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L'intervento del parlamentare di Vimercate nella seduta della Camera dei Deputati di martedì 11 giugno 2013 sulle Mozioni a sostegno di Scuola, Cultura Ricerca.

 

 

Presidente, colleghi, signori del Governo,

io credo che il ricco dibattito di questa mattinata chieda con forza un cambio di rotta radicale, e credo che questo cambio di rotta fosse contenuto nelle parole del Presidente del Consiglio quando parla della cultura come motore e moltiplicatore dello sviluppo.

E quando noi diciamo sviluppo, intendiamo sviluppo economico ma soprattutto e innanzitutto sviluppo civile, perché, come è stato detto, la cultura è il tassello della democrazia, è la priorità, è la chiave per darci gli strumenti per interpretare questa difficile modernità, per decriptare i messaggi che ci arrivano, per comprendere, scegliere, per deliberare; questo è il motore di fondo di tutte le scelte: della scuola, della cultura e dell'investimento sui beni culturali; noi crediamo sia una chiave democratica di emancipazione, di liberazione delle energie delle persone.

Per fare questo noi dobbiamo innanzitutto stringere un nuovo patto con i lavoratori della cultura; lavoratori innanzitutto, persone, sono più di un milione e mezzo in Italia, che ogni giorno scommettono se stessi, la loro vita, la vita delle loro famiglie in questa grande impresa, e sono persone che sono positive, che hanno voglia di fare per questo paese e anche in queste ore, anche in questi giorni, in questi momento di crisi, io ne ho incontrati diversi, vorrei portare qui la loro voce, non si piangono addosso, non guardano al futuro con tristezza, lo guardano con speranza; però chiedono alla politica una risposta seria e coraggiosa in termini di semplificazioni, in termini di certezza dei diritti, in termini di nuove normative che riconoscano veramente il loro specifico.

Io credo che noi abbiamo il dovere di fare questo, di trasformare le parole, quelle che abbiamo sentito oggi, e che sono importanti, perché questo è il luogo della parola e perché noi siamo soprattutto le nostre parole, e stiamo parlando di cultura e allora dobbiamo credere in questo, che la forza, il potere per noi è soprattutto il potere della parola, della conoscenza; ma dobbiamo trasformarlo in fatti, e quindi bloccare, con un'inversione di tendenza, la riduzione della spesa, ma mettere in campo anche una riqualificazione della spesa, perché non basta spendere, bisogna spendere bene; bisogna tornare ad esempio sul fondo unico dello spettacolo a fare innovazione, a far entrare nuove energie, non basarsi solo sullo storico; a fare in modo che la sperimentazione abbia un ruolo e che ci sia un vero collegamento tra quello che si fa e la misurazione dei ritorni di questo.

E concludo, Presidente e colleghi, pensando a Expo 2015, se ne è parlato diverse volte in quest'aula; il concetto chiave di Expo 2015 è nutrire il pianeta; il pianeta va nutrito, e l'Italia in questo ha molto da insegnare, se pensiamo alla grande cultura del cibo del nostro Paese; ma innanzitutto bisogna nutrire anche la conoscenza, bisogna nutrire anche l'anima; allora io credo che noi dobbiamo nel 2015 invitare il mondo a venire a nutrirsi da quella straordinaria fonte di bellezza, di ricchezza, di sapere, di talento, che è il nostro Paese, a segnare sul calendario che il 2015 è l'anno giusto per quel viaggio in Italia che milioni di persone da sempre desiderano per tutta la loro vita; e per far questo però ci vuole, ci vogliono investimenti, ci vuole un grande progetto che arricchisca in quell'anno in particolare questo Paese di musica, di teatro, di cinema, di cultura, di beni culturali degni di accogliere gli uomini e le donne del mondo qui da noi come ospiti graditi.

Grazie.