Dossier: L'amore (di questi tempi). L’omosessualità a Monza e dintorni, politica di genere e politica del desiderio. Meladailabrianza è attiva per dar loro voce, mettendoci la faccia
“S
tanno arrivando i gay da Milano con i pulman”. Così reagì la Brianza alla prima serata organizzata circa un anno fa da Meladailabrianza. Erano già in tanti e tante, per fare politica di genere e politica del desiderio. Fino a poco fa solo Milano offriva questo genere di esperienze. Ora anche la Brianza, grazie a loro.
Se non proprio con i pulmann, comunque arrivarono in tanti, perchè pur essendo il nocciolo duro formato solo da Viviana, Francesca, Claudia, Angelo e Claudia, i cosiddetti followers si materializzarono numerosi.
Ma facciamo un passo indietro. Meladailabrianza cominciò con un bacio. A San Valentino 2011. Sarebbe dovuto nascere di lì a poco, ma le affermazioni di Giovanardi, senatore del Pdl, per il quale “il bacio tra donne in pubblico è paragonabile a chi fa la pipì per strada” accelerò i tempi. Così Meladailabrianza si presentò con la proiezione di un video all’Arci Acropolis di Vimercate, a febbraio dell’anno scorso.
A quello sono seguite serate musicali, incontri con le scuole, spazi di sensibilizzazione, apertura di canali di ascolto e ora il gruppo è il nuovo punto di riferimento della Brianza che da Milano si distingue con grande stile.
Chiacchiero con Viviana, la portavoce del gruppo, “fin dalla nascita gay e napoletana” e Francesca, etero e monzese. I capelli lunghi e scuri già mi suggeriscono che mi trovo di fronte a un gruppo sui generis all’interno del panorama gay.
“Creare un gruppo chiuso, autoreferenziale in Brianza, sarebbe stato solo farci del male”. Non approfittare di un territorio che, sebbene poco abituato a realtà simili e dunque privo di potenziali allenze, avrebbe voluto dire non provare a sfruttarne il potenziale di apertura a nuovi teatri. E le allenze sono arrivate. Da chiunque.
“La scena più bella che ricordi è una serata organizzata da noi durante la quale giocavano a biliardino una nostra amica drag queen, un amico gay, un super tamarro di provincia e una delle nostre… era geniale” afferma Francesca, che ci tiene a sottolineare “io sono etero, questo non vuol dire che non mi interessino tematiche relative al genere e alla tolleranza della diversità sociale”.
Viviana prosegue rivendicandosi: lei è gay da sempre, è nata gay, perchè “gay si nasce e non si diventa”. Secondo lei il punto di svolta per il rispetto ed il riconoscimento delle coppie gay è l’informazione. Per loro in Brianza non c’è contrasto, c’è disinformazione, ma in buona fede: pare dunque che il nuovo gruppo abbia la strada in discesa.
L’importante è metterci la faccia. E Spacca è il modo migliore per farlo. “Spacca è uno stile di vita” mi dice Viviana mentre mi fa vedere il gesto inarcando le sopracciglia: mano tesa e braccio piegato davanti al torso. “È come spaccare un muro, andiamo a farci una foto SPACCA?”
Questo l’appello di Meldaialabrianza ai comuni di Monza e Brianza
“FATTI UGUALI’’
Appello indirizzato ai Sindaci e ai candidati Sindaci, per l’istituzione dei Registri delle Unioni Civili nei comuni della provincia di Monza e Brianza
Arcore, 30 Aprile 2012 – Il diritto alla libera espressione alla realizzazione di ogni persona, il diritto di formare una famiglia, il diritto di amare, sono diritti inalienabili che, se negati, negano l'individuo stesso, perché un uomo senza diritti non è un uomo.
Con questo appello, il collettivo Meladailabrianza, chiede che tutti i Comuni della Provincia di Monza e Brianza, aprendo gli occhi e riconoscendo tutti i suoi abitanti come cittadini di serie A, si impegnino a istituire registri per le Unioni Civili che permettano ad ogni famiglia di vedersi riconoscere uguali diritti.
In un momento di fermento politico e culturale che sta sorgendo attorno a questa necessità in tutta Italia, a Milano come a Napoli come a Roma, crediamo sia fondamentale che i comuni della Brianza scelgano di compiere un' importante svolta a favore dell’uguaglianza fra tutti gli esseri umani.
Questa non è una battaglia di ideali, oggi i dati indicano che il 20% della popolazione italiana vive secondo legami affettivi o familiari che non prevedono il matrimonio, percentuale che non indica meri numeri astratti, ma riguarda concreti individui che chiedono di essere riconosciuti dallo stato come loro riconoscono lo stesso lavorando e pagando le tasse.
Tutelare questi legami diventa, quindi, un tema quanto mai delicato ed essenziale.
Il traguardo delle Unioni civili è solo l'obbiettivo minimo della nostra battaglia: è uno spiraglio di luce e una dimostrazione di presa di coscienza da parte delle Istituzioni.
La nostra battaglia, la nostra mobilitazione, proseguirà fino a quando non sarà approvata una legge nazionale che permetta il matrimonio civile fra persone dello stesso sesso, le unioni civili e la coabitazione legale.
Nessun compromesso è accettabile quando si parla di diritti fondamentali dell’essere umano.