20101207-hitech

L’impressione è che l’evoluzione in atto in tutto il mondo verso nuove tecnologie e nuovi prodotti avviene da noi in modo casuale, come trascinato da una corrente che ha altrove il flusso maggiore.

 

Ho partecipato a due eventi: il convegno organizzato da Sapio sul tema “Quale modello per costruire una cultura dell’innovazione”, svoltosi in Villa Reale il 18 ottobre; e quello organizzato da Alcatel-Lucent dal titolo “Futuro Fotonico”, presso l’Auditorium della Società nella sede di Vimercate, il 22 novembre, con successiva visita ai laboratori.

Il mio interesse per le due manifestazioni rientra nel tentativo di capire meglio quali sono la situazione e le prospettive dell’hi-tech in Brianza.

Ambedue le esperienze mi hanno fatto toccare con mano la straordinaria e inesauribile spinta all’innovazione che caratterizza queste imprese.

Il Gruppo Sapio, nato a Monza nel 1923, tuttora a capitale italiano, è focalizzato sui gas tecnici e medicinali. Collabora con università e centri di ricerca nella ricerca di nuove sostanze e tecnologie per l’impiego dei gas nei più diversi campi, dalla sanità al settore alimentare fino al solare termodinamico, con un impegno particolare dedicato all’idrogeno per autotrazione.

Fin dal 1999 ha promosso il “Premio Sapio per la ricerca italiana”, sponsorizzato da pubbliche istituzioni, imprese e università, con o scopo di promuovere e divulgare risultati eccellenti della ricerca nazionale.

Il Presidente del Gruppo Sapio, Alberto Dossi, ha lamentato la persistente sottovalutazione della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione come motori dello sviluppo. Ha dichiarato che purtroppo anche i mass media non danno adeguato rilievo a questo fondamentale problema. Affermazione confermata dal Rettore della Università di Milano-Bicocca, Marcello Fontanesi, che ha rilevato come solo il 55% degli italiani ritiene la ricerca importante per lo sviluppo, contro il 70% della media europea.

Alcatel-Lucent ha ereditato e sviluppato, insieme a STMicrelectronics, lo straordinario lascito tecnologico in campo elettronico della Telettra, insedata a Vimercate nel 1960.

E’ un gruppo franco-americano con 78 mila dipendenti, e si avvale tra l’altro delle ricerche dei mitici Bell Labs, che vantano ben sette premi Nobel.

A Vimercate operano 400 tra tecnici e ricercatori, su un totale di 2200 dipendenti. In particolare a Vimercate ha sede la “Divisione Optics” del gruppo, che coordina l’attività di R&S nel campo delle reti di trasporto ottico e dei ponti radio a livello mondiale.

Tra le domande a cui il convegno ha cercato di rispondere vi è questa: «I comportamenti che stato, regioni, aziende, università mettono e metteranno in campo sono coerenti con la necessità di un paese che rischia di restare distaccato sul fronte delle nuove tecnologie?«.

Stefano Lorenzi, Presidente e AD di Alcatel-Lucent Italia, si è chiesto perché l’hi-tech italiano stenta a decollare, con ricavi non adeguati rispetto a un traffico informatico raddoppia ogni anno. Che fare, si è chiesto, per “invertire un trend che non va nella giusta direzione”?

Rileva che gli investimenti nella ricerca in Italia sono pari all‘1,2% del PIL, una percentuale molto inferiore a quella degli altri paesi. Inoltre, molti paesi offrono finanziamenti e condizioni fiscali agevolati, di cui una multinazionale non può non tener conto.

A suo dire, le condizioni di favore in Italia sono prevalentemente orientate sulle piccole e medie imprese, e non tengono conto del fatto che le grandi imprese offrono maggiori possibilità di creare filiere.

Sergio Fasce, vicepresidente della Terrestrial Optical Product Unit di Alcatel, ha sottolineato l’importanza di puntare sulle persone e di “colloquiare con il mondo”, in una visione “glocal”, meritocratica e focalizzata su progetti strategici.

Francesco Carvelli, A.D. del Gruppo Compel, impresa con 1000 dipendenti con sede a Cornate d’Adda, ha lamentato il fatto che proprio nel momento della crisi è stato eliminato il credito d’imposta sugli investimenti nella ricerca.

Gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni al Convegno Alcatel (Andrea Bianchi, del Ministero per lo Sviluppo economico, Fabio Filocamo del Ministero dell’Istruzione, Alberto Cavalli, Sottosegretario per l’Università e la Ricerca del Presidente della Regione Lombardia) non sono apparse ai partecipanti molto soddisfacenti.

Cavalli, che ha relazionato sia al convegno Sapio che a quello Alacatel, ha affermato che la Regione è consapevole dell’importanza della ricerca e dell’innovazione per il territorio, e che la sua azione in questo campo è caratterizzata da una visione trasversale, per cui gli stanziamenti, ad esempio, per la sanità e per la Pubblica Amministrazione implicano contributi anche alla ricerca. Ha quindi enumerato i diversi accordi, contributi e bandi di gara della regione riconducibili a una politica regionale per la ricerca.

Il Presidente Formigoni ha fatto una comparsa fuggevole e inopportuna, perché ha reso impossibile il collegamento in streaming con Jeong Kim, Presidente dei Bell Labs.

Stefano Lorenzi, chiudendo la serie delle relazioni, ha riscontrato un sostanziale allineamento sulle analisi e sulle cose da fare, ma molto meno sulle realizzazioni effettive.

Tornando al nostro interesse di verificare lo stato di salute del settore hig-tech della Brianza, dai due convegni non è certo emersa una situazione entusiasmante.

L’entusiasmo l’ho invece trovato nella visita ai laboratori di Alcatel, dove giovani ricercatori ci hanno illustrato i prodotti di avanguardia dell’azienda mostrando una preparazione e una motivazione straordinari, non disgiunte da un occhio alle esigenze del mercato.

Le notizie che le statistiche e la cronaca ci forniscono sono contrastanti, ma denotano sostanzialmente una certa precarietà del settore.

Gli ultimi dati sull’andamento economico della Brianza ci dicono che all’interno della crisi che ha colpito anche il nostro territorio, l’unico settore che ha continuato a “tirare” è quello dell’hi-tech, contribuendo, pur senza un gran vigore, alla conversione in atto dell’economia brianzola dai settori tradizionali ai servizi e ai nuovi settori produttivi.

Le notizie che leggiamo sono contrastanti: da una parte i tagli occupazionali della Roche, che confermano la preoccupante crisi della chimica nel nostro territorio, settore nel quale, a detta del Sottosegretario Cavalli, la Lombardia è prima in Europa; dall’altra l’insediamento ad Agrate della filiale commerciale di Suntech, il maggior produttore cinese di pannelli solari, per il sud Europa e il Mediterraneo. Cosa che da una parte conferma la collocazione e le potenzialità strategiche dell’Italia e della Brianza, dall’altra creerà problemi per la nascente industria locale nel settore, fatta di piccole imprese.

Del resto, l’importanza di rafforzare un distretto come quello di Vimercate sta proprio nel raggiungere la massa critica perché l’inevitabile dinamica occupazionale si risolva in una somma maggiore di zero e crescente.

Si ha tuttavia l’impressione che l’evoluzione in atto in tutto il mondo verso nuove tecnologie e nuovi prodotti avviene da noi in modo casuale, come trascinato da una corrente che ha altrove il flusso maggiore. Con il rischio di restare impantanata ai bordi del fiume.

Basti pensare alla banda larga: nonostante i programmi annunciati dal Sottosegretario Cavalli, la Lombardia risulta ancora molto indietro rispetto ad altre regioni. Eppure, non è difficile capire che se gli operatori di una impresa italiana restano inchiodati davanti al computer più a lungo dei loro simili in Germania o in Cina, tutto lo sforzo compiuto all’interno dell’impresa per aumentare la produttività e la competitività è vanificato.

La politica economica non è fatta della somma di tanti contributi diretti a fondo perduto, tante gare, tante trovate costose e dispersive. E’ fatta di azioni a vasto raggio, capaci di lubrificare i processi innovativi e agevolare la conversione del sistema produttivo verso i settori emergenti: ad esempio, a livello nazionale, una tassazione maggiore delle rendite finanziarie e minore per le attività produttive, il credito d’imposta per gli investimenti in R&S, o, nel caso del settore edilizio, le agevolazioni fiscali per ristrutturazioni finalizzate al rinnovamento del patrimonio esistente (misure che sono state depotenziate dall’ultima legge finanziaria); a livello regionale, sistemi reticolari efficienti e compatibili, che vanno dalla banda larga alle reti ferroviarie; a livello locale, tutto ciò che può migliorare il capitale sociale e rendere un territorio un luogo dove è bello recarsi, vivere e lavorare.

Tutto ciò che, purtroppo, non si fa perché si destinano le risorse ad altri scopi.

Gli autori di Vorrei
Giacomo Correale Santacroce
Giacomo Correale Santacroce

Laureato in Economia all’Università Bocconi con specializzazione in Scienze dell’Amministrazione Pubblica all’Università di Bologna, ha una lunga esperienza in materia di programmazione e gestione strategica acquisita come dirigente e come consulente presso imprese e amministrazioni pubbliche. È autore di saggi e articoli pubblicati su riviste e giornali economici. Ora in pensione, dedica la sua attività pubblicistica a uno zibaldone di economia, politica ed estetica.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.