Dossier. Spiritualità vo cercando. Alla scoperta del Cammino di Sant'Agostino, tra percorsi mariani, filosofia, spirito e futuro. Intervista al promotore Renato Ornaghi.
S
e volessimo avventurarci alla ricerca del nostro migliore stato spirituale, sia esso per motivi religiosi, sia per motivi di conoscenza o filosofia di vita, dovremmo prendere in considerazione il fatto che non è poi così necessario ricercare tutto questo per forza fuori dalla Brianza e dalla Lombardia. Infatti attraverso le province lombarde, attraverso il territorio lombardo, e quindi brianzolo, si snoda il "Cammino di Sant'Agostino", un cammino di ispirazione mariana (a differenza del suo più famoso cugino spagnolo, il Cammino di Santiago de Compostela), il cui curioso percorso a forma di fiore copre sette province (Bergamo, Como, Lecco, Milano Monza e Brianza, Pavia e Varese), terminando proprio a Pavia, dove sono custodite le reliquie del Santo filosofo di Ippona.
Ma non è solamente un percorso limitato al territorio, bensì prevede anche due ramificazioni ulteriori: una che parte dalla Liguria e, attraverso la vecchia Via del Sale, giunge sempre a Pavia, l'altra addirittura sul suolo nordafricano, proprio nelle terre natie del Santo, con partenza da Tunisi. Il tutto, complessivamente, per oltre 1.500 km di strade e sentieri percorribili sia a piedi, sia in bicicletta. Abbiamo intervistato Renato Ornaghi, che fa parte dell'organizzazione del Cammino, e che ci ha svelato propositi presenti e futuri di questa iniziativa, compreso il legame con il concetto di "Sostenibilità" proprio di Expo2015, evento a cui il Cammino si legherà per una testimonianza diversa.
Oggi la nostra Africa da esplorare con tutti i suoi esotismi è proprio qui da noi, la Brianza
Come nasce l'iniziativa del Cammino, quali sono gli obiettivi sociali, spirituali, religiosi, filosofici?
L'iniziativa del Cammino di Sant'Agostino è nata da un desiderio di pensare al nostro territorio come un luogo da riscoprire in modo unitario, partendo proprio dalle testimonianze emblematiche che sulla nostra terra si sono stratificate nei secoli. Da questo punto di vista, l'idea di percorrere a piedi tutte queste "testimonianze" (religiose, artistiche, storiche, ambientali, architettoniche e culturali) imitando l'idea del pellegrinaggio a piedi di Compostela, mi è sembrata sin da subito un'idea con solide basi. C'era poi questa presenza fortissima che ha abitato il nostro territorio, convertendosi proprio in Brianza alla fede cristiana: Sant'Agostino. Un uomo africano al 100%, che tuttavia per motivi misteriosi si lega alla terra lombarda in tre luoghi "topici": Cassago Brianza (Rus Cassiciacum) dove si convertì, Milano dove fu battezzato, Pavia dove le sue reliquie sono oggi venerate. L'occasione di legare in un lungo percorso a piedi di 610 km questi tre "momenti" agostiniani mi è sembrata un'idea "giusta", soprattutto se a riempire gli spazi del cammino c'è poi una vera galassia di 50 santuari mariani, ville di delizia, parchi, fiumi e un territorio tutto da riscoprire. Vogliamo dirla tutta? Oggi la nostra Africa da esplorare con tutti i suoi esotismi è proprio qui da noi, la Brianza misteriosa: "Hic sunt leones".
Hai citato la scelta di Sant'Agostino, parliamo dei paralleli tra la sua filosofia, la natura che circonda il Cammino e il senso di spiritualità che ne deriva.
Agostino è unanimemente definito uno dei padri della cultura occidentale, proprio perché mette al centro del suo percorso speculativo l'indagine del sé: la verità per Agostino si trova dentro di noi, occorre cercarla. Egli apre così un percorso filosofico che viene poi ripreso nel pensiero occidentale in modi assai diversi (pensiamo al "Cogito ergo sum" di Cartesio, oppure alla ricerca psicanalitica di Freud). Camminare il Cammino di Agostino, in un certo senso, può avere questa funzione maieutica di consentire al pellegrino, semplicemente procedendo per chilometri e chilometri a piedi, di riflettere e estrarre qualche verità su sé stessi, sulla propria vita, sul proprio senso di stare al mondo. I percorsi brianzolo-lombardi del Cammino aiutano il pellegrino in questa operazione di ricerca, perché il pellegrino non si trova mai "altrove": cammina sulle nostre strade frenetiche della vita quotidiana, ma le osserva finalmente da un altro punto di vista, un punto di vista lento.
I nostri piedi hanno un pilota automatico estremamente affidabile, che consente all'essere umano, camminando per l'appunto, di ragionare anche profondamente, e a lungo.
Il tema del dossier di Vorrei di questo mese è: spritualità oltre la religione, rispetto reciproco, ricerca di senso, benessere condiviso. In cosa e quanto il Cammino di Sant'Agostino rispecchia questi valori umani? In cosa può colpire al punto da migliorare una persona, il suo senso della vita e del rispetto?
Camminare per lunghe distanze è intrinsecamente un'operazione che coinvolge lo spirito, e in senso assai ampio: si procede in compagnia di altri oppure anche solo con sé stessi. Qui si trova tanto tempo per riflettere su proprie scelte, problemi, opportunità. Il gesto stesso del camminare consente alla mente di vagare libera, stimolata dai paesaggi che si incontrano senza il problema di dover aver cura della cosiddetta "guida al volante". I nostri piedi hanno un pilota automatico estremamente affidabile, che consente all'essere umano, camminando per l'appunto, di ragionare anche profondamente, e a lungo. Se poi il cammino è effettuato in compagnia, posso garantire che le discussioni (anche le più leggere), che nascono durante il procedere a piedi insieme, sono sempre ricche di senso, significato e rispetto reciproco. Soffrire insieme le fatiche di un percorso a piedi accorcia le differenze sociali e avvicina empaticamente anche le persone più lontane dal punto di vista culturale.
Anche persone che non credono, ma sono alla ricerca di qualcosa trovano nel camminare e nel Cammino un elemento appagante.
Argomento spinoso: quanto il cammino è spirituale (in senso lato) e quanto religioso (in senso stretto)? Per chi fa fatica a credere in questioni poco razionali e molto interiori, può essere un'esperienza comunque valida? Immagiino che l'obiettivo non sia solamente religioso...
Il Cammino unisce i tre luoghi agostiniani della Lombardia a 50 Santuari mariani: è inevitabile che questo percorso a piedi possa e debba anche assumere una valenza religiosa. Molti tra quelli che conosco che hanno seguito questo percorso lo hanno fatto proprio con questo scopo, alcuni magari spinti dal bisogno di una piccola o grande grazia personale. Però la lettura di questo percorso solo in quest'ottica è riduttiva, perché anche persone che non credono, ma sono alla ricerca di qualcosa (magari anche solo di un momento di pace e svago, oppure di maggiore contatto con la parte più profonda di sé) trovano nel camminare e nel Cammino un elemento appagante. Le mura dei 50 Santuari in particolare hanno questa grande forza intrinseca: quella di saper trasmettere la spiritualità del luogo in cui sorgono anche a chi fede non ne ha. Esiste cioè un plus di "forza spirituale" nell'edificio del Santuario che le chiese normali non hanno: è come se entrando vi si sentano le voci delle persone che per secoli e secoli si sono recate in quel luogo animate dalla speranza, alla ricerca di un miracolo o di una grazia. Spes, ultima dea: c'è in quei luoghi un'aura di spiritualità che anche la persona meno spirituale percepisce, e in modo molto palpabile.
Mi ha colpito il percorso a forma di "Fiore". Scelta consapevole? Casualità naturalistica?
Casualità pura, almeno dal mio punto di vista. Il fiore della rosa è apparso solo a cose fatte, "a posteriori". Che poi la rosa sia il fiore mariano per eccellenza, e un cammino che unisce 50 santuari mariani assuma di sua spontanea volontà una forma di rosa, beh, è una cosa mi ha fatto pensare, e inquietare non poco!
Il Cammino non è solo lombardo, ma anche in parte ligure e in parte nordafricano. Quali sono le differenze e le motivazioni per avventurarsi nel Cammino completo o nel Cammino più locale?
Il cammino di Sant'Agostino è un ponte tra due culture, due mondi, è anzi il primo pellegrinaggio transcontinentale al mondo. Nasce appunto per colmare differenze, far capire che le culture sono meno lontane di quanto si pensi. Agostino medesimo, africano doc, non ha disdegnato di salire a Milano e confrontarsi con Ambrogio, uno dei massimi emblemi politico-religiosi proto-europei. Portare il pellegrino a camminare in Nordafrica credo sia un modo per far capire che le presunte distanze tra popoli sono a volte delle sovrastrutture inesistenti, che ci costruiamo nella testa e che non hanno ragione di essere.
Farsi conoscere, difficoltà e "concorrenti", penso a Santiago de Compostela ad esempio. Cosa vi differenzia e come si può evitare questo paragone quasi inevitabile? Cosa caratterizza in particolare il Cammino di Sant'Agostino?
Santiago è il Cammino per antonomasia. Rappresenta lo spunto naturale al quale guardare per cogliere l'ispirazione, se si desidera creare un Cammino religioso. Alcuni elementi sono comuni, ad esempio Cammino di Santiago e di Agostino portano entrambi alle reliquie di un Santo. La maggiore differenziazione però credo consista proprio nel luogo in cui il Cammino agostiniano si svolge: in terre ormai urbanizzate come le nostre, pur comunque ricche di elementi turistici di pregio. Pellegrinare in Brianza, in Lombardia è tutto tranne che un andare "altrove", un trovare fuga in terre lontane come la Galizia, verso Finisterre: si pellegrina anzi in luoghi e dentro "modi di vivere" che sono i nostri soliti, tuttavia li si osserva da un altro punto di vista.
Si pellegrina anzi in luoghi e dentro "modi di vivere" che sono i nostri soliti, tuttavia li si osserva da un altro punto di vista
Expo 2015: riscoperta della natura. Parliamo di come può inserirsi il Cammino all'interno di un evento che ha contemporaneamente moltissimo di "materiale", teoricamente la nemesi naturale del concetto del Cammino.
Il tema "sostenibile" di Expo 2015 è molto coerente con l'idea di Cammino lento. Il Cammino infatti è stato pensato per transitare dal sito espositivo, e di più per toccare i due aeroporti di Malpensa e Orio al Serio: il pellegrino potrà scendere dall'aereo e recarsi al sito Expo di Rho direttamente a piedi. E poi a piedi percorrere se lo vorrà tutto il tragittodel Cammino di Sant'Agostino. Sarebbe anzi splendido se l'evento Expo si arricchisse di questa opportunità "spirituale": di camminare nella natura lombarda, senza restare unicamente un evento pressoché fieristico, senza nulla di realmente nuovo da offrire ai milioni di visitatori. L'ambizione del Cammino di Sant'Agostino è di intercettare nel 2015 almeno una piccola percentuale di "turisti" che verranno in Italia, attratti anche da questa nuova proposta di "cammino lento", a piedi.
Sul sito del Cammino di Sant'Agostino è possibile approfondire l'argomento:
www.camminodiagostino.it