«Gli elementi importanti del mio programma o sono realizzati, o sono in corso di realizzazione.» Il sindaco della Capitale europea della cultura 2019 invita a vedere il bicchiere mezzo pieno, mentre sindacati e associazioni manifestano per i ritardi
L’auditorium del conservatorio di Matera è stracolmo, è il 17 maggio e sono presenti i dirigenti sindacali, i rappresentanti delle trentuno associazioni che hanno aderito alla “Marcia per la cultura ed il lavoro” ed a questo confronto istituzionale su “Cultura Lavoro Legalità”, ci sono semplici cittadini. Il clima è tranquillo e cordiale, c’è qualche sedia vuota tra i rappresentanti istituzionali invitati al confronto, spicca l’assenza del Presidente della Giunta della Regione Basilicata Marcello Pittella che fa parte del consiglio di amministrazione della “Fondazione Basilicata Matera 2019”, ma è presente il sindaco Antonello De Ruggieri ed il presidente della fondazione Salvatore Adduce. Intervengono per primi i dirigenti sindacali di CGIL,CISL e UIL. Sottolineano la disponibilità a dare il proprio contributo, per superare tutte le difficoltà, che pure ci sono, ad avviare una governance per snellire le procedure. Le infrastrutture che siano collegate con altre aree sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita dell’itero territorio. Chiedono ai rappresentanti istituzionali se i 154 milioni di euro impegnati per queste opere siano stati cantierizzati, come pure i 50 milioni del patto per la Basilicata. Si fa forte la richiesta di aprire un tavolo di confronto per definire un protocollo per la legalità degli appalti, per la tutela della sicurezza sui posti di lavoro, per un’alta formazione.
Le attese, le aspettative sono tante, la cultura è anche lavoro e proprio su questo tema, propongono di avviare un contratto d’area, che metta insieme tutte le situazioni in campo. Sulla questione lavoro propongono di utilizzare lo strumento della ZES (zone economiche speciali che hanno come obiettivo di attirare investimenti esteri o da altre regioni, attraverso incentivi, agevolazioni fiscali, deroghe normative ecc.), per la quale nel marzo scorso la Regione Basilicata con la Regione Puglia ha individuato due zone, una sul versante Adriatico pugliese e l’altra sul versante lucano, quest’ultimo in quattro aree, nel Basento (Pisticci e Ferrandina) a Matera (La Martella e Jesce), Tito, Melfi e Galdo di Lauria.
Alcuni dati. La cultura in Italia rappresenta il 5,8% della ricchezza prodotta, ottanta miliardi. Se rapportata alla filiera con turismo, commercio, trasporti e attività immobiliare, rappresenta il 15,3% della ricchezza, con un totale di 214 miliardi. In tutta la Comunità Europea ci sono cinque milioni di occupati. Viene richiesto un lavoro qualificato, con maggiore instabilità e precarietà. La Basilicata ha un numero di siti turistici molto importanti, che potrebbero tradursi in occupazione e sviluppo, ma una mancanza di governance nel settore, un’assenza di strategie e di pianificazione di lungo periodo, non dà buoni risultati.
La mancata programmazione produce precarietà, la digitalizzazione fa diminuire i posti di lavoro utilizzabili. La Basilicata nel 2017 ha registrato due milioni e 300 mila presenze, è al 20° posto nel 2015 come numero di posti letto e di esercizi turistici, con un aumento di 8.000 unità di addetti al turismo. Il terziario non è traino dell’economia regionale, la mancata programmazione e governance non rapporta il PIL a quello che è il potenziale. La città dei Sassi è già una star come città d’arte, prima di diventare capitale della cultura. Negli ultimi sette anni ha registrato un più 152% di presenze, il 69% di tutte le presenze in Basilicata, lo scorso anno ci sono stati 250 mila visitatori, un più 16%.
La manifestazione del 17 maggio a Matera (Foto tratta dalla pagina Facebook di Marcia per la Cultura e il Lavoro Matera)
Il lavoro: a tempo indeterminato si è ridotto di 7.800 posti, mentre a tempo e stagionale è aumentato vertiginosamente. Tutto quello che è il potenziale non si trasforma in stabilità e non mantiene i giovani nelle realtà territoriali. Nel 2016-2017 il settore commercio e alberghiero-ristoratore ha registrato un aumento di 1.100 unità. I dati negativi provengono dai settori come l’agricoltura e le costruzioni. Matera al contrario registra un più 9,9%, ma tutto in precarietà. Il tasso di disoccupazione a Matera è al 13%, in Basilicata tra il 2008 e il 2017 è aumentato, passando dal 36% al 38%. Trasformare la cultura in lavoro è l’obiettivo delle organizzazioni sindacali confederali, ma l’elenco delle opere mai cantierizzate o non ancora consegnate è lungo, come pure quello dello stato di abbandono di alcuni beni culturali. Le risposte del sindaco di Matera alle osservazioni delle organizzazioni sindacali e alle domande delle associazioni.
Mancano pochi mesi all’evento “Matera capitale della cultura 2019”, ci sono molte criticità denunciate dai sindacati e dalle associazioni.
Devo dire che queste spigolose rilevazioni non m’inquietano affatto, perché abbiamo una data di scadenza, il 19 gennaio 2019. Quindi è inutile che rientrino in un discorso di dettaglio. Invito ancora una volta a vedere il bicchiere mezzo pieno, perché se entriamo nella classifica degli interventi che abbiamo fatto, certo qualcosa esiste e risulta completo e definito. Voglio dire in maniera chiara che la nuova autonomia del Mezzogiorno, deve trovare un legame ombelicale tra cultura e tecnologia e noi dobbiamo attivare iniziative, per far sì che il presente non sia la continuazione del passato, ma sia l’anticipazione del futuro. Quando parlo di bicchiere mezzo pieno, mi riferisco a quello che si sta facendo, per dare un ruolo di futuro a questa città, sotto il profilo della individuazione dell’alta tecnologia che è legata alla questione finale della possibilità di trasformare questa città in un’area di riferimento per hi-tech e digitale.
Per fare un esempio delle opere non completate, a che punto è il restauro di “Santa Lucia alla Fontana”, che prevede un investimento di 802.879 Euro, i cui lavori dovevano concludersi in 12 mesi, ne sono passati 24 e la struttura non è stata consegnata?
Sulla questione “Santa Lucia alla Fontana” — un intervento di riqualificazione e sistemazione dell’area per costruire un nuovo laboratorio di restauro — si parla solo di ritardi e si ignora disinvoltamente che in quella struttura lavorano in formazione professionale 47 giovani italiani. Invertendo l’esodo di materani e lucani verso altre regioni. Si dimentica che dal 1° gennaio 2018 il Comune ha assunto 45 persone, ma si parla di opere non completate. Non si parla dei problemi che affliggono i Comuni e tutto il nostro paese: le neutralizzazioni, le sovrapposizioni delle procedure, il groviglio normativo. Bisogna rispettare la dignità di questa città evitando situazioni di imbarbarimento e mercificazione del suo patrimonio culturale. È su questo aspetto che si stabilizza un valore temporale, su cui si possono affrontare i temi della imprenditoria giovanile.
A che punto è il contratto CIS, il Contratto istituzionale di sviluppo sottoscritto dal Ministero della coesione territoriale e dal Ministero dell’economia?
Ricordo che quel contratto prevede interventi di sviluppo nelle aree svantaggiate e nel Mezzogiorno. Noi stiamo lavorando per stabilizzare attrattori che, finito il 2019, possano fare in modo che Matera diventi ancora un’area di riferimento del turismo indipendente e sperimentale o esperienziale, che possa vivere in questa città. Nell’ambito del CIS ci sono 15 milioni di euro che saranno appaltati entro quest’estate, che investono il “Parco tematico della storia dell’uomo”, che è l’elemento portante del documento programmatorio delle elezioni comunali scorse. In questi giorni si chiudono i bandi e vengono approvati i progetti e riguardano in particolare il bando “tematico per la preistoria”, quello “tematico del rupestre”, con il restauro delle sette chiese rupestri dell’Alta Murgia, il grande “parco tematico della civiltà contadina”, il grande “parco delle stelle” con l’osservatorio dell’universo.
A tre anni dal suo mandato cosa ha realizzato del suo programma?
Gli elementi importanti di partenza del mio programma o sono realizzati, o sono in corso di realizzazione. Mi riferisco al “Parco tematico della storia dell’uomo” e alle “Officine della cultura”. Quello che invece è successo, anche questo è un problema di carattere innovativo, è che quando ti rendi conto che la tua coalizione perde colpi e che sei difronte ad una responsabilità di missione, è chiaro che devi fare quello che stai facendo a livello materiale, trasformare la competizione in collaborazione. Questa operazione che ha complessità e difficoltà, soprattutto tempi di maturazione, è stato riconosciuto un fattore vincente a livello della Commissione Europea. In un momento in cui le comunità si frantumano, avere momenti di coesione, diventa un valore. Nell’ambito della democrazia, questo è un valore.
Il sindaco di Matera De Ruggieri (foto tratta da trmtv.it)
Manca una biblioteca che funzioni, che venga valorizzata, come dicono i giovani. Manca uno spazio dedicato ai giovani alle associazioni. È possibile individuare un immobile di proprietà del Comune e darlo in concessione?
Totò disse: mi ha rovinato la guerra. A noi ci ha rovinato Baselli. Io ho trovato per i giovani un locale nei Sassi, l’ho sottoposto all’attenzione del dirigente, il quale ha dichiarato che non poteva essere concesso, perché andava sottoposto a gara pubblica. Io non posso firmare la concessione di quel locale, altrimenti vengo deferito alla Corte dei Conti. Questa è la realtà della inefficienza comunale, hanno dato ai dirigenti il potere della gestione.
Perché non fare la casa delle associazioni?
Perché ogni associazione vuole uno spazio per sé. Ma sono i dirigenti che decidono, infatti in collaborazione con il presidente della Fondazione era stato trovato un immobile, ma il dirigente ha bloccato tutto.
L’archivio di Stato dal 1955 costituisce un patrimonio collettivo della città, sono le sue radici, ma è in stato di sfratto, perché l’immobile è di proprietà privata. Perché ad oggi non si trova una soluzione?
Ho tentato di utilizzare parte della sede della Provincia che è vuota, ma mi è stato risposto che non si può cedere. Non devo fare altro che convocare il Presidente della Giunta regionale, dell’Agenzia del demanio e della Provincia, per verificare il perché non vogliono mettere a disposizione quella struttura, per farne la sede dell’Archivio di Stato. Se la risposta è negativa, dobbiamo pensare ad altre soluzioni.
La foto di apertura è tratta da Wikipedia.