La crisi causata dal covid-19 ha un elemento positivo: le menzogne macroeconomiche diffuse in questi anni cadono una dopo l’altra.
Non si dica che il covid-19 è solo una iattura. Per quanto riguarda la discussione economica mainstream è un toccasana. Cadono miseramente (non ce ne voglia Leopardi) una dopo l’altra le falsità propalate per anni a reti ed edicole unificate. Gli argomenti con i quali si è diffuso il verbo della teologia europeista (i compiti a casa, il debito insostenibile, casta-cricca-corruzione, se so magnati tutto, l’azzardo morale, il deficit a carico delle future generazioni ed altre fesserie del genere) si scioglie come neve al sole. Proprio nel senso che si dissolvono come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Cambi di direzione di 180° escono, senza colpo ferire, dalle stesse bocche di chi si era auto nominato guardiano della (falsa) morale economica. Senza una spiegazione all’opinione pubblica, senza un “scusate, ho detto una stronzata”. Semplicemente si perora l’opposto di quanto affermato in precedenza, ma sempre in continuità con la difesa degli interessi del padrone… un padrone ora in difficoltà e che quindi ha necessità esso stesso di essere messo in sicurezza. Come cambiano gli orientamenti quando si toccano certi fili… un classico della storia.
Facciamo giusto un paio di esempi, i più lampanti.
IL DEFICIT DI BILANCIO
Come mai quest’anno non ci sono più quelle lunghissime discussioni sul decimale in più o in meno di deficit da inserire nella manovra di bilancio dell’anno successivo? Tutte completamente sparite dai radar. E con esse la retorica dell’anatema verso chi non vorrebbe comportarsi da assennato padre di famiglia, scialacquando a destra e a manca. Eppure la situazione è la seguente: il deficit 2020 è mostruosamente alto ma, signora mia, non fa nulla:
Eppure, sul finire del 2018, era un tutti (PD, senatori a vita, sindacati, economisti e giornali al seguito) contro l’uno (Lega) che chiedeva un deficit/PIL del -2,4%. Con questi pacatissimi toni [foto]:
È successo quel che succede in questi casi in 180 paesi del mondo e che nella ventina di paesi adottanti l’euro è (era!) eresia: i titoli di stato sono comprati a mani basse dalla BCE, che agisce come prestatore di ultima istanza fornendo tutta la liquidità necessaria ai governi nazionali. I deficit statali aumentano e non succede nulla allo spread, che anzi cala: la totale negazione per tabulas della narrazione farisaica che ci siamo dovuto sorbire per anni (mentre sui manuali di macroeconomia si scriveva correttamente il contrario, si badi).
LA SCARSITÀ DI RISORSE
Tema correlato al precedente e, fino a qualche mese fa, tabù: se la Banca Centrale Europea fornisce tutti i soldi che servono agli stati nazionali, questi soldi dove li troverà? La risposta in tempi normali era la seguente: la BCE non ha risorse proprie se non quelle che arrivano dagli stati dell’area euro. Quindi il fare da sé, il buon padre di famiglia che pensa al futuro dei propri figli da buona formichina, l’esempio della Germania e paccottiglia deamicisiana del genere.
In tempo covid, esce fuori l’ortodossia economica dell’ovvio e i soliti non fanno un plissé: qualunque banca centrale non può finire i soldi, perché ne può “stampare” quanti ne vuole. Lo conferma il 12 Ottobre Eugenio Gaiotti, Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d'Italia, in audizione davanti alle Commissioni riunite V della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e 5a del Senato della Repubblica (Programmazione economica e bilancio) in merito alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020: .
Se non vi basta Gaiotti, ecco le parole di madame Christine Madeleine Odette Lagarde, presidente in carica della BCE, a fine novembre in audizione al Parlamento Europeo:
“Tutto qua”, “as simple as that”… Ma, se era così semplice e lapalissiano, la domanda sorge spontanea: perché abbiamo sacrificato la Grecia in nome del falso dogma della scarsità di risorse e dell’impossibilità dunque di sostenere le necessità statali elleniche?
Risposta: perché ora l’acqua è salita alle cabine di prima classe e un bambino tedesco vale più di un bambino greco (cit. Alberto Bagnai).
Questa è l’Unione Europea. Molto sinistra, vero?