Quando parliamo di agricoltura in Brianza di che parliamo?
Parliamo di una agricoltura di trincea, che lotta ogni giorno i suoi spazi al cemento
I
n altro articolo del dossier, quello dedicato alle ‘sfide’ dell’agricoltura mondiale, abbiamo evidenziato le grandi criticità a cui il settore primario dovrà rispondere e abbiamo accennato a quanto, necessariamente, dovranno essere diverse tra loro le risposte a livello locale, dove condizioni e risorse dei singoli sistemi variano in modo considerevole. Lodi non è la Brianza e la Brianza non è un polder olandese, se volete.
Gustave Courbet, "La setacciatrice", 1854, Musée des Beaux-Arts, Nantes
Ma quando parliamo di agricoltura in Brianza di che parliamo? Parliamo di una agricoltura di trincea, che lotta ogni giorno i suoi spazi al cemento – e che quindi in qualche modo ci difende dal suo sconsiderato assalto, o ci tenta - parliamo di una agricoltura che per necessità (sopravvivenza?) prima che per filosofia sceglie la qualità e la differenziazione dei prodotti e dei servizi. Parliamo di un sistema agricolo periurbano che non ha molte altre repliche in Italia: una situazione del tutto particolare, con i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.
La convivenza con il cemento, quella con i parchi, un’alta domanda potenziale vicina al campo, le sfide della sostenibilità e delle filiera corta, le strumentalizzazioni del marketing, sono questi alcuni temi che abbiamo approfondito attraverso l’opinione di chi lavora costantemente a contatto con il territorio.
Il futuro slow dell'agricoltura e del territorio
L'agricoltura nella Brianza d'oggi
Le sfide dell’agricoltura