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Dossier. Brianza che vieni, Brianza che vai. Originario del Togo, insegnante di musica, etnomusicologo, da circa 10 anni porta un tocco di musicalità africana nel nostro Paese, tra concerti, corsi di teoria musicale e tanta umanità.

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o scorso primo dicembre, al teatro Duse di Agrate Brianza, abbiamo assistito allo spettacolo musicale "Tra cielo e terra", protagonista Arsene Duevi, poliedrico musicista e compositore originario del Togo, ma trapiantato da ormai 10 anni prima a Milano, successivamente a Cinisello Balsamo. Evento organizzato da Saul Beretta e Musicamorfosi, ha riproposto dal vivo un concerto live davvero molto interessante e originale. Con un ensemble molto ben studiato: un centinato di coristi, i "SuperCori", dai baritoni ai tenori, dai bassi ai soprani, Tetè Da Silveira, anch'egli del Togo, alle percussioni, Roberto Zanisi con vari strumenti a corde (ukulele, mandolino, ecc.), Gino Carravieri alla batteria e la partecipazione straordinaria del maestro Giovanni Falzone alla tromba. Il teatro Duse, completamente pieno in tutta la platea, ha accolto questo mix con piacevole entusiasmo, restandone subito coinvolto pienamente.

 

 



Arsene, originario del Togo, rientra perfettamente nei protagonisti del dossier di Vorrei per questo mese di Dicembre 2013, "Brianza che vieni, Brianza che vai"; lo abbiamo quindi voluto incontrare dopo le fatiche del concerto live, per proporgli di parlare della sua avventura, dei suoi propositi artistici e personali, a base di musica. Ne è uscito un quadro molto ampio, dalle radici della sua passione per la musica in Togo, ai problemi sociali del suo paese, fino all'approdo in Italia, tra iniziali difficoltà e successive, enormi, soddisfazioni, perchè come ha detto lui stesso: "Non pensavo di poter rendere la mia passione il mio lavoro, men che meno dovendomi spostare in un paese straniero, con una lingua diversa. Invece ho trovato accoglienza e collaborazione, e per questo sono molto soddisfatto".

Arsene Duevi, partiamo dal tuo gusto musicale, dalla tua esperienza prima in Togo e poi qui in Italia. Come nasce questa passione e cosa ti ha portato a lasciare il tuo Paese per l'Italia?
La passione per la musica mi è nata quando avevo circa 17 anni, ed ero in Togo. Andavo a scuola, studiavo teoria dei cori. Ho iniziato poi a studiare come bassista: mai avrei pensato di studiare uno strumento del genere, nonostante il timbro della mia voce abbia delle frequenze molto basse. Ma ti racconto come è davvero nata qiesta passione: in TV un giorno sentii un concerto, mentre facevo una doccia, talmente bello e ammaliante, che mi sono messo davanti alla TV, sono rimasto folgorato, ho capito che era il mio strumento, a parte le percussioni che sono proprio naturali per noi. Sia in quel periodo, sia durante il campus universitario lavoravo nei weekend, nei locali, per feste aziendali e in studio di registrazione ed ero strumentista e arrangiatore principale, pian piano ho unito la ritmica delle percussioni alle frequenze degli strumenti a corde e della voce. Sento bene la mia voce, per cui ho scritto molti brani per valorizzarla, le frequenze che canto sono ad esempio parti della voce che in molti non valorizzano. La voce è uno strumento, magari riesci a produrre solo 2 suoni, ma se quei due suoni riesci a valorizzarli puoi creare qualcosa di speciale. Pensa a BB King con la chitarra, non è un mostro, ma quando suono, cosa percepisci? Ah wow.

 

 



Parlavi del fatto di aver studiato inizialmente musica in Togo. Ci vuoi parlare del tuo Paese e della tua esperienza di emigrante?
Il Togo si trova in ovest Africa, è uno di quei paesi dalla forma "verticale", si affaccia sull'Atlantico, ed è sostanzialmente un paese molto piccolo. È stato inizialmente una colonia tedesca, dopo la Prima Guerra Mondiale è diventato invece colonia francese. Pochi lo sanno, ma abbiamo un lato positivo dell'eredità tedesca: a suo tempo infatti hanno provveduto con un ottimo lavoro alla trascrizione della scrittura della lingua locale, l'ewe, che ormai si può scrivere, prima invece era solo una lingua orale. La lingua in cui scrivo la mia musica è fondamentalmente ewe, con qualcosa di francese; questa lingua nativa si parla in Costa D'Avorio, Benin, Camerun, gli abitanti di questi paese parlano molto più in ewe, poi per motivi politici ed economici si parla anche il francese. In Togo abbiamo 44 etnie, 33 lingue, 6 milioni e mezzo di persone, più o meno come Milano e tutto il suo hinterland messo assieme. Quasi 1/4 della popolazione vìve fuori dal Paese e la ragione fondamentale è politica e sociale: in Togo c'è una dittatura militare velata, sì ci sono elezioni democratiche, ma in realtà non comandano le persone elette. Fino a qualche anno fa era dittatura dichiarata, vera e propria, senza nessun velo socio-politico. Economicamente tutte le risorse del Paese sono nelle mani di questo gruppo dirigente, parliamo di un paese molto ricco di risorse naturali, ad esempio abbiamo due grossi giacimenti di cemento, ed enormi giacimenti di fosfato: la qualità del fosfato del Togo è la prima al mondo, mentre siamo il secondo Paese produttore al mondo, come potete capire, potenzialmente è un paese ricco, manca però quel giusto senso di appartenenza, non solo in Togo, in tutta l'Africa, ci trasciniamo il peso della nostra storia, dal periodo del primo contatto con il colonizzatore, quando ha intaccato i vertici della società africana di allora e non solo, anche la colonna vertebrale dell'intera società: il pensiero, il cuore, l'organizzazione, il modo di porsi, tramite la politica dell'assimilazione. Il contatto con lo straniero, i rapporti socio-economici sono rimasti inalterati, anche se di facciata si vende una presunta acquisizione democratica. Le strutture di potentati economici si sono addittura potenziati, altro che diminuire, altro che equità e redistribuzione. In Togo anche l'esercito ha un grosso peso, abbiamo un militare ogni circa 20-30 persone, il nostro esercito è considerato una elitè, viene anche usato spesso dalla Francia, che rimane la nostra potenza occidentale di riferimento, anche occulta a volte, come nel caso di utilizzo di reparti d'elitè militari. Dall'epoca coloniale in poi l'esercito fa da garante. Chi ha sempre lo stipendio garantito?..i militari! La cosa che più fa rabbia è che allo stato attuale non esiste un paese africano effettivamente indirizzato verso lo sviluppo sostenibile.

All'inizio della conversazione dicevi che sei stato quasi folgorato dal suono del basso, degli strumenti a corde, e che hai iniziato studiare musica in Togo, prima di spostarti in Italia. Dove hai studiato? Quali strumenti in particolare? E com'è l'humus musicale nel tuo Paese?
Esatto...ho cominciato con lo studio della chitarra, ma fondamentalmente per capire la teoria musicale e l'armonia, per poi arrivare allo studio del basso, come dicevo prima, dei cori, tutto questo ancora in Togo. Lavoravo con vari cori, con vari gruppi, addirittura con cori sperimentali, canto sacro, canto profano: oggi in Togo usano molti brani che ho scritto io. Un giorno, quasi per caso, sono finito nella Cattedrale di Lomè, la capitale, quel giorno dovevano ordinare dei nuovi preti, e mi hanno chiesto di scrivere un brano per uno di questi preti nuovi ordinati, sta di fatto che il vescovo ha sentito il brano e lo ha voluto come accompagnamento per una sua missione, mi ha successivamente chiamato a lavorare con lui con il coro della Cattedrale. Alla fine delle scuole superiori ho scelto Sociologia, partendo dal rapporto con una persona fondamentale della mia vita, mio nonno: il classico saggio africano, che raccontava sempre esperienze piene di vita, a volte parlando di eventi a cui non poteva dire di no, nonostante la sua volonta fosse diversa, ed è proprio questo modo di stare al mondo, praticamente imposto dall'elitè, che mi ha portato poi a lasciare il Togo. La nostra musica tradizionale, le canzoni che scrivevo, uno dei motivi per cui piaceva a molte persone era la continua diversità, facevo ricerche sui ritmi tradizionali, cosa che ho ripreso a studiare anche qui in Italia e con piacere vedo che sono ritmi a cui le persone si interessano.



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Il passaggio in Italia, nonostante nessun contatto iniziale e una lingua e una cultura completamente diversa. Viene da pensare che l'approdo naturale sia un paese francofono, e invece..
Pazzesco vero? Anch'io pensavo la stessa cosa...all'inizio qui in Italia frequentavo un centro di aggregazione per stranieri, lì ho conosciuto Patrizia, parlando con lei è venuto fuori che ero un musicista. Stavano organizzandoo in quel periodo un concerto, sempre al centro di aggregazione, Patrizia mi ha chiesto se volevo partecipare in qualità di musicista. In quell'occasione mi ha presentato Saul Beretta di Musicamorfosi, parliamo del 2003. Sono andato all'incontro "incavolato" col mondo, ero proprio una belva in quel periodo...dicevo..sono andato lì con gli spartiti, li abbiamo visti assieme e Saul dopo avermi ascoltato mi dice: "In questo momento ho in mente di fare una collaborazione con le scuole e successivamente spero anche con il Conservatorio di Milano, se vuoi potresti lavorare con noi. Abbiamo realizzato il primo progetto assieme, con un brano tradizionale, con una musicalità di stampo non esattamente classico. Fortunamente è andata bene, tutti molto contenti, soprattutto io e Saul, mi hanno quindi proposto di lavorare con un gruppo di genitori, che volevano imparare a cantare, a stare in un coro d'assieme, ed e nato così il coro di Cinisello, che seguo ancora oggi: ricordo che la prima sera erano in 5-6 persone, mano a mano sono cresciute e oggi ogni coro è di almeno 20-30 persone, per un totale di circa 300 persone Quando insegno musica, voglio che le persone si sentano libere, io sono la tua guida musicale, ti do uno strumento e ti insegno come usarlo al meglio delle tue potenzialità. Ognuno può pensarla ovviamente come vuole, ma ci vuole una guida, una guida con una cognizione di causa, dico sempre: "affidati alla guida"..(in questo caso io), persone che pensavano di essere incapaci ora cantano che è una meraviglia.

Nella serata dello scorso 01 Dicembre hai collaborato con Giovanni Falzone e altri musicisti, cosa ti aspetta nel prossimo futuro lavorativo e personale?
Ah, Giovanni è veramente fantastico..pensa che per quel concerto ad Agrate non avevamo provato assieme, lui ha questo senso della musica tale, da poter improvvisare con uno strumento difficile da armonizzare, almeno se non l'hai mai sentito prima, con un ritmo tradizionale dei miei. Invece è sempre un piacere suonare con persone del suo calibro. Per il resto, come ti dicevo, collabori da circa 10 anni con Musicamorfosi, ora sto seguendo il coro di Cinisello e di Monza, ma continuamente penso ad alcuni progetti per l'Africa, sono molto concentrato su questa cosa attualmente. Cerco di essere proiettato sui progetti avviati, il secondo disco, oppure prendere autori italiani che mi piacciono, rifare qualche arrangiamento con il gusto africano, hai sentito dal vivo per esempio i New Trolls o De Andrè rivisitati da noi. Seguo poi i laboratori in cui uso la musica come strumento, con persone down, altri con ritardo mentale, persone autistiche anche...questi ragazzi vengono fuori molto bene, dovresti vederli: gli autistici per esempio hanno una percezione del tempo musicale quasi superiore al nostro. Alcuni di loro davveri spiccano, non si relazionano per nulla nella vita quotidiana, ma quando arriva quell'attività particolare con la musica, sono li che aspettano...il giorno prima del corso ti vengono a cercare per ricordarti che il giorno dopo dovrai fare il corso con loro, sono fantastici! Inizialmente pensavo, forse per poca esperienza, di poter fare quasi "suonare le pietre", poi mi sono reso conto che non tutti hanno la stessa concezione di musica e in particolare questo vale per le persona con problemi mentali, per cui mi sono un po' adeguato alla loro natura ed è venuto fuori un bel lavoro, alcuni addirittura adesso compongono con la tastiera, con il pianoforte o con la chitarra. Anche le famiglie poi vedono quanto può essere veicolante un linguaggio come quello musicale. Vorrei citare il caso di Livio Cattaneo, un ragazzo autodidatta, con un ritardo mentale lieve, dovreste sentire come armonizza, le sue progressioni armoniche, visualizza perfettamente i suoni in modo straordinario. Inoltre tramite la musica vorrei dare un abbraccio all'Africa ed essere magari protagonista della sua rinascita e in questo vorrei trascinare con me le belle persone che ho incontrato: in concreto ho in mente di elaborare progetti sociali e musicali, come ad esempio un Festival in Africa che permetta di organizzare tournèe con musicisti, con coristi, un ponte che consentirà anche a musicisti africani di tornare per un momento a casa, portare la musica. Oltre a questo progetto principale ci sono anche aspetti sociali da sostenere nel nostro piccolo, ma che possono essere estremamente importanti. In Italia sto studiando le radici musicali italiane per risvegliare l'Africa dentro di me, in particolare Fabrizio De Andrè, sia le canzoni che ha scritto per sè, sia quelle per altri, e infatti suoniamo a volte qualche canzone live, dei New Trolls per esempio. Sogno di creare coro di voci bianche qui in Italia, un super coro. Infine, oltre alla registrazione del nuovo disco, ho in mente un concerto da solo per il prossimo futuro.


Per seguire le attività di Arsene Duevi è possibile consultare il suo sito weB:

www.arseneduevi.it