Intervista all'ex pubblico ministero. L'incontro con gli studenti della Confalonieri di Monza. L'importanza delle regole per il vivere civile, in un paese che forse non è mai diventato adulto
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er spiegare la legalità ai più giovani, bisogna prima capire che cosa pensino delle regole. Si è ispirato a questo principio Gherardo Colombo, pm dell'inchiesta Mani Pulite, nell'incontrare stamattina gli studenti di terza media della scuola Confalonieri di Monza. Con fare simpatico e coinvolgente, si è aggirato fra le poltrone del Teatro San Carlo sollecitando e scambiando con i ragazzi riflessioni sulle regole e sulla loro importanza per il vivere civile. Reagendo con polso ma senza pedanteria alle intemperanze degli scolari, inevitabili forse a quell'età.
«Cosa provate quando pensate alle regole? Le considerate una seccatura?» «Sì!» la risposta in coro dei ragazzi, quasi a far cadere giù la sala. Aspettandosi una simile reazione, l'ex pm ha gradualmente rovesciato il punto di vista dei giovanissimi ascoltatori sulle regole e sul ruolo che hanno nella società: «È ancora radicata – ha spiegato – una visione delle regole come costrizione della nostra libertà. Ma una regola in realtà può anche espandere la nostra libertà. Ogni diritto è una regola. La maggior parte delle regole della nostra Costituzione – ha aggiunto – sono quelle che permettono di fare qualcosa, non quelle che vietano».
Spiegare ai bambini che non esistono diritti che non comportino anche dei doveri, spiegare loro che bisogna conoscere la Costituzione, cioè le regole del vivere civile, esattamente come è naturale conoscere le regole di qualsiasi attività per poterla praticare: dal 2007 Gherardo Colombo non smette di assolvere a questa missione che si è dato dopo aver presentato le dimissioni da magistrato, convinto che per far funzionare la giurisdizione si debba prima raggiungere e condividere la cultura e il rispetto delle regole.
Colombo ha deciso di ripartire dai giovanissimi per diffondere questa cultura, ma l'impressione, dopo l'incontro di oggi, è che di simili occasioni avrebbe bisogno una grande parte della popolazione adulta italiana, forse ancora più insofferente alle regole (che obblighino o permettano poco importa) rispetto ai ragazzini delle medie. Dall'abnegazione di persone come Gherardo Colombo, comunque, si può trarre la speranza che il nostro paese raggiunga l'età adulta del vivere civile con le nuove e nuovissime generazioni, perché quelle già svezzate non si sono molto allontanate dai dodici anni o giù di lì.
GHERARDO COLOMBO RISPONDE A VORREI
A margine dell'incontro, abbiamo rivolto alcune brevi domande all'ex pm.
Negli ultimi tempi si è tornato a parlare tanto di legalità, con diverse iniziative anche in Brianza: a cosa si deve questo ritorno di interesse verso l'argomento?
Le iniziative sono sempre state numerose: io dal 2007 faccio ogni anno circa 400 incontri, fra scolaresche e cittadinanza. È vero però che è aumentato l'interesse da parte dei media, forse perché avvertono che i cittadini provano un certo disagio a causa della situazione generale.
È la situazione lombarda a creare questo disagio? Il rapporto fra le mafie e il territorio lombardo?
Si tratta di un rapporto che è sempre stato complicato. Io ovviamente non sono più aggiornato come quando svolgevo il lavoro di magistrato, ma ormai è di dominio pubblico che la prensenza della 'ndrangheta sia consistente, e non può sorprendere che Milano, il primo centro finanziario italiano, sia un obiettivo della criminalità.
La Lombardia ha bisogno di essere "educata", o "rieducata" alla legalità?
Lei cosa dice? (ride) La tendenza a trasgredire c'è sempre stata anche in Lombardia, in forme diverse, a dispetto del luogo comune che la voleva immune a certi comportamenti.
Da qualche anno è presidente di Garzanti Libri. Il suo ruolo di editore e il suo ruolo di divulgatore della legalità riescono a confluire?
Direi che può capitare. Facendo l'editore, uno cerca di pubblicare e stimolare l'interesse del pubblico verso testi che facciano riflettere sui temi della legalità e del rispetto delle regole. Uno degli ultimi libri che abbiamo pubblicato, infatti, è Una Costituzione amica di Elvio Fassone, ex magistrato e parlamentare.