La Monza che Vorrei. Paolo Loscalzo, gestore dell'Officine Libra, locale storico fra i più frequentati della città. “Monza vive un eterno presente, nell'attesa di essere sciolta nella grande Milano. C'è un'occasione da non perdere: provare a sfruttare il vento delle ultime elezioni e vedere se qualcosa si smuove. I tempi sono maturi, lo sento".
P
aolo, ci parli del tuo rapporto con Monza? Quali sono gli aspetti della città che più apprezzi e quelli che meno ti piacciono?
Abito a Monza da dieci anni, cioè da quando ho rilevato la gestione del Libra. Con il cuore e con le abitudini sono rimasto a Milano, Monza è una città difficile per i non-monzesi.
Secondo te Monza guarda più al passato o più al futuro?
A nessuno dei due. a me Monza dà l'impressione di guardare sempre ad una specie di eterno presente, nell'attesa di essere sciolta nella grande Milano.
Quanto di quello che accade o si costruisce oggi sarà un bene o un male per i nostri figli?
A mio parere a livello locale poco al momento. Se ci fosse una prospettiva di maggiore autonomia amministrativa e politica sarebbe diverso, a quel punto diventerebbe molto importante anche in prospettiva "generazionale" l'intervento e l'azione politica sul territorio.
Che considerazione hai della vita culturale e sociale di questa città?
Purtroppo bassa. La vicinanza di Milano scoraggia molto gli investimenti (anche di idee, tempo e iniziative). Un maggiore input a livello di amministrazione potrebbe modificare questo quadro a mio parere. Ad esempio la ludoteca del Libra ha fatto nel 2009/2010 oltre 6000 (seimila!) iscritti paganti. Lampante esempio di uno "spazio di manovra" possibile.
Paolo Loscalzo fotografato da Antonio Grazioli
Monza è una città accogliente verso gli immigrati, italiani o meno che siano?
Come tutti i posti con abbondanza di denaro e scarsità di manodopera l'integrazione è vista quasi solamente a livello lavorativo, ma questo genera automaticamente conoscenza e favorisce il rimescolamento culturale..questo è dovuto però ad iniziative in gran parte autogenerate dal "basso" e non dovute a un progetto più organico. quest'anno il Libra per il primo maggio, insieme ai sindacati, ha organizzato un rinfresco con associazioni di donne arabe (col velo in testa!), dovevi vedere come si abbuffavano i pensionati con kebab e falafel. Il diavolo non è brutto come lo si dipinge, se lo si conosce e non lo si affama o si mantiene alla catena.
È possibile – secondo te – favorire l'incontro, il confronto dei cittadini di una città, renderli partecipi delle sue sorti?
Dovrebbe essere una delle battaglie della "nuova sinistra" ideale. Ri-favorire la creazione di luoghi di incontro e discussione, favorire la partecipazione dei cittadini. Si potrebbe iniziare a pensare di riaprire i cinema anzichè abbatterli, a riaprire ì circoli anzichè trasformarli in locali da eppi auar fatti con lo stampino, potenziare le strutture nei parchi per favorire le famiglie, dare più poteri ed autonomie ai consigli di zona in campo culturale.
Il vento che ha cominciato a soffiare con le ultime elezioni potrebbe arrivare anche qui?
È a mio parere un occasione da non perdere: provare a sfruttare questo vento e vedere se qualcosa si smuove. I tempi sono maturi, lo sento.
Su quali fondamenta dovrebbe costruire il suo futuro il capoluogo della Brianza milanese?
Riappropiarsi di un identità non milanese-dipendente. Ripartire da questo concetto per una proposta di "Monzesità" forte.
Quali sono i “talenti” su cui Monza dovrebbe puntare, le singole persone e le capacità collettive che possono darle prospettive di lungo e positivo respiro?
Proviamo a partire e vediamo se emergono delle leadership non conformate allo status quo attuale. Sono convinto che ci siano molte figure che si impegnerebbero a livello locale per un progetto chiaro e non partitico.
Se un giorno ti svegliassi sindaco di Monza, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?
Ambiente, mobilità, socialità, qualità PERCEPITA della vita.
Paolo Loscalzo, classe 1963, è un genoano e genovese trapiantato a Monza da una decina d'anni. Gestisce l'Officine Libra, un locale dove a cadenza quasi mensile fotografi, illustratori, fumettari espongono i propri lavori fra una birra e un aperitivo. Le sue citazioni preferite: «Il libro è il migliore amico dell'uomo, al di fuori del cane. Del resto al di dentro del cane è troppo buio per leggere» di Groucho Marx e «Il migliore sistema per non fare la guerra è non avere nemici» di Gandhi.