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Il Comune di Monza chiama a raccolta gli stakeholder per il Piano Generale di Sviluppo. Una giornata all'Urban Center per ragionare sul futuro della città. Ecco quel che è successo nel gruppo di lavoro “Attrattività e Innovazione”

Va senz’altro apprezzato l’impegno del Comune di Monza di sottoporre alle diverse espressioni della società civile una bozza di Piano Generale di Sviluppo/PGS per la città, denominato “Idea Monza”. Il documento prende le mosse dal  “Programma di mandato” proposto dal Sindaco agli elettori nel 2012, lo articola  in una serie di obiettivi prioritari o “bisogni” da raggiungere, attraverso “programmi” il cui grado di attuazione verrà misurato con specifici “indicatori”.

L’incontro per discutere sul documento  si è svolto lunedì 16 dicembre ed ha visto una partecipazione molto superiore alle attese (anche se oltre ai rappresentanti della società civile ha presenziato, opportunamente, anche un folto stuolo di funzionari comunali). Naturalmente, insieme al Sindaco, erano presenti tutti gli assessori. Dopo la relazione introduttiva del Sindaco, i partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi di lavoro. Io sono stato inserito, come rappresentante del Comitato Parco A. Cederna, al gruppo “Attrattività e Innovazione”.

La discussione nel gruppo di lavoro è stata vivace e  interessante, spaziando dagli aspetti metodologici del Piano, a quelli relativi alla ”Idea di Monza” nel suo insieme,  a quelli specifici, tra cui l'argomento  di mio interesse: la Villa e il Parco di Monza.

 

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Vorrei segnalare alcuni degli interventi che hanno animato il dibattito. Alessio Barbazza, Vicepresidente dell’AIMB (Associazione Industriali di Monza e Brianza), ha osservato che il metodo adottato dovrebbe chiarire maggiormente da dove si parte e dove si arriva. A suo parere occorre partire dalle scelte strategiche generali su quale futuro si propone per la città.  Quale città si prevede e propone di realizzare? Con quanti e quali abitanti, con quali insediamenti produttivi possibili in una realtà territoriale  profondamente cambiata, in quale contesto ambientale? Ha anche sottolineato l’importanza della Villa e del Parco di Monza come fattore di attrattività non solo locale, ma internazionale. Gli aspetti qualitativi delle scelte strategiche, ha rilevato,  sono determinanti per definire i progetti e il grado del loro conseguimento. Solo in questo modo è possibile definire, poi, indicatori che consentano di misurare gli effetti degli interventi, piuttosto che  loro entità, che potrebbe essere anche cospicua ma senza realizzare  gli effetti attesi.

Roberto d’Alessio, Presidente delle cooperative sociali, ha sottolineato le prospettive offerte dalla permanenza nel  nostro territorio  di  un sistema di formazione professionale di notevole livello.

Un esponente del CNR ha osservato che Monza e la Brianza, regno delle piccole imprese, non hanno un sistema di centri di ricerca paragonabili a quelli di altri paesi, dove questi centri sono diffusi in tutto il territorio. 

Interessante mi è sembrato anche l’intervento di Vittorio Gatto, della scuola di Agraria del Parco, che ha prospettato  la possibilità e opportunità di iniziative di carattere agricolo nel Parco, anche in coerenza con il tema dell’Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Il Direttore del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Lorenzo Lamperti, ha preso la parola per sostenere  che il Consorzio persegue un ruolo internazionale del monumento, a differenza di altri - l’allusione al Comitato Parco era evidente - che a suo parere ne vedrebbero solo le valenze locali. Intervenendo a mia volta, ho fatto rilevare che  il Comitato Parco, nel  difendere Villa e Parco da possibili compromissioni, ha  più di ogni altro l’obiettivo di esaltare  il  valore storico, culturale e ambientale del monumento, che di per sè trascende l'ambito locale.  Anche in questo caso il problema sta nella qualità delle scelte strategiche per il monumento, mai formulate. Infatti il Consorzio non ha ancora presentato,  come imposto dallo Statuto del Consorzio,  il “Piano strategico di Sviluppo culturale” e un vero “Documento programmatico annuale e pluriennale”.

Condivido molte delle osservazioni avanzate dal Vicepresidente dell'AIMB. Come esempio di scelte strategiche, ho ricordo che a  Monza esistono due facoltà universitarie distaccate della Bicocca, su cui convergono  oltre duemila studenti universitari, il che potrebbe far assumere alla città un ruolo importante come centro di studi superiori. Inoltre, ricordo che l'Italia è il paese con il maggior numero di musei disseminati sul territorio. Occorrerebbe promuovere lo stesso tipo di cultura per i centri di ricerca, in un ottica di rete. 

 Il Sindaco ha concluso in plenaria l'incontro, invitando i partecipanti a una riflessione sulla bozza di PGS distribuita, e ad avanzare  proposte di integrazione e modifica in vista di  una prossima riunione, programmata per il mese di gennaio.

Gli autori di Vorrei
Giacomo Correale Santacroce
Giacomo Correale Santacroce

Laureato in Economia all’Università Bocconi con specializzazione in Scienze dell’Amministrazione Pubblica all’Università di Bologna, ha una lunga esperienza in materia di programmazione e gestione strategica acquisita come dirigente e come consulente presso imprese e amministrazioni pubbliche. È autore di saggi e articoli pubblicati su riviste e giornali economici. Ora in pensione, dedica la sua attività pubblicistica a uno zibaldone di economia, politica ed estetica.

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