Dossier. Spiritualità vo cercando. Intervista a Don Luigi Bandera, rettore di Villa Sacro Cuore a Triuggio, uno dei più importanti ritiri spirituali lombardi. Luogo di riferimento per ex praticanti in crisi di fede, spesso di mezz'età
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ell'epoca in cui forse più di altre ci sono meno certezze, c'è chi trova un buon modo per recuperare la propria dimensione nel ritiro spirituale. Una struttura storica che offre questa possibilità si trova proprio in Brianza, a Triuggio: si tratta di Villa Sacro Cuore, una splendida tenuta del Cinquecento che dal 1984 appartiene alla Diocesi di Milano. Immersa nel verde e con un giardino biblico che vanta 486 piante, la Villa è uno dei più importanti centri di spiritualità della Lombardia. Ospita associazioni e movimenti, ma anche e soprattutto singole persone in cerca di un luogo in cui poter recuperare la proprio dimensione spirituale. Ne abbiamo parlato con il rettore Don Luigi Bandera.Chi si rivolge a voi, e per quali motivazioni? Qual è la composizione dei vostri ospiti ?
Nel 2012 abbiamo avuto circa 24.000 presenze, la grande maggioranza dal nord Italia e soprattutto da Milano. Non sono in grado di dare un quadro più preciso perché a me di chi viene qui non interessa nulla della sua vita materiale: mi importa solo il cammino spirituale che l'ha portato al nostro ritiro. Posso dire però che sono in buona parte adulti attorno ai quarant'anni, spesso genitori in crisi spirituale: magari stanno educando cristianamente i figli, ma loro stessi non credono più o hanno una fede parecchio sbiadita. Forse più donne che uomini, potrei aggiungere.
Allora che cosa cerca chi si rivolge a voi?
Cerca di ritrovare la relazione vera con lo spirito, quella che si innerva nella vita di tutti i giorni. Cerca la possibilità di approfondire la conoscenza di Dio e di sé. Suonerà strano, ma vengono anche moltissimi atei, che ribadiscono orgogliosamente di esserlo e di volerlo rimanere, nonostante la loro sola presenza qui dimostri esattamente il contrario. La maggior parte, comunque, sono quelli che io chiamo “atei di ritorno”.
Cioè? Chi ha il battesimo ma poi ha smesso di praticare?
Esattamente. In Italia e in Lombardia, la questione non è “convertire” chi dice di non credere in Dio, ma persuadere di nuovo chi lo è già stato. Chi è stato praticante ma poi si è allontanato, per mille motivi. Bisogna far sì che possa recuperare la gioia di credere. Ma per farlo è necessario una sana malinconia, o una leggera insoddisfazione: quella che ti spinge a fare in modo che il tuo oggi non sia come ieri, ma migliore, più pieno. Quella è la malinconia che spinge alla dimensione spirituale.
In che cosa consiste la spiritualità allora?
La spiritualità consiste nel vedere, nel trovare il mio legame con lo spirito. Ma va messa in chiaro una cosa: lo “spirito” non è un qualcosa di vago, ma è una Persona. La spiritualità esiste al di là delle convinzioni personali: un ateo che ha pensieri che superano se stesso è già in relazione con qualcosa, o meglio qualcuno al di fuori di sé. Possiamo anche definire la spiritualità come la capacità di intuire qualcosa di profondo, che vada al di là di noi stessi. In apparenza, può sembrare un allontanarsi da sé, in realtà è un allontanarsi per trovare una nuova vicinanza, migliore.
Il cristiano cerca di superare se stesso per arrivare a Dio tramite Gesù Cristo, ma chiunque segua un suo profeta per arrivare a Dio compie comunque un vero percorso spirituale. L'importante è riuscire ad andare anche al di là dello stesso profeta per arrivare in modo sincero all'intuizione di Dio, dello spirito. Certo, in questo i cristiani hanno un piccolo “vantaggio”, perché il nostro profeta è parte della Trinità (sorride).
Com'è la giornata tipo? Quanto tempo è dedicato al raccoglimento, o alla preghiera?
La maggior parte sceglie di stare in ritiro soltanto un giorno, anche se è possibile restare per periodi più lunghi pernottando qui. È possibile organizzare permanenze individuali o di gruppo, e i singoli possono anche scegliere di aggregarsi a gruppi già formati, se lo desiderano e vogliono adattarsi. Nel corso della giornata ci sono diversi momenti di raccoglimento, sia individuale che di gruppo, e anche di riflessione insieme a un prete. Il momento più importante, però, è l'ora del silenzio, che è forse quello in cui si utilizza meglio il tempo, tacendo per ascoltarsi. E ascoltare.