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A Milano i Comitati fanno ricorso contro il progetto CityLife e lo stravolgimento del loro quartiere, ma il Consiglio di Stato dice che non c'è danno economico e gli ordina di pagare le spese

Riprendiamo un articolo di Arcipelamilano.org

Incredibile sentenza del Consiglio di Stato sui due ricorsi dei residenti contro CityLife: dichiara che non sono legittimati e ricorrere e gli addebita 3.000 euro di spese legali per ogni controparte, in totale 21.000 euro. Il Tar aveva accettato la legittimità dei residenti a ricorrere in quanto abitanti intorno all’ex-recinto fieristico. Il Consiglio di Stato ritiene invece la “vicinitas” insufficiente perché l’arrivo di una nuova linea metropolitana e la ristrutturazione di un’area degradata aumenta il valore dei loro immobili e quindi non sono danneggiati dal progetto CityLife. In mancanza di danno ci pensa il Consiglio di Stato a danneggiarli, addebitandogli le spese legali delle controparti sia al Tar che al Consiglio di Stato. Così Comune, Regione, CityLife e Fondazione Fiera di Milano incasseranno un po’ di soldi per pagarsi i loro avvocati.

E’ un chiaro segnale intimidatorio ai cittadini: “Se la cosa non vi tocca nel portafoglio, ma solo nel come potrete vivere la propria città, è meglio che lasciate perdere e ve ne disinteressiate!” ha dichiarato in un comunicato stampa ripreso dal Corriere e Repubblica Rolando Mastrodonato, presidente dell’Associazione Vivi e Progetta un’altra Milano. “In sostanza il Consiglio di Stato afferma che non avendo i cittadini sostenuto e dimostrato di avere un danno economico sul valore dei propri immobili o delle proprie attività imprenditoriali, ma “solo” un danno in termini di dotazioni dei servizi e della qualità urbana e ambientale, essi non hanno titolo per mettere il naso negli accordi tra proprietà fondiaria e Amministrazione Comunale e vanno sanzionati a pagare loro il disturbo per aver preteso di farlo”, prosegue Mastrodonato. L’Associazione ha chiesto alle controparti di non richiedere il pagamento delle somme decise dalla sentenza.

Tutti i comitati di Milano che si stanno battendo contro progetti che danneggiano i cittadini sono preoccupati: il 15 febbraio è in discussione davanti al Consiglio di Stato un ricorso degli abitanti intorno alle ex-Varesine contro il progetto Porta Nuova che costruisce quattro grattacieli tra 80 e 140 metri di altezza e altri edifici con una densità fondiaria altissima di 4,64 mq/mq approvata dal Sindaco Albertini, contestata a suo tempo dal Comune all’arch. De Mico. Il Tar aveva negato la legittimità dei ricorrenti senza addebitare spese, nonostante abbiano dettagliato nel ricorso i danni subiti. Cosa farà il Consiglio di Stato? I ricorrenti hanno deciso con coraggio di non ritirarsi. Ci sono molti altri ricorsi presentati contro altri interventi urbanistici e edilizi e parcheggi sotterranei. Si dovrà rinunciare ai ricorsi amministrativi e presentare solo esposti penali in procura, sperando che questa proceda come nel caso del Piano Integrato di Intervento Calchi Taeggi per bonifiche irregolari?

D’altra parte il principio della class action stenta a decollare in Italia, i ricorsi al Tar sono una specie di class action in cui numerosi residenti si associano per contestare un progetto urbanistico non condiviso. Il Consiglio di Stato chiude anche questa possibilità. Non resta che un intervento delle forze politiche per dare la possibilità ai cittadini di intervenire nell’iter delle decisioni sui grandi progetti con azioni di democrazia partecipativa come informazioni e simulazioni tempestive, referendum locali, audizioni pubbliche, valutazioni ambientali strategiche serie, valutazione approfondita delle osservazioni presentate.

Un primo test sarà quello delle osservazioni al Piano di Governo del Territorio, in cui 4.400 osservazioni dei cittadini sono in fase di controdeduzione da parte degli uffici tecnici comunali. Dopo l’esperienza della Vas (Valutazione Ambientale Strategica) in cui le controdeduzioni erano due righe uguali per tutti, aspettiamo di vedere quante osservazioni saranno accolte e quante respinte e con quali motivazioni e se i consiglieri comunali, che rappresentano i cittadini, avranno modo di intervenire in consiglio durante la discussione dell’approvazione finale del PGT.