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A Monza l'ISA e l'Olivetti hanno bisogno di strutture adeguate e di investimenti che toccherebbero alla Provincia. L'Istituto d'arte, poi, sconta i ritardi della Giunta Mariani e la convivenza con il resto della Villa Reale

 

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e scuole superiori di primo e secondo livello nel territorio di Monza e Brianza vantano una buona tradizione di integrazione con il mercato del lavoro sul territorio, con un’ampia e ricca possibilità di scelta per gli studenti sui percorsi di studio e conseguente accesso all'occupazione.

Quasi tutte però soffrono di piccoli problemi cronici. Che riguardino le strutture degli edifici, gli impianti elettrici, idraulici o di riscaldamento, le attrezzature, gli arredi, sono problemi che si trascinano nel tempo a causa delle pessime condizioni delle casse provinciali.

Ma perché la competenza delle scuole statali superiori è nelle mani della Provincia e non dei comuni? La risposta è semplice, per la consistenza di costi insostenibili per i piccoli comuni. Vediamo cosa prevedono gli obblighi di legge per le Province nelle gestione delle scuole superiori statali.

A partire dal 1996, a seguito della Legge 23 “Norme sull’ediliza scolastica”, alle Province sono assegnate le funzioni di:

  • manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici: messa in sicurezza degli edifici, messa a norma degli impianti;

  • costruzione di nuove scuole

  • spese per le utenze elettriche e telefoniche, per la provvista dell'acqua e del gas, per il riscaldamento ed per i relativi impianti;

  • spese varie di ufficio e per l'arredamento delle aule: banchi, sedie, aule multimediali, laboratori, etc..

Con il Decreto Legislativo 112 del 1998 (attuazione della Bassanini) le Province ricevono tutte le competenze relative alla programmazione dell’offerta formativa e alla pianificazione della rete scolastica. In particolare, tra le altre si segnala:

  • l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole;

  • i servizi di supporto organizzativo istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio (trasporto disabili);

  • il piano di utilizzazione degli edifici e di uso delle attrezzature;

  • la sospensione delle lezioni in casi gravi e urgenti.

Accanto alle funzioni assegnate dalle leggi, le Province hanno negli anni assunto un ruolo determinante nel garantire uno sviluppo qualitativo degli edifici, modernizzando il patrimonio scolastico. In particolare sono stati realizzati importanti interventi in materia di efficienza energetica, installazione di impianti fotovoltaici e introduzione del Wi-Fi.

Sebbene quindi le leggi indichino in modo esaustivo e preciso obblighi e doveri, esistono tuttavia delle situazioni “anomale”.

Per anomalie si intendono quelle scuole superiori che per varie ragioni, spesso politiche, sono ospiti in edifici storici o presso immobili di proprietà comunale di particolare rilievo e pregio artistico e storico. Proprio per ragioni “politiche” le competenze di tutte le scuole superiori sono passate alla Provincia di Monza e Brianza ad eccezione di quelle di Monza. Scavando nel recente passato, si scopre difatti che ai tempi della Giunta Faglia si era predisposto il tutto ma poi, al cambio di colore politico delle successive elezioni, con Mariani l'operazione non fu completata.

Alle elezioni di giugno — con il ritorno della Sinistra con la Giunta Scanagatti — si è riproposta la questione e a questo punto si deve accelerare e completare un processo obbligatorio dal punto di vista delle leggi.

Tra le scuole superiori di Monza con particolari urgenze possiamo annoverare l'Istituto d'Arte e l'Olivetti.

L’esempio più eclatante di emergenza appartiene sicuramente all’ex Istituto Statale d’Arte che ha sede nella Villa Reale di Monza, noto come ISA-LAS.

La storia dell’ISA è nota, con i suoi 40 anni e più di successi e di problemi ricorrenti, si è distinto nel tempo per il valore e qualità dei docenti (ricordiamo Nanni Valentini, tra i più famosi scultori e ceramisti al mondo) formando artisti e creativi di fama internazionale. Un polo di attrazione scolastico che ha visto aumentare di anno in anno le iscrizioni di studenti provenienti da tutte le province circostanti e persino dalla Svizzera, fino a raggiungere gli attuali 900 iscritti circa. Tutto questo, nonostante i progetti che vedevano nell’ISA un ostacolo agli interessi commerciali connessi alla ristrutturazione della Villa Reale, al Consorzio che la gestisce e le polemiche scatenate sulla futura destinazione d’uso dei prestigiosi locali, attualmente utilizzati anche dalla scuola.

Nel fabbricato adiacente, sempre nel contesto degli spazi della Villa, visse anche per un lungo periodo un’altra storica realtà della formazione artistica monzese, la Civica Scuola Serale Artigiana Paolo Borsa. Oggi ha un aspetto fatiscente, con i tubi Innocenti a puntellarlo, invaso da una vegetazione che, con un abbraccio mortale, soffoca un patrimonio artistico di pregio sull’orlo del collasso.

La storia recente racconta che nel giugno del 2011, a seguito di una richiesta da parte del Comitato dei Genitori sulla stabilità e solidità della struttura, geometri ed architetti del Comune di Monza dichiararono l'inagibilità dell'edificio, da tempo utilizzato dall’Istituto d'Arte con 8 aule ed 1 laboratorio, per un totale di circa 200 studenti. Da allora nulla è stato fatto e il nubifragio dell’agosto del 2011 non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

A settembre del 2011, la scuola dovette programmare il doppio turno per i 200 studenti e affrontare il rischio della sospensione dell’intero anno scolastico. La grande pressione degli organi scolastici, la raccolta di diecimila firme e l’intervento del Prefetto, “costrinsero” il Comune di Monza a concedere l’utilizzo della vicina Cascina San Fedele per il 2011-2012.

Che si trattasse di un problema “politico” lo si è capito dopo la svolta elettorale dell’aprile 2012. In tempi brevissimi, Provincia, nuova amministrazione e ISA, hanno raggiunto l'accordo per l'uso temporaneo di otto aule presso l’Istituto Hensemberger di via Magenta.

È notizia di questi giorni di due importanti delibere da parte del Comune di Monza. Una dichiarazione d’intenti per destinare l’area attualmente occupata dall’ISA in Villa Reale (detta Cavallerizza o Scuderia) in modo definitivo e perpetuo a scuola secondaria e lo stanziamento di 1.400.00 € per il triennio 2012-2014 per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (completo rifacimento tetto).

Il secondo esempio di emergenza che possiamo citare è l’IPSCT OLIVETTI. Come per l’Istituto d’Arte, anche lo storico edificio sede dell'Olivetti ha bisogno di adeguamenti strutturali, così da soddisfare le esigenze di una scuola dedicata al mondo alberghiero e alla ristorazione.

Eppure, durante gli anni 2001-2002 furono spesi circa 7 miliardi di lire per modernizzazione la struttura, l’impianto di riscaldamento, le porte, le finestre, per l’abbassamento dei soffitti e altro ancora. In realtà, c'è chi mette in dubbio che i lavori siano stati fatti a “regola d’arte” e nel rispetto delle norme in materia. Tanto che l'impianto per il ricambio dell’aria nei laboratori non funziona come dovrebbe (non funziona affatto...) e che i camini di aerazione terminano nel sottotetto anziché fuori dal tetto, come prevede la normativa. Il rifacimento dei bagni non ha tenuto conto delle pendenze, del diametro degli scarichi e della tipologia di scarico (orizzontali e verticali), con la conseguenza che durante l'intervallo e nelle giornate di pioggia, sotterranei e cucine si allagano molto spesso. Così come i tombini dei cortili, non essendo collegati a fogne, provocano allagamenti dopo piogge intense. I sotterranei, seppure di grandi dimensioni, non hanno un sufficiente ricambio di aria e quindi vengono usati solo come archivi e come spogliatoi.

Ad ogni modo, la Provincia ha fatto passi concreti per l’ammodernamento e la riqualificazione di alcuni edifici pubblici in gestione. È stato presentato difatti nel mese di ottobre il nuovo servizio di gestione dell’energia. Partito come test nel gennaio del 2012, riguarda 61 tra scuole superiori, sedi istituzionali, uffici vari ed alloggi di proprietà provinciale, sui quali era stata condotta una approfondita analisi energetica dalla quale è emerso che il rendimento medio stagionale di tutti gli impianti si aggirava intorno al 67%.

È stato attivato un sistema di controllo e una serie di interventi di riqualificazione degli impianti stessi che portano il rendimento al 77,9%, con una diminuzione del fabbisogno energetico primario del 14,5%.