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 Giuseppe Crippa, presidente di Brianza Plastica, intervistato da Vorrei sull'attrattività della Brianza e il futuro delle imprese: "Mancano le infrastrutture, la Pedemontana è necessaria"

 

Q

ual è la sua visione del vostro insediamento in Brianza in una prospettiva di medio-lungo periodo?

Non abbiamo previsioni di sviluppo in Brianza, in quanto abbiamo preso da tempo la decisione di delocalizzare alcune produzioni nel Nord Est e nel Sud Italia, dove le condizioni generali - infrastrutture, manodopera, trasporti - sono decisamente migliori di quelli esistenti in Brianza.

Possibile che la Basilicata, dove avete un centro produttivo, sia più attrattiva della Brianza?

Noi qui conserviamo la sede centrale, ma tenuto conto dei costi e delle infrastrutture non ci svilupperemo più. Se lei pensa che mediamente un terreno industriale qui costa sui 200 euro al mq, mentre a Rovigo o a Ostellato (Ferrara) ci costa 15-20 euro, capisce che non c’è confronto.

A Ferrandina ci siete per vendere nel Sud?

No, no, produciamo anche per il Nord. Abbiamo avuto un contributo dalla Regione, ma a parte questo abbiamo trovato una mano d’opera valida e infrastrutture (come la Basentana che porta da Salerno a Metaponto) che non ci costringono a lunghe code come qui per andare a Milano. Lo stesso vale per Rovigo.

Lei ritiene che in futuro le condizioni della Brianza in complesso miglioreranno o peggioreranno per il vostro insediamento?

Siamo preoccupati per la situazione generale della Brianza. La nostra sede e l’attività principale è in Brianza e quindi la mancanza di adeguate infrastrutture ci penalizza enormemente. Si pensi solo al collegamento con Milano e con le autostrade e gli aeroporti, dove per percorrere 30/40 km, in alcune ore della giornata, sono necessarie ore, senza avere mai la certezza di arrivare in tempo.

Cosa pensa della Pedemontana?

E’ necessaria, purtroppo occorre aspettare almeno il 2015. Occorrerebbe poi potenziare la Monza-Molteno-Lecco, che è lentissima e sarebbe molto utile. Ho sentito che si sta lavorando anche per un collegamento ferroviario Saronno-Malpensa. Se si potesse andare da Seregno a Saronno e di qui a Malpensa, potremmo evitare i lunghi giri viziosi stradali.

Basterebbe migliorare le infrastrutture per far sì che la Brianza sia o diventi “un luogo dove è bello e conveniente vivere e lavorare”?

  1. Io sono nato e abito in Brianza. Ritengo la qualità della vita, intesa come aria, acqua, spazi verdi e socialità, adeguata ad uno standard eccellente. Quello che manca, ripeto, sono le infrastrutture. Non esistono mezzi pubblici adeguati al ritmo moderno della vita, per raggiungere il capoluogo o il posto di lavoro. Esistono invece, ed in numero adeguato, supermercati, cinema, palestre, teatri, che si possono raggiungere però solo con mezzi privati, intasando ulteriormente le precarie condizioni della viabilità.

Tuttavia, mi sembra che in prospettiva la Brianza dovrà conciliare tre esigenze contrastanti: il bisogno di infrastrutture, la disponibilità di spazi per nuove imprese e la difesa delle aree verdi sempre più scarse e preziose. Come far quadrare il cerchio?

Bisogna distinguere tra alta e bassa Brianza. Lei sa che il Lambro divide in due la Brianza. Se lei sorvola la bassa Brianza, non riesce a distinguere un paese dall’altro, mentre nell’alta Brianza c’è una netta separazione tra paese e paese.

E fra dieci anni?

Non lo so. A giudicare dal luogo dove vivo, Besana, i piani comunali dell’alta Brianza prevedono sviluppi edilizi molto contenuti.

A Suo parere, perché alcune imprese multinazionali lasciano la Brianza o ridimensionano la loro presenza, come IBM o Rhodia?

Perché se operano in mercati molto concorrenziati, e i costi del personale vanno molto oltre il 7-10% dei ricavi, diventa conveniente delocalizzate fuori d’Italia.

Oltre a questo, a che condizioni si può sopravvivere e crescere in Italia?

A condizione che si operi in settori ad alta tecnologia.

 

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La vostra impresa ha avuto occasione o ha intenzione di collaborare con le istituzioni locali per contribuire al miglioramento dell’ambiente in cui opera?

Noi siamo sensibili alla tutela dell’ambiente, in particolare per quanto riguarda la qualità dell’aria. Siccome utilizziamo prodotti volatili e inquinanti, in tutti i nostri insediamenti abbiamo introdotto (anche recentemente, nella nuova acquisizione di Ostellato) costosi impianti di abbattimento delle emissioni, in modo da portarci molto al di sotto dei limiti consentiti per legge.

I nostri interlocutori fondamentali sono le università. Collaboriamo soprattutto con il Politecnico di Milano nel campo delle tecnologie delle costruzioni, dato che noi produciamo coperture isolanti e fotovoltaiche tecnologicamente avanzate e brevettate (come l’”Elettrotegola”, introdotta sul mercato nel 2005, che sostituisce le tegole invece di ricoprirle come gli altri pannelli fotovoltaici). Nella nostra sede teniamo corsi per studenti universitari, anche di architettura, perché noi non puntiamo soltanto sulla innovazione tecnologica, ma anche sugli aspetti estetici delle costruzioni.

Un’ultima domanda, che ho fatto anche ai suoi colleghi nelle interviste precedenti: a suo parere l’Italia è un paese in declino? E in caso affermativo, la Brianza potrebbe riuscire a restare un’isola felice?

Sì, secondo me l’Italia è in declino, soprattutto perché i governi mostrano scarsa iniziativa nel sostenere lo sviluppo economico. E ritengo che la Brianza soffra degli stessi problemi del resto d’Italia: e non riuscirebbe a restare un’isola felice. Tra questi problemi, c’è quello della difficoltà di trovare mano d’opera di basso livello, perché nessuno, a parte gli extracomunitari, vuol fare più lavori di manovalanza, tutti puntano a ruoli impiegatizi.

Alla fine, che cosa si augurerebbe per il futuro?

Come imprenditore, in un’ottica di medio termine (5/10 anni), mi augurerei una legislazione meno burocratizzata, un rafforzamento dell’istruzione professionale e una maggiore collaborazione tra università e imprese, per approfondire tematiche tecniche che richiedono particolari programmi di ricerca che le sole aziende, particolarmente nella realtà della Brianza, non sono in grado di effettuare a causa delle loro ridotte dimensioni.

Ma per ottenere ciò le piccole imprese dovrebbero crescere, o quanto meno mettersi insieme.

È qui il problema. Perché i brianzoli sono molto gelosi ed individualisti, e soprattutto dialogano difficilmente con chi fa prodotti analoghi e in concorrenza.

 

 

Brianza Plastica S.p.A.

 

Il Gruppo Brianza Plastica è una media impresa che opera in Italia e all’estero nel settore edile con prodotti per la copertura e l’isolamento industriale e civile dal 1962. I suoi prodotti sono innovativi e caratterizzati da altissimi standard qualitativi ed estetici e da prestigiose certificazioni e realizzazioni.

Tra gli interventi più importanti, sono da annoverare le coperture con Isotec del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro Petruzzelli di Bari, della Villa Reale di Monza e della Reggia di Caserta, della Stazione Ostiense a Roma e molti altri.

Il Gruppo ha il Quartier Generale a Carate Brianza, insediamenti produttivi in Veneto, Basilicata e commerciale in Francia.

 

 

 Chi è Giuseppe Crippa

Nato a Besana Brianza nel 1934, nel 1962 costituisce la Brianza Plastica che opera nel settore Edilizia, con prodotti in materia plastica per Coperture Industriali, Civili ed Agricole. È stato sindaco di Besana dal 1967 al 1975. Dal 1977 e fino all’entrata in vigore della Riforma Sanitaria con la costituzione delle A.S.L. ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione del locale ospedale (250 posti letto). Attualmente ricopre la carica di Presidente della Fondazione G. Scola.

 

 

Le puntate dell'inchiesta

Introduzione - Monza e Brianza: cosa li rende attraenti?

1 - L'intervista ad Adriano De Maio (Distretto HiTech Brianza)

2 - L'intervista a Stefano Venturi (AD Cisco Italia)

3 - Augusto Abbarchi (SAP Italia)

4 - Pietro Palella (STMicroelectronics)

5 - Giuseppe Crippa (Brianza Plastica)