20100222_senza_di_noi

Intervista ad Alì Kouia, il rappresentante delle comunità straniere
all’interno del comitato per il Primo marzo 2010 di Monza.

 

Abbiamo scelto lui per farci raccontare la manifestazione vista dal suo punto di vista ma soprattutto per conoscere e cercare di comprendere le diverse reazioni riscontrate dalle varie comunità straniere contattate, lette con lo sguardo di chi è nella loro stessa condizione.  


Quando, dove e come sei venuto a conoscenza dell´iniziativa? Hai coinvolto altri dopo aver aderito?
Sono stato contattato da Anna Martinelli che è la responsabile dell'asilo nido "Bimbi insieme” dove lavora mia moglie, ed ho subito coinvolto i miei connazionali. Poi ho pensato che fosse una buona idea informare anche altre comunità e ne ho parlato alle associazioni di Senegal, Bangladesh, Romania, Costa d'Avorio e Ghana.

Che ruolo stai ricoprendo all'interno dell'organizzazione?
Sono uno dei coordinatori del Comitato assieme a Sergio Civati, Monica Borgonovo; il mio ruolo è innanzitutto quello di rappresentare gli stranieri, secondo l’opinione di tutti infatti, già dalla prima riunione, è stato visto come necessario che a capo del comitato ci fosse almeno un rappresentante degli immigrati, e quello sono io. Rappresento tutte le comunità di stranieri, sia quelle di Monza, sia quelle della Brianza.

Cosa ti ha portato a partecipare in modo attivo?
Per prima cosa il fatto di lottare per difendere i diritti dei lavoratori stranieri su cui pesano tantissimi doveri, ma che godono di pochi diritti. La seconda ragione della mia adesione al comitato deriva dal fatto che è la prima volta nella storia che gli immigrati si siedono attorno ad un tavolo per rivendicare i propri diritti e per parlare “la stessa lingua”: quella del rispetto e della collaborazione.

Com’è stato proporre la manifestazione tra i tuoi connazionali e conoscenti? Facile o difficile?
Tanti di loro hanno aderito abbracciando con entusiasmo l’iniziativa, altri invece non hanno voluto saperne, altri ancora, inizialmente intimoriti, si sono lasciati convincere ma la paura di esporsi è sempre presente.

Problemi ideologici o di collaborazione riscontrati?
Non ho incontrato nessun problema ideologico di nessun tipo, anzi, ho visto un atteggiamento di grande collaborazione da parte di tutti i partiti politici che abbiamo incontrato finora e che hanno accettato tutti, all'unanimità, di mettere le loro firme proprio per evitare ogni sorta di strumentalizzazione. Alle associazioni e alle comunità d’immigrati, invece, io ho proposto di mettere le firme data la loro disponibilità e la loro collaborazione a 360°.

Quali sono le maggiori problematiche che hai trovato con le altre comunità di immigrati della provincia?
Ho percepito un po’ di perplessità, quando mi sono proposto con l’iniziativa, da parte della comunità della Costa d'Avorio; l’ho personalmente invitata ad aderire e dopo avermi rivolto tante domande non si sono più fatti sentire. Un po’ deluso ma le porte rimangono aperte per tutti, penso sia un loro diritto avermi fatto tante domande ed essere perplessi, o intimiditi; io continuo a sperare che si uniscano a noi, sono fiducioso.

Cosa ti aspetti dal weekend del 1° marzo?
Spero che la manifestazione sia un primo segnale positivo che qualcosa cambia e che venga trasmesso sia al popolo italiano che all'istituzione un importante messaggio: gli immigrati costituiscono una realtà vera, autentica, che nessuno può negare. Spero inoltre in una presenza numerosa d’immigrati perché la manifestazione è rivolta proprio a loro anzi è la loro occasione per manifestare e dimostrare quanto sono importanti per l’Italia.

Come immagini e sogni il "dopo 1° Marzo"?
Spero che il 1° marzo segni la nascita dell'unione degli immigrati e che vengano nel futuro grazie ad essa consolidati i legami che fino ad ora non sono mai stati creati. Sicuramente questa manifestazione è fatta con lo scopo di segnare l’ìnizio ad una serie di iniziative da programmare ed effettuare in futuro, uniti proprio come ora.

C'è stato un gesto, una parola o un fatto che ti hanno colpito durante l'organizzazione della manifestazione? Raccontacelo
Mi ha colpito molto l'entusiasmo e l'importanza che tutti gli organizzatori hanno investito nel mettere in piedi questa iniziativa, sono riusciti ad unirci tutti attorno ad un tavolo, è la prima volta, come ho già detto, ed è un traguardo molto importante secondo me anche vedendo la situazione dell’immigrazione qui in Italia. Mi ha colpito molto anche la voglia di partecipazione manifestata dalle varie comunità che hanno accettato di aderire a questa iniziativa.

Cosa pensi dell'assenza dell'opzione sciopero generale?
Tanta gente ignora ancora l'esistenza di questa manifestazione “particolare” quindi penso che prima di pretendere di fare grandi azioni di protesta sia meglio impegnarsi per far capire che la presenza degli immigrati non é solo utile ma INDISPESABILE spiegandolo e non attraverso uno sciopero generale. Una volta che anche in Italia verrà accettata e compresa questa situazione nel modo giusto allora magari si potrà pensare di effettuare scioperi o altri gesti più forti. Per il momento dobbiamo pensare a comunicare il nostro importante messaggio