente in forma di trilogia e abbondando con gli effetti speciali.

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