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Crisi produttiva in Brianza. Maria Grazia Gallo ci racconta la parabola dell'azienda e dei suoi stabilimenti di Villasanta e Mezzago: in soli tre anni si sono consumati speranze, entusiasmi e illusioni

 

Sembra ormai deciso: il più grande parco fotovoltaico del mondo sarà costruito in Serbia da Mx Group South East Europe. A farne le spese saranno però i 216 lavoratori che erano impiegati negli stabilimenti di Villasanta e Mezzago, chiusi nel giugno scorso.

Il calvario dei lavoratori interessati si è protratto per tutta l'estate: la protesta per la delocalizzazione li aveva portati dalla Provincia di Monza al Ministero dell'Industria di Roma. Questa vicenda evidenzia la forte capacità di attrazione dell'est Europeo rispetto ai nostri territori: le condizioni di minor costo hanno indotto la multinazionale americana a realizzare in Serbia un mega progetto che prevede la creazione di oltre 800 posti di lavoro. Sembra incredibile, eppure la parabola brianzola con aziende di produzioni moderne e tecnologicamente avanzate è durata appena tre anni: tanto è infatti il tempo trascorso dall'insediamento del Mx Group a Villasanta e lascia dubbi sulle capacità competitive del nostro territorio di attrarre investimenti.

Assieme al rammarico e alle inquietudini resta la gestione della complessa vicenda umana e lavorativa dei 216 dipendenti, rimasti senza lavoro, con solo un anno di cassa integrazione e una trattativa ancora da intavolare per quanto riguarda l'indennizzo.  

Avevamo già intervistato nel maggio 2012 Maria Grazia Gallo. L'intervista di Azzurra Scattarella è stata pubblicata nel periodo più cruento della protesta del fotovoltaico in Italia, causata essenzialmente dai tagli del governo agli incentivi. L'informazione locale aveva più volte trattato della vicenda, qui riportiamo un servizio dal blog di Lucia Navone. In questo servizio vogliamo tracciare un bilancio di questa esperienza con una narrazione della delegata sindacale Maria Grazia Gallo.

 

L'approdo

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el marzo del 2008 sono approdata, come tante mie colleghe e colleghi, in un'azienda in start up che avrebbe prodotto pannelli fotovoltaici. Prospettive sicuramente rosee che vedevano una realtà industriale nuova nel settore delle tecnologie moderne. Io ero reduce da anni di precariato in varie aziende della zona: dalla Celestica alla Patheon, tanto per citare le più importati. Il mio approdo presso la MX Group, nella zona industriale di Villasanta, aveva tutte le potenzialità per volgere al meglio. Infatti, dopo un anno di contratti a termine come lavoratrice in somministrazione, arrivò anche per me il contratto a tempo indeterminato. In quegli anni di costante calo dell'occupazione sembrò qualcosa di miracoloso.

Avevamo tanto lavoro e a conferma di quanto dico ci fu l'esigenza da parte dell'azienda di strutturarci su quattro turni, utilizzando il ciclo continuo che vuol dire lavorare anche di sabato e di domenica. Questo portò ad aumentare il numero di addetti alla produzione e quindi venne assunto altro personale con contratti in somministrazione. Le prospettive erano buone, confermate anche dall'apertura di una sede nel New Jersey.

Producevamo pannelli di giorno, di notte, di sabato e di domenica con un unico obiettivo: far andare bene l'azienda, perché se andava bene la MX, andavamo bene anche noi. Il clima positivo aveva favorito la nascita di buone relazioni sindacali, tanto da indurmi a far parte della rappresentanza sindacale e a svolgere con entusiasmo il ruolo di delegata di fabbrica. Così abbiamo iniziato un non facilissimo percorso: sia la direzione aziendale sia la base dei lavoratori avevano poca esperienza in materia, tuttavia eravamo riusciti a firmare i primi timidi accordi sul ciclo continuo e su premi di produttività.

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La performance del mercato fotovoltaico in Italia

 

La crisi

L'inizio della fine fece capolino a marzo del 2011 quando il Decreto Romani, Ministro dello Sviluppo del governo Berlusconi, azzerò di fatto gli incentivi previsti per le energie da fonti rinnovabili. Il problema creato all'epoca non fu tanto lo stop del decreto in se, quanto il vuoto normativo che ne seguì e che lasciò tutto il settore con il fiato sospeso, in attesa di nuove norme che regolassero gli incentivi che evidentemente erano fondamentali per tenere vivo il settore.

Sicché partì il nostro primo ciclo di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria e la fermata dell'attività produttiva per un paio di mesi, ovvero sino alla pubblicazione del quarto conto energia che poneva nuove regole e nuovi limiti all'erogazione degli incentivi. La ripresa lavorativa cominciò sottotono rispetto al passato. Infatti si tornò alla turnazione su cinque giorni e vennero lasciati a casa tutti i dipendenti che avevano un contratto a tempo determinato o in somministrazione, salvo qualche rara eccezione.

Il 2011 è stato costellato di problemi: era evidente che il quarto conto energia aveva danneggiato il percorso della MX. L'azienda probabilmente aveva messo in campo troppi investimenti in contemporanea e forse l'apertura del plant negli Usa aveva distratto sia capitali finanziari che umani dalla sede di Villasanta e dalla casa madre, la Solarday di Mezzago, azienda pionieristica nata sette anni prima. Quell'annata vide una serie di stop and go, ora per il decreto Romani, ora per mancanza di commesse, ora per crisi di liquidità dell'azienda che non era sempre in grado di acquistare le materie prime necessarie alla produzione.

Verso la fine dell'anno ci venne data la notizia che la Solarday di Mezzago era diventata una controllata al 100% della MX e avevano deciso la dismissione della produzione a Mezzago. L'intenzione era di concentrare tutta l'attività a Villasanta, riorganizzando i turni sul ciclo continuo. L'operazione avrebbe avuto luogo agli inizi del 2012 e si sarebbe conclusa con il trasferimento per tutti, MX e Solarday, presso un area industriale con una maggiore capacità in corso di individuazione.


Producevamo pannelli di giorno, di notte, di sabato e di domenica con un unico obiettivo: far andare bene l'azienda, perché se andava bene la MX, andavamo bene anche noi.

La fase riorganizzativa non fu facilissima. Si trattava di mettere insieme due aziende, due modi di lavorare diversi. Tuttavia ci buttammo tutti a capofitto in questo lavoro perché sembrava che le cose finalmente volgessero al meglio. A gennaio del 2012 ci raggiunsero a Villasanta tutti i colleghi della produzione Solarday di Mezzago, molti degli uffici rimasero ancora lì ma con la prospettiva di raggiungerci entro l'anno.

 

Un mega appalto in Serbia

Quando agli inizi di marzo ci venne ufficializzata dalla Mx l'aggiudicazione di un mega appalto per la costruzione del parco fotovoltaico più grande del mondo in Serbia, ovviamente fu per noi motivo di grande soddisfazione: si trattava di produrre milioni di pannelli e accogliemmo la notizia con un sospiro di sollievo.

Ma rapidamente cominciammo a sentire puzza di bruciato: commesse non ne arrivavano, l'azienda non aveva da farci produrre un granché e per non aprire l'ennesima procedura di CIGO si inventò dei corsi di aggiornamento. Era forte il sospetto che ci fosse sotto dell'altro. Infatti nello stesso periodo venne messo in discussione il quarto conto energia e i Ministri Passera e Clini (siamo al governo Monti) si mettono all'opera per varare il quinto, con l'obbiettivo di operare ulteriori tagli agli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Nel mio ruolo di delegata sindacale ho per mesi fatto più volte pressione presso la direzione aziendale per capire se vi fossero dei piani industriali precisi, ovvero in assenza o riduzione degli incentivi, se ci fosse un “piano B”. Ma le risposte non sono mai arrivate e mentre le settimane passavano e lo spettro del quinto conto energia si avvicinava, noi ci consolavamo pensando a quanto eravamo fortunati ad avere almeno la prospettiva della commessa serba che ci avrebbe dato lavoro per almeno quattro anni.


Eravamo talmente convinti di questo da andare tutti insieme a protestare davanti a Montecitorio con i pullman pagati dall'azienda: era il 18 aprile del 2012

Eravamo talmente convinti di questo da andare tutti insieme a protestare davanti a Montecitorio con i pullman pagati dall'azienda: era il 18 aprile del 2012 e pensavamo che il varo di quel nuovo decreto avrebbe sicuramente danneggiato tutta la filiera del fotovoltaico italiano, un settore che aveva creato 300.000 posti di lavoro fra diretti e indotto.

Intanto le condizioni dell'azienda erano sempre più preoccupanti: le commesse erano poche, i soldi anche meno, così arrivò l'ennesima procedura di CIGO per 13 settimane. Questa volta c'era una aggravante: la crisi finanziaria della MX non le consentiva di anticipare la cassa e quindi noi lavoratori avremmo dovuto stare a casa aspettando i tempi biblici dell'INPS nell'erogazione delle competenze. La proprietà decise di mettere la Solarday in liquidazione volontaria: 106 persone in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, senza l'anticipazione da parte dell'azienda. Seguirono settimane di tira e molla. La benedetta commessa serba sembrava allontanarsi sempre di più. Da un appalto vinto diventava un “progetto” e poi una “proposta”, perdendo gradualmente consistenza.

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Manifestazione davanti all'Associazione Indistriali di Monza

 

L'avvio del concordato

Il 6 giugno ci venne data la notizia ufficiale: la MX Group di Villasanta avrebbe cessato l'attività produttiva e sarebbe rimasta nel sito la commercializzazione, l'installazione e l'assistenza di impianti fotovoltaici. Iniziarono lunghe riunioni con la direzione dell'azienda per stabilire un percorso meno doloroso possibile per quel centinaio circa di lavoratori. Nei presidi davanti all'azienda e davanti a Confindustria vedevo crescere la preoccupazione e lo sbigottimento sulle facce delle mie colleghe e dei miei colleghi: sembrava incredibile che in soli tre anni un azienda riuscisse a nascere crescere e chiudere.


La conclusione amara di tutta questa storia è che siamo in CIGS dal 16 luglio. Allo stato l'azienda, con la quale abbiamo mensilmente degli incontri, versa ancora in condizioni non felici

La conclusione amara di tutta questa storia è che siamo in CIGS dal 16 luglio. Allo stato l'azienda, con la quale abbiamo mensilmente degli incontri, versa ancora in condizioni non felici: ha depositato presso il Tribunale di Monza la richiesta di Concordato Preventivo in Continuità Aziendale. Si tratta di una nuova formula di procedura concorsuale che se dovesse andare a buon fine consentirebbe all'azienda la prosecuzione della sua attività lavorativa di commercializzazione e installazione, grazie anche a una gestione del debito concordata con i fornitori.

Nel frattempo è nata in Serbia la società MX Group South East Europe: è l'azienda appaltatrice per la costruzione del famoso parco fotovoltaico più grande del mondo chiamato One Giga. I pannelli li faranno li. A noi della MX resta da ricominciare a vagare da azienda in azienda, presentando curriculum a destra e a manca, lavorando un mese di qua, due mesi di là e senza prospettive concrete di poter ricostruire un progetto di vita decente.

In questi mesi l'assistenza della segreteria della FIM Cisl MB è stata puntuale, e ancora adesso stiamo tentando anche di costruire dei percorsi finalizzati alla nostra ricollocazione, coordinandoci con la Cisl di Monza e Brianza, lo Ial, l'Afol e una Agenzia di Lavoro presente in modo capillare sul territorio. Tenacemente e caparbiamente, ognuno nel suo, stiamo tentando di riemergere dalle macerie di questa esperienza e posso garantire che in questo momento la ricostruzione è materia assai difficile. Per me lo è ancora di più, visto che sono una donna di cinquant'anni: sarò mica da “rottamare” anche io?

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.