Situazioni di crisi settore metalmeccanico in Brianza
Monza 29 luglio 2015
Inviamo i dati del monitoraggio curato dalla Fim Cisl Monza Brianza Lecco e relativo alle situazioni di crisi nel territorio di Monza e Brianza, riferito al periodo gennaio - giugno 2015.
In tutta la Brianza in questo primo semestre sono 195 (contro le 199 del semestre precedente) le aziende industriali ed artigiane coinvolte da processi di crisi e/o difficoltà con un totale in queste realtà di 7.614 (erano 11.030) addetti occupati e 5.617 (erano 7.057) addetti coinvolti dall’utilizzo di “ammortizzatori sociali”.
Nello specifico i dati, in difetto positivo (mancano alcune rilevazioni di realtà dove come Fim Cisl non siamo al momento a conoscenza), relativi al settore metalmeccanico e del territorio della Brianza vedono:
-
71 aziende (erano 79) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) e 1.221 addetti coinvolti (erano 1.598)
-
17 aziende (erano 13) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) e 863 addetti coinvolti (erano 773)
-
12 aziende (erano 13) con l’utilizzo dei contratti di solidarietà (CdS) e 2.944 addetti coinvolti (erano 3.005)
-
91 aziende (erano 61) con l’utilizzo di cassa integrazione in deroga con 257 addetti coinvolti (erano 342)
-
4 aziende (erano 43) hanno utilizzato la procedura di mobilità (licenziamenti) con 332 addetti coinvolti (erano 1.339).
-
Il dato di questa rilevazione evidenzia una leggera diminuzione del numero di aziende (-2,01%) ma soprattutto dei lavoratori (-30,97%) coinvolti dall’utilizzo di ammortizzatori sociali, nella valutazione di questo dato, bisogna tener conto delle realtà che in questi anni hanno chiuso definitivamente.
Nel primo semestre 2015 in rapporto al precedente, vi è stata una diminuzione del numero delle aziende e dei lavoratori che hanno richiesto la CIGO, in leggero aumento il numero sia di aziende che di lavoratori che hanno utilizzato la CIGS.
L’utilizzo della cassa integrazione in deroga vede un aumento delle aziende coinvolte (+30) ma una diminuzione dei lavoratori interessati (-85).
Sostanzialmente stabile l’utilizzo dei contratti di solidarietà, che rimane, pur nella difficoltà e nella crisi, un aspetto positivo perché si continua a tenere le persone all’interno delle aziende.
Diminuisce in modo evidente l’utilizzo della mobilità rispetto al semestre precedente (-39 aziende e -1.007 lavoratori); il forte aumento delle aziende e delle persone coinvolte nel secondo semestre dello scorso anno, è dovuto sia alle realtà che hanno chiuso, che alla fine della fase transitoria (Legge Fornero), che prevedeva una “durata” più lunga per chi veniva collocato in mobilità entro la fine del 2014 e in tal senso si è verificata una maggiore propensione al suo utilizzo.
Vi sono situazioni di aziende che utilizzano più di un ammortizzatore (es. CIGS e mobilità) a volte passando da uno strumento all’altro (es. dalla CIGO alla CIGS oppure dalla CIGS ai CdS, ecc.), va segnalato che per comodità di rilevazione si è inserito lo strumento utilizzato per ultimo.
Fatto 100 il totale degli occupati nelle aziende prese a riferimento da questo campione, si evince che il 22% dei lavoratori è coinvolto dall’utilizzo della CIGO, il 72% dalla CIGS, CdS e CIG in deroga e infine il 6% dalla mobilità (dato questo della mobilità in evidente diminuzione).
Il 93% delle aziende interessate dall’utilizzo degli ammortizzatori sono sotto i 100 dipendenti, mentre il 63% dei lavoratori coinvolti lavora in aziende sopra i 100 dipendenti.
Sono dati che confermano il tentativo di mantenere una tenuta occupazionale dentro le aziende, nonostante le difficoltà e la durata “terribile” di questa crisi (in atto da settembre 2008) si è cercato di evitare il più possibile il ricorso della mobilità (licenziamenti collettivi) e dove è stato fatto, si è cercato di gestirlo in modo concordato e il meno traumatico possibile, non è stato ovviamente possibile farlo nelle aziende che hanno cessato l’attività o sono fallite.
Con riferimento al secondo semestre del 2014, vi è una diminuzione del numero di aziende coinvolte da processi di crisi (-5) e soprattutto degli addetti coinvolti (-3.416), numeri che restano ancora importanti di una crisi mai finita e ancora evidente.
Pur in una rilevazione parziale e in difetto, va inoltre segnalato che in molte di queste aziende si sono fatti più di un accordo per la gestione dei singoli ammortizzatori.
Si rileva una diminuzione del numero di aziende che utilizza la cassa integrazione ordinaria (-8) e dei lavoratori coinvolti (-377), mentre aumenta la cassa straordinaria (+4 aziende e +90 lavoratori), la cassa in deroga vede un aumento delle aziende (+30) coinvolte ma una diminuzione del numero dei lavoratori (-85).
Per quanto riguarda i contratti di solidarietà, leggera diminuzione delle aziende coinvolte (-1) e dei lavoratori (-61), diminuisce di molto il ricorso alla mobilità che segnala meno aziende (-39) e meno lavoratori (-1.007).
Rimane il problema riguardante l’anticipo da parte delle aziende dell’indennità di CIG cui come Cisl e come sindacato (per far fronte ai tempi lunghi del pagamento diretto ai lavoratori da parte dell’INPS) ci siamo attrezzati per cercare di gestire al meglio l’aspetto riguardante l’anticipazione sociale da parte delle banche verso i lavoratori che lo richiedono.
Questa crisi ha prodotto non solo conseguenze di rallentamento dell’attività produttiva ma si è anche sovrapposta alla debolezza strutturale del nostro apparato industriale e alla mancanza di “un sistema Paese” in grado di dare risposte coese, l’instabilità politica dell’Italia non ha consentito sino ad oggi di dare maggiore attenzione alle tematiche industriali e del lavoro.
Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate!
Servono politiche pubbliche di sostegno agli investimenti e all’acceso al credito, condizionate da programmi di consolidamento industriale e piani sociali per l’occupazione da parte delle imprese.
Vanno attuate strategie di sviluppo e di dotazione infrastrutturale, per rafforzare il settore manifatturiero, favorire l'accesso al credito per gli investimenti industriali e le innovazioni, e garantire la sostenibilità. E’ positiva in tal senso la costituzione dei confronti permanenti in sede regionale e nazionale sui settori dell'Ict, dell'elettronica e degli elettrodomestici, sarà inoltre importante capire come si possa sviluppare il rilancio del settore ICT nel Vimercatese su cui permangono forti ritardi, bisogna inoltre avviare velocemente il programma di agenda digitale.
Va tutelata e sostenuta l’occupazione che costituisce insieme patrimonio professionale e di conoscenza per le aziende e preziosa ricchezza per il nostro territorio con l’utilizzo di strumenti alternativi ai licenziamenti e con l’attuazione di politiche attive del lavoro e di riqualificazione.
Occorre quindi attivare le energie e le competenze dei sistemi locali (istituzioni, sistema formativo, imprese, sindacati), per l’analisi dei punti di criticità e l’individuazione di obiettivi e progetti di rafforzamento dei fattori di competitività, con la pianificazione dello sviluppo del territorio.
Gli ammortizzatori sociali sono importanti, ma non sono la soluzione dei problemi, le lavoratrici e i lavoratori chiedono innanzitutto lavoro!
Servono risposte rapide perché il tempo d’intervento è fondamentale, vanno individuati settori e aziende che hanno eccellenze, competenze e professionalità che possono essere rilanciate, delineando nuove iniziative imprenditoriali che devono trovare il supporto economico, oltre che politico, delle istituzioni nel loro insieme, da quelle locali fino al Governo nazionale.
Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate e deve essere ridistribuito il lavoro che c’è con politiche adeguate degli orari di lavoro!
La Fim Cisl sta sollecitando con forza imprese e istituzioni a una maggiore consapevolezza sui problemi del settore e per affrontare con urgenza e in modo adeguato i nodi della crisi, dell'occupazione e del rilancio del settore industriale:
Riportiamo nello specifico la situazione del monitoraggio effettuato nelle quattro zone sindacali su cui siamo organizzati in Brianza come metalmeccanici della Fim Cisl.
Zona di Vimercate
-
45 aziende coinvolte con 3.120 addetti occupati e 1.895 addetti coinvolti, di cui:
-
14 aziende con utilizzo di CIGO e 216 addetti coinvolti
-
7 aziende con utilizzo di CIGS e 168 addetti coinvolti
-
6 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 1.134 addetti coinvolti
-
15 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 56 addetti coinvolti
-
3 aziende con utilizzo di mobilità e 321 addetti coinvolti
-
Zona di Desio
-
84 aziende coinvolte con 1.964 addetti occupati e 1.888 addetti coinvolti, di cui:
-
35 aziende con utilizzo di CIGO e 667 addetti coinvolti
-
4 aziende con utilizzo di CIGS e 168 addetti coinvolti
-
2 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 926 addetti coinvolti
-
43 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 127 addetti coinvolti
-
0 aziende con utilizzo di mobilità e 0 addetti coinvolti
-
Zona di Carate
-
25 aziende coinvolte con 251 addetti occupati e 248 addetti coinvolti, di cui:
-
12 aziende con utilizzo di CIGO e 220 addetti coinvolti
-
0 aziende con utilizzo di CIGS e 0 addetti coinvolti
-
0 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 0 addetti coinvolti
-
13 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 28 addetti coinvolti
-
0 aziende con utilizzo di mobilità e 0 addetti coinvolti
-
Zona di Monza
-
41 aziende coinvolte con 2.279 addetti occupati e 1.586 addetti coinvolti, di cui
-
10 aziende con utilizzo di CIGO e 118 addetti coinvolti
-
6 aziende con utilizzo di CIGS e 527 addetti coinvolti
-
4 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 884 addetti coinvolti
-
20 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 46 addetti coinvolti
-
1 aziende con utilizzo di mobilità e 11 addetti coinvolti
-
Il Segretario generale aggiunto
Fim Cisl Monza Brianza Lecco
Responsabile per la Provincia di Monza e Brianza
Gianluigi Redaelli