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Il manifesto di Ventotene lo avete mai letto? Scoprireste che non è proprio un inno alla democrazia. E poi c’è Padoan e il suo rigoroso metodo scientifico. Per chiudere, gli acuti consigli per gli acquisti del premier.

 

Questa estate, tra un peperone ripieno e l’altro, ho visto un italiano, un francese e una tedesca che sbarcavano su un’isola pontina e ci ricordavano impettiti e compunti la grandezza di Altiero Spinelli con tanto di onore alla tomba del de cuius. Spinelli, chi era costui (ammesso che qualcuno non lo sappia)? Uno dei padri fondatori dell’Europa unita. La biografia, per i pigri del web, la trovate qui

Spinelli, insieme a Ernesto Rossi, è infatti autore del cosiddetto Manifesto di Ventotene (titolo originale “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un Manifesto”), scritto nel confino di Ventotene nel 1941 (di qui l’omaggio dell’italiano, del francese e della tedesca “nel mare blu”, come titolava estatico corriere.it). Il documento, di 14 pagine, è considerato la pietra angolare del progetto di Unione Europea.

Essendo non un pigro ma un super pigro del web e non solo, il Manifesto di Ventotene (nella sua terza e definitiva stesura del 1944 con prefazione di Eugenio Colorni) l’ho letto solo qualche mese fa. Poi l’ho riletto qualche settimana addietro per verificare se avessi visto bene o avuto le traveggole.

Sono rimasto allora sbalordito e ora allibito. Il documento per “un’Europa libera e unita” è una apologia dell’oligarchia, l’unica in grado di sintetizzare le spinte caotiche e improduttive della democrazia e di rompere con la dittatura. Per i padri europei, la democrazia è buona solo come strumento per arrivare ad un governo di élites che, aprioristicamente, fanno il bene di tutti. La democrazia e le sue spinte si cavalcano. Finita la cavalcata, che il popolo torni al suo posto e si affidi a chi ne sa. 

Bella roba! Il Manifesto di Ventotene nella sua versione integrale lo potete leggere qui. Di mio, riporto un passo di pagina 11.

 

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E pensare che tutto lo spataffio parte da una critica al totalitarismo!

 

Siccome la logica pare avere geometria alquanto variabile, eccone un altro che, in tempi moderni, manda affangiro qualche secolo di metodo scientifico per lanciarsi verso la frontiera ombelicale del “permeismo”. Il tipo è attualmente titolare del dicastero dell’Economia, giusto per dire come siamo messi. Il 2 Settembre così si esprimeva di fronte alle misurazioni del PIL fatte dall’Istat:

 

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Padoan, io sposo la tua dottrina e per me sei un cazzone. Vale?

 

Poi c’è quell’altro da Rignano sull’Arno, paese di nemmeno 9mila anime che presto lo vedrà tornare ai natii giardinetti. Il nostro, con quell’aria un po’ così, con quella faccia un po’ così che hanno quelli che non distinguono deretano e reputazione, il 22 Gennaio 2016 si esprimeva su Monte dei Paschi di Siena con fare perentorio:

 

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Da allora, il titolo ha perso il 75% ma il promotore finanziario abusivo di Rignano è ancora a piede libero. Anzi, cerca nuovi clienti (soprattutto in data 4 Dicembre 2016).   

 

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Gli autori di Vorrei
Ivan Commisso
Ivan Commisso

Vado per i quaranta, mi occupo di soluzioni pubblicitarie online in una grande concessionaria. La mia formazione universitaria è economica. Sono giornalista pubblicista e su Vorrei scrivo per lo più di economia perchè da lì verranno (ulteriori) problemi e su quel tema si dicono un sacco di fesserie. Nota Bene: mi piacciono le metafore, i dolci e la Calabria.

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