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Dossier: Gli anni Ottanta. Dopo il riflusso non tutti sono tornati a casa. La nascita del Terzo settore e le prime associazioni monzesi

 

Il

 grande movimento politico nato nel ‘68 e sviluppatosi negli anni 70, ai quali questa rivista ha dedicato il suo primo speciale, è andato declinando nella seconda parte degli anni Settanta, dopo la fiammata del ’77.

Da una parte la mancanza di uno sbocco politico, reso impossibile dal compromesso storico tra la DC ed il PCI, dall’altra la disgraziata scelta della lotta armata da parte di una componente del movimento, minoritaria ma dagli esiti dolorosi per tutta la società italiana e la sua democrazia. Sono gli anni in cui cresce la diffusione delle tossicodipendenze, soprattutto tra i giovani.

Una rappresentazione superficiale degli anni Ottanta è quella della cosiddetta Milano da bere. La nascita del nuovo potere craxiano (e del suo amico fidato Berlusconi), mentre sul piano internazionale dominano Ronald Reagan negli Stati Uniti e Margaret Thatcher in Gran Bretagna. Insomma, la caduta dei grandi ideali ed il dominio del liberismo, più mercato e (molto) meno Stato.

Eppure negli anni Ottanta, nel profondo della società italiana e nel nostro territorio succedono anche altre cose. Nasce un’onda lunga che arriva fino ai nostri giorni.

Il benessere economico contribuisce alla crescita di una società civile più ricca e differenziata, che mantiene una forte spinta partecipativa. Non sono più solo i giovani a desiderare il cambiamento. Si chiede alla società una migliore qualità della vita: servizi sociali e sanitari più vicini ai cittadini, un ambiente migliore, consumi intelligenti, educazione per tutti, protezione civile. Ma tutto questo ora lo si cerca a livello locale, grazie anche al sempre maggiore decentramento delle competenze sociali. I cittadini si rimboccano le maniche e si creano, da soli, gli ambiti in cui ottenere risultati: prima le associazioni, poi le neonate le cooperative sociali.

È la presa di coscienza del volontariato, che da attività caritativa ed assistenziale si trasforma in movimento per il cambiamento. È la nascita del Terzo settore, che cambia le relazioni tra i cittadini e lo Stato, ed apre nuovi spazi di intervento, alternativi allo Stato ed al mercato, anche se in continua relazione, soprattutto con il primo.

Chi ha vissuto quegli anni a Monza non può non aver notato, o addirittura partecipato al nascere ed al crescere di decine di nuovi ambiti di aggregazione. Ho personalmente vissuto, ad esempio, la grande crescita dello scoutismo dell’AGESCI, associazione di volontari per l’educazione dei giovani, che in quegli anni vede il sorgere di diversi nuovi gruppi, che vanno a decentrarsi nei quartieri. E poi la nascita di iniziative nel campo dell’ambiente, come il Centro di Educazione Ambientale (CREDA) nel Parco di Monza. Esperienza interessante, perché sorge per iniziativa di associazioni volontarie (WWF, Legambiente, AGESCI), trova riscontro nell’istituzione, che rende disponibili alcuni locali nella Villa Mirabello, cresce nel tempo fino a rendersi pressoché autonoma grazie alle attività rivolte alle scuole ed alla gestione di una sezione distaccata della Biblioteca nel Parco. Ed ancora la nascita di iniziative lavorative, come la Cooperativa sociale Meta, nata per iniziativa degli educatori coinvolti nelle iniziative estive del Comune di Monza nel Parco, poi divenuta una realtà permanente, che ancora oggi offre lavoro e servizi.

Naturalmente questi sono solo degli esempi, cresciuti in un territorio come quello monzese e brianzolo, che ha sicuramente molti difetti, ma è ricco di spirito di iniziativa. Ancora oggi il tessuto delle associazioni, del volontariato e del Terzo settore sono molto vivaci in città: basti pensare alla associazione che gestisce La rivista che Vorrei.

Per un elenco delle associazioni censite a Monza:
www.comune.monza.it

Un altro elenco è quello delle associazioni che aderiscono alla Casa del Volontariato:
www.casavolontariatomonza.it