Il calvario di una ex interinale tra fondi che non ci sono, regole poco chiare e agenzie poco professionali.
Viene proprio naturale commentare in questo modo la grandissima opera demagogica messa in scena dalla Regione Lombardia nota come "Sistema Doti".
Per combattere la crisi la Regione ha approntato nel 2009 una misura finanziaria a favore del reinserimento lavorativo dei lavoratori disoccupati, stanziando un fondo che viene erogato per decreto "almeno" una volta all'anno.
Sul sito della Regione si legge:
"Contattando un centro accreditato da Regione Lombardia per i servizi al lavoro si trova un aiuto concreto per scegliere il percorso più adeguato alle proprie esigenze."
Chi sono questi centri accreditati? Gli "Enti di formazione accreditati dalla Regione" , sono agenzie private e Centri per l'impiego pubblici che aderiscono al programma di riqualificazione organizzando corsi di formazione e "servizi al lavoro" per le categorie di disoccupati e inoccupati in possesso dei requisiti previsti dal bando.
Ma quanto è efficace questa misura?
In possesso dei requisiti, ad aprile mi sono recata presso un Ente accreditato di Monza in cui l'operatrice, dopo avermi registrato, mi ha consigliato di registrarmi anche presso un Ente di Milano in quanto i fondi si esauriscono molto rapidamente (in circa una settimana l'intero stanziamento erogato per tutto il territorio della Regione) e "prima vanno su Milano, mentre alle altre province arrivano le briciole"). Previsione sullo "sblocco" delle prossime doti: "da metà a fine maggio".
Nella stessa settimana ho preso quindi un appuntamento con un Ente di Milano che offriva un corso di formazione nell'area di mio interesse. L'operatore mi ha detto che nella settimana successiva sarei stata contattata da una collega che mi avrebbe fissato un appuntamento per la presentazione dei documenti necessari e l'invio telematico della Domanda di dote.
Al venerdì successivo ancora nessuno mi aveva contattata, e alla mia richiesta di informazioni lo stesso operatore mi ha ribadito di attendere la chiamata della collega. Nelle 2 settimane seguenti di attesa ho ottenuto sempre la medesima risposta. La tanto sospirata chiamata è arrivata circa 15 giorni più tardi e solo per aggiungere una beffa al disservizio: lo scopo era solo quello di stabilire in quale delle loro sedi avrei fatto il colloquio! Mi hanno assicurato che quando pronti, mi avrebbero chiamato per concordare l'appuntamento.
Per fortuna il colloquio mi è stato dato "solo" una settimana più tardi. Credevo a quel punto di avere finito il mio calvario e speravo di raggiungere in breve un concreto risultato, e invece......
Il colloquio atteso per circa un mese (ormai era giugno), è durato cinque minuti esatti.
La prima cosa che mi è stata precisata è: "Non siamo un'agenzia interinale, quindi non mettiamo in comunicazione domanda e offerta, ma eroghiamo servizi al lavoro quali consulenze, aiuto nella compilazione del cv, possibilità di mandare fax e fare telefonate dall' ufficio anziché a spese proprie". (Tutto ciò mi sarà poi smentito nei fatti…)
La ragazza mi ha poi spiegato l'iter: le doti attese per maggio non erano state erogate e quindi si pensava già a settembre. Dopo l'eventuale ottenimento della dote avrebbero aperto le iscrizioni ai corsi e al raggiungimento del minimo numero di iscritti avrebbero dato il via alle lezioni.
Relativamente al corso, mi ha consigliato di scegliere un corso di costo non superiore ai 1.500 euro perché su 3.000 euro di dote il costo dei servizi al lavoro da loro erogati era di 1.470 euro. (In altri termini, la metà dei fondi destinati al lavoratore in realtà foraggiavano l'ente.)
Mi promette poi che mi avrebbe richiamato per compilare la domanda di dote, documenti alla mano. Delusissima e anche notevolmente irritata per avere sprecato un mese di tempo per niente, e senza la minima intenzione di dare ulteriormente retta alla stessa agenzia, decido di rivolgermi ad altri. Mi trovo quindi un altro corso, e mi rivolgo quindi per l'ennesima volta ad un nuovo ente, il terzo.
La beffa per gli interinali
Questa volta il personale sembrava più deciso a stendere la benedetta domanda, quindi mi reco all'appuntamento con tutti i documenti necessari. Iniziamo la compilazione del form e iniziano gli intoppi.
Al di là dei vari errori del terminale, che hanno ci fatto perdere oltre mezz'ora di tempo in chiamate alla Regione con relative attese ad ascoltare l'amena musichetta , nonché rimbalzi di competenze tra il call center e l'assistenza tecnica.
L'operatore si rende conto che siccome l'ultimo contratto che ho sviluppato era di agenzia interinale, non posso partecipare al corso di mio interesse perché il monte ore era superiore a quelli cui hanno diritto gli ex-interinali. Interinali quindi "cornuti e mazziati" sia quando hanno il lavoro sia quando non l'hanno più.
Vale la pena aprire una piccola parentesi sulle cifre. Tale riassunto non mi è stato dato tutto insieme da un operatore ma sono le informazioni che, come un puzzle, ho messo insieme in più puntate raccogliendo info dall'uno o dall'altro, veramente sentendo tutte le campane.
Per "dote lavoro" si intende una quota di 3.000 euro, che coprono innanzitutto il costo del corso (di un massimo di 120 ore) e il costo dei servizi al lavoro obbligatori, poi il costo dei servizi al lavoro non obbligatori e infine un'indennità di partecipazione. La dote viene appunto erogata una volta almeno all'anno, di fatto è capitato solo in un'occasione che ne venissero erogate due. Quindi occorre attendere lo sblocco.
I lavoratori interinali hanno diritto ad una dote per lavoratori in somministrazione, del valore di 1.300 euro (corso + servizi, etc.) e ad un monte ore di corso di 80 ore. È necessario, secondo il bando attualmente in vigore, che il lavoratore prima fruisca della dote in somministrazione e successivamente possà richiedere la parte restante del fondo di 3.000 euro, per partecipare ad un altro corso il cui costo stia entro l'importo residuo.
L'operatore chiede quindi consulenza telefonica su come procedere all'operatrice della Regione e insieme concordano che la cosa migliore era di duplicare il corso,in maniera tale che io, ex-interinale, non sarei stata nella stessa classe degli ex-dipendenti, ma avrei iniziato una classe per ex-interinali. Il problema è che al momento ero l'unica e una classe di una sola persona.........
La domanda viene quindi lasciata in bozza e non inoltrata alla regione. Nel frattempo quello che era diventato il mio "tutor" mi consegna da firmare il foglio del Piano di Intervento Personalizzato (PIP), che come scoprirò più tardi, avrebbe dovuto rilasciarmi solo ad inoltro della domanda avvenuto.
Candidamente mi viene detto "su questo foglio ci sono segnati come erogati alcuni servizi al lavoro che DOVREMMO darti subito, ma siccome questi ci vengono pagati dalla Regione solo se ottieni la dote lavoro, te li faremo solo dopo l'ottenimento".
E siccome quando loro vengano rimborsati era ed è l'ultimo dei miei problemi, non ho opposto obiezioni.
Per la seconda volta ho pensato di essere in dirittura di arrivo, anche perché stavolta avevo qualcosa in mano.
E invece NO!!!!!
Nel pomeriggio il mio tutor mi richiama per dirmi che il loro corso era destinato solo ai candidati per dote lavoro (quindi non gli ex-interinali) e che per una sola persona in poche parole non l'avrebbero mai fatto, quindi di cercarmi un altro ente. Mi comunica invero una buona notizia: che le doti per i lavoratori interinali sono già aperte e che quindi non mi resta che cercare un corso "destinato agli interinali" in partenza presso altri.
Una ricerca da fare da soli
Sul corso "destinato agli interinali" ho chiesto maggiori info, infatti sul sito della Regione non veniva fatta alcuna distinzione, né tantomeno esisteva un elenco con filtri.
Mi è stato risposto, con un tono grottescamente serio, che il "consiglio" che mi poteva dare era di selezionare tutti i corsi di mio interesse ed iniziare a chiamare uno per uno i vari enti. (e qui mi ricollego ai famosi servizi:"fare le telefonate dal nostro ufficio anziché a spese proprie": un corno!).
Dopo avergli risposto che fino a quella soluzione ci arrivavo già benissimo da sola , la mia successiva domanda è stata : se loro per ipotesi il giorno seguente avessero ricevuto domanda per lo stesso corso da parte di un numero sufficiente di ex - interinali avrebbero fatto partire il corso? Risposta: SÌ.
La mia ultima osservazione è stata che come lo facevano loro, anche dagli altri enti sarebbe stata la stessa cosa.
Quello che ho ottenuto è stato un ultimatum, ossia che loro avrebbero tenuto in stand by la mia domanda per darmi la possibilità di trovare un nuovo ente, in caso contrario avrei potuto mantenerla da loro con l'unica speranza di poter fare il corso se si fossero iscritti altri ex interinali. L'ultimatum ridicolmente stretto, infatti mi chiedeva di dargli la risposta il giorno dopo.
Il mio problema adesso era che entro il giorno dopo non avrei di sicuro avuto la risposta, perché mi dovevo cercare il corso, e l'indomani sarei partita per una settimana in Africa, e non avrei certo fatto telefonate intercontinentali, specialmente avendo già saggiato la competenza degli interlocutori.
Adotto quindi l'unico sistema che mi consentiva di contattare a tappeto: la mail. Dei vari enti contattati uno solo mi risponde positivamente, ossia che aveva corsi in partenza a cui potevano partecipare anche gli ex interinali. Tornata a casa, quindi, li contatto telefonicamente e spiego loro la mia situazione. A sentire che avevo in mano il foglio con il PIP, la ragazza si allarma e mi dice che se ho un foglio in mano significa che la domanda è stata inoltrata e che quindi non mi posso più iscrivere da loro. Aggiunge anche, con un fare da Ponzio Pilato, che se poi anche se il corso non me lo avrebbero fatto, ormai la domanda era fatta e la mia unica possibilità bruciata.
Ormai decisamente irritata, e ormai a luglio, ho iniziato una serie di telefonate tra l'uno e l'altro ente (in quanto alle mie mail non ricevevo altra risposta se non la conferma di lettura), esattamente come il gioco dello "scemo in mezzo". Alla fine ho deciso di mettere un termine a questo rimbalzo di responsabilità dando credito all'ipotesi che meglio si adattava con la mia necessità. Prendo quindi per attendibile la campana dell'ente n. 3 – ossia domanda non inoltrata – e mi faccio dare un appuntamento definitivo dall'ente n. 4.
La signorina mi convoca per la settimana seguente, ripeto tutto l'iter che ormai conoscevo a memoria e finalmente vedo il momento cruciale dell'invio telematico della domanda. Mi aspettavo che in quell'istante apparisse anche la Madonna, o perlomeno qualche Arcangelo, ma siccome tale miracolo non è successo evidentemente avrei dovuto intuire che non ero ancora alla fine del tunnel.
Finiti i soldi!
Mentre compila la pratica, l'operatrice mi rassicura dicendo che anche se le richieste per il corso di mio interesse non raggiungevano ancora la soglia minima, di certo sarebbero stati in grado di raccogliere il numero minimo di allievi per fare partire il corso a settembre, in quanto le doti per gli interinali erano aperte da novembre e "chissà per quanto tempo ancora andranno avanti".
Mi comunica che ho diritto anche ad un'indennità di circa 600 euro, come calcolato dal terminale, poi improvvisamente ha un'espressione corrucciata. Dapprima mi chiede di aspettare un momento e chiede la consulenza di una collega per svelarmi quindi il motivo di tanta perplessità:il terminale ha comunicato che le doti sono esaurite!!!!!!!
La perplessità sta nel fatto che il calcolo dell'indennità viene fatto necessariamente dopo l'assegnazione della dote, stornando i costi del corso e dei servizi al lavoro.
Parte la telefonata alla regione, con la solita attesa allietata dalla musica, e l'operatrice all'altro capo del cavo risponde che anche il giorno prima era capitata lo stesso problema ad un'altra persona e che poi era stato risolto. Avrebbero loro (regione) informato l'ente circa la risoluzione.
L'operatrice quindi mi comunica che avrei dovuto tornare un altro giorno per la firma di un documento definitivo di cui tutt'ora ignoro la natura, e che mi avrebbe tempestivamente contattato non appena avesse avuto notizie dalla regione.
Mentre mi dirigo alla stazione sotto il solleone di questo luglio milanese mi suona il cellulare: è la stessa ragazza che, con un tono molto meccanico, mi comunica: "Le doti sono terminate questa mattina. Mi dispiace molto."
Bisogna attendere il nuovo bando che dovrà uscire con le nuove doti, forse a settembre, e che fino a quel momento nessuno saprà nulla. Aggiunge anche che tutte le iscrizioni fatte presso tutti i vari enti non hanno alcun valore perché la mia domanda alla fine non è stata accolta e quindi è come se io non fossi mai passata né da loro né dagli altri.
RISULTATO:
Il sito della regione sostiene che il sistema doti serve per favorire il reinserimento lavorativo dei disoccupati e inoccupati tramite la riqualificazione delle loro competenze.
Io ho iniziato ad iscrivermi presso gli enti accreditati ad aprile, ho trovato un'incompetenza totale che mi ha rimbalzato fino alla metà di luglio, quindi per tre mesi durante i quali non ho ricevuto il minimo servizio al lavoro, inteso perlomeno come le informazioni corrette e necessarie. Ho speso soldi miei in telefonate, biglietti del treno e del metrò. Solo per recarmi da ogni ente che ho visitato ho speso per ciascuno 8.20 euro in trasporti. Ho perso quattro pomeriggi presso le loro sedi, più un numero che non so quantificare a cercare informazioni e corsi sul sito della regione.
A metà luglio mi vengono a dire che le doti sono terminate nella mattinata, quasi un rimprovero per essermi mossa tardi. Chi controlla l'operato di questi enti, visto che non ho un mezzo per dare un feedback negativo sull'attenzione che mi è stata rivolta? Probabilmente questi enti avranno un form di feedback sul corso erogato, ma sui loro servizi? O più specificamente si considerano solo i servizi che loro erogano a partire dal momento in cui il disoccupato ottiene la dote, alias loro vengono pagati?
Posto che nella dote non ci spero più, voglio deliziarvi con l'ultima perla.
Per la cronaca, a me il corso serve per davvero e sebbene ne abbia cercato uno a pagamento di tasca mia, i costi sono troppo elevati per le mie tasche (ma suppongo non solo per le mie, in pratica 120 ore mi costerebbero come un anno e mezzo di università pubblica). Visto che ormai l'unica cosa è aspettare il bando nuovo di settembre, in cui POTREBBE DARSI che venga abolita l'assurda discriminazione degli ex-interinali, ho contattato un quinto ente, tanto ormai avendo già perso tutto non ho più niente da perdere.
E qui la chicca: anziché essere loro a darmi info sui corsi, i bandi, le doti etc., ho dovuto dargliele io (tanto ormai sono così esperta che potrei fare la direttrice di uno di questi enti). L''operatrice infatti esordisce con un'informazione più che superflua, ossia che devo aspettare il prossimo corso in partenza. Alla mia domanda se il corso di mio interesse è aperto anche agli ex-interinali la signora cade nel panico perché non sa cos'è un lavoratore interinale!!!
Ma non finisce qui! Dopo averle spiegato cos'è un lavoratore interinale, che esistono/evano delle "doti per i lavoratori in somministrazione" chiuse purtroppo da pochi giorni, che bisogna attendere il bando nuovo in cui FORSE verrà eliminata la discriminazione tra classi di ex interinali e lavoratori "normali" la signora, perplessa, mi interrompe e mi dice di darle dieci minuti, e mi avrebbe richiamata.
Come promesso mi richiama e mi conferma tutto quello che le avevo spiegato io. La cosa ridicola (per non piangere) è stata che alla mia richiesta di fissare un appuntamento per fare la preiscrizione al corso, e portarmi così avanti qualora a settembre si verificassero tutte le condizioni favorevoli necessarie, la signora si consulta con la collega e poi mi dice che "anche secondo la sua collega era utile portarsi avanti per non perdere altro tempo".
Decisamente strano: mi sarei aspettata da dei professionisti come loro nel perdere tempo, il consiglio di prendermela con comodo e lasciare passare un altro mesetto.
Fonti:
sito regione Lombardia